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Lev - CEP - 1 - Una Scatola di Cartone pt.2

Capitolo 1: Una Scatola DI Cartone pt. 2
 
 
La M/N Providence attraccò al porto di Vivalet a mezzogiorno in punto. Sapphire, Gold, Emerald e Crystal scesero sulla terraferma, si immersero nel caos. C’era grandissimo movimento per le vie della città, la capitale di Holon non aveva mai ospitato tanti turisti in una sola volta. Era una calda località costiera, come del resto l’intera regione, e quel ventesimo giorno di giugno era popolata principalmente da personaggi con grandi cappelli, ciabatte e costumi da bagno.
‒ Andiamo a farci un bagno anche noi? ‒ propose Emerald.
‒ Non sarebbe una cattiva idea… ‒ approvò Gold.
Anelando la fresca acqua che li attendeva, raggiunsero l’hotel in cui avrebbero alloggiato. Era un palazzo celeste che si affacciava sul lungomare dal quale spuntavano grossi balconi di vetro.
Dopo poco si erano già sistemati nelle loro stanze, raggiungerle non era stata la cosa più facile del mondo, in mezzo a quel brulicante formicaio pieno di bambini che supplicano i genitori di scendere in spiaggia e signori in vestaglia che si lamentano per il clima torrido. Sapphire buttò la sua valigia sulla moquette e la aprì per sistemare al meglio le sue cose, quindi scappò in balcone e si poggiò sulla ringhiera ad osservare il mare. Aveva voglia di rilassarsi e smettere di pensare a tutto il casino che avrebbe affrontato nei giorni a seguire, ma la cosa non gli riusciva particolarmente semplice. Si trovava al sesto piano e da lì la spiaggia sembrava talmente tanto affollata da farla sudare pure a distanza. Per fortuna a quell’altezza soffiava una piacevole brezzolina fresca.
Da quello che sapeva, in giornata sarebbero arrivati in hotel pure i suoi amici di Kanto assieme a Silver. Era felice di poterli rivedere tutti, soprattutto per un’occasione del genere. Decise di scrivere a Blue per chiederle a che ora sarebbe arrivata, accese il PokéNav. Il destino le andò incontro e le fece trovare una decina di suoi messaggi non letti. Le aveva scritto che sarebbe arrivata verso nel pomeriggio assieme a Green e agli altri Capipalestra della sua regione, mentre Silver e Yellow avrebbero già dovuto trovarsi lì nel momento in cui loro sarebbero arrivati loro della M/N Providence. La ragazza si rallegrò ed uscì fuori dalla sua camera per raggiungere il resto del gruppo. Dietro la porta si imbatté in Crystal che presumibilmente era venuta a chiamarla.
‒ Abbiamo trovato Silver e Yellow di sotto, scendi per pranzo?
Lei annuì contenta e si precipitò in ascensore. Si unì al tavolo dei cinque Dexholder proprio di fronte a Silver e accanto a Yellow che la accolsero sorridendo. Si era accaparrata al self service un bel vassoio pieno di cibo all’apparenza squisito e tra un carpaccio di salmone, una birretta gelida e un po’ di risate tra amici tutti si ingozzarono in maniera spropositata.
‒ Stasera dobbiamo organizzare qualcosa con gli altri, d’accordo? ‒ propose Gold. ‒ Giusto per scaricare la tensione per domani.
‒ Secondo me faresti meglio a riposare invece, e poi tu domani neanche combatti… ‒ lo contestò Crystal
‒ È una questione di rito, Chris ‒ intervenne Emerald.
‒ Io non ci vedo nulla di male ‒ buttò lì la timida Yellow.
‒ Direi di aspettare gli altri, poi si vedrà ‒ fece Silver.
‒ Quando dice così significa che è d’accordo ma non vuole darlo a vedere ‒ rise il suo rivale dagli occhi dorati.
‒ Io vorrei riscaldarmi un po’, ma non penso che una serata fuori potrebbe farmi tanto male… ‒ mormorò Sapphire.
‒ Più calda di così, gioia? ‒ la provocò Gold prima di incassare un violento calcio sulla tibia da parte di Crystal.
‒ Vediamo, dai ‒ si arrese la Catcher. ‒ Magari neanche riuscite ad uscire che vi precipitano addosso elicotteri di giornalisti…
Nel post pranzo, quasi tutti si godettero il torpore. Gold si appisolò su un divanetto, Emerald lo imitò, Crystal e Yellow si stesero in costume sulle sdraio accanto alla piscina dell’hotel immerse nella lettura, Silver e Sapphire decisero di facilitare la digestione passeggiando un po’. Il caldo era micidiale, il fulvo portava una maglietta senza maniche grigia e un costume da bagno a pantaloncino di tipo hawaiano, Sapphire era in shorts e canotta. Lei portava la bandana a mo’ di cerchietto e lui si era legato i capelli in un codino. Scelsero di muoversi con i piedi a mollo nell’acqua della riva del mare per evitare di sciogliersi lentamente come scamorze su una padella. I bagnanti erano quasi tutti sotto gli ombrelloni o a casa a quell’ora, regnava una calma innaturale.
‒ Quindi pensavo… perché non provarci? Insomma, io Capopalestra, non è malaccio… ‒ stava spiegando lui.
Sapphire, ascoltandolo, lo studiava attentamente. Era snello, longilineo quasi come Ruby, ma i capelli lunghi e gli occhi chiarissimi gli davano un qualcosa di elfico.
‒ Quindi intendi fare proposta per il posto?
‒ Non so, è tutto al completo e ora come ora è difficile fondare una palestra da zero, ci vogliono parecchi soldi e le conoscenze giuste…
Aveva viaggiato assieme a lui e Crystal per la regione di Kalos. Le aveva già raccontato in quell’occasione di tale idea. Secondo Sapphire, inconsciamente cercava di imitare suo padre nell’unica cosa ammirevole che avesse fatto in vita; Silver non era il tipo da avere l’ambizione della fama e se lo fosse stato certamente non avrebbe cercato di ottenerla diventando Capopalestra.
‒ Domanda scema: hai già deciso il tipo?
‒ Non so, pensavo di fare come Green quando poi lui stesso mi ha fatto notare che ho una innata predilezione per il tipo Buio.
‒ Certo se la metti così allora c’è un posto libero come Capopalestra di quel tipo, hai conosciuto Luna, a Costa Mirach, Sidera?
Entrambi sorrisero. Il soggetto in questione era chiaro a tutti e due.
‒ Tu piuttosto, potresti aspirare ad una carriera da Campione con la forza che ti ritrovi…
Sapphire non rispose.
‒ Ci hai mai pensato?
‒ Non lo so, in realtà, non è che sia proprio il mio sogno.
Silenzio. Si erano fermati. Silver si incupì per un istante. ‒ Vuoi tornare indietro? ‒ le domandò.
Sapphire mosse appena la testa su e giù.
‒ Andiamo, dai.
La ragazza raggiunse le amiche sulla riva della piscina dell’hotel. Crystal si era appisolata, Yellow le sorrise chiudendo il libro che stava leggendo non appena la vide. Sdraiata con i piedi a mollo le sembrava quasi una sirena, la bionda ragazza del Bosco Smeraldo. Piccola e delicata, curvilinea e luminosa. Sapphire le si sedette accanto.
‒ Tra poco dovrebbero arrivare Green, Blue e Red ‒ le disse.
‒ Lo so, spero che riusciranno a staccarsi le telecamere di dosso il signor Campione e mister Capopalestra… qua a Holon sembrano star del PokéWood.
‒ Ma anche voi che non siamo membri dell’Associazione Pokémon non è che ve la passiate tanto bene, ho visto.
‒ Blue ha fatto la cosa migliore ad accodarsi a loro, nessuno la infastidisce se si nasconde dietro a quei due personaggi…
‒ No, sono io quella che sta meglio, mi conoscono in tre e nessuno mi infastidisce.
‒ Sai che non pensavo ti saresti iscritta…
‒ Beh, è andata come quella volta alla Cupola Lotta con Emerald, c’erano tutti i Dexholder, non siamo noi se non siamo al completo ‒ sorrise.
‒ Già, spero che riusciranno ad aggregarsi pure quelli là…
‒ Sì.
E Sapphire percepì la punta di malinconia nella voce di Yellow. ‒ Con Red? ‒ domandò senza troppe cerimonie.
Yellow sospirò. ‒ Niente di niente, non ci vediamo spesso ma quando ci vediamo lui sembra felice.
‒ E tu?
‒ Io sono al settimo cielo, ma non so se può funzionare, in realtà. Ci conosciamo troppo bene.
‒ Non dovrebbe essere un incentivo?
‒ Scherzi? Sembra che mi guardi come si guarda una sorella minore.
‒ Ma tu fai qualcosa che gli faccia capire come ti senti, siete tanto uniti… magari coinvolgilo in qualcosa che lo faccia distrarre dai suoi impegni di Campione.
‒ Non so, ora che ho l’allevamento a Kanto ho provato io a distrarmi un po’, ma mi sono resa conto che neanche più quello mi dà relax…
Sapphire si illuminò. Le tornarono in mente le parole di Gold: “Ti piace lottare?”
‒ Prova a… ‒ e si interruppe, mancando anche lei di una reale soluzione al problema.
‒ Cosa?
‒ Non lo so, in realtà.
‒ Anche tu così, eh?
Sapphire non annuì, ma non negò neanche.
‒ Dev’essere più difficile per te, io ogni volta che perdo di vista Red per un po’ di tempo penso quasi di essere stanca di aspettarlo, ma poi una giornata con lui sembra far tornare tutto come ai primi giorni… ‒ Yellow si rese conto che Sapphire aveva preso una preoccupante aria accigliata. Abbassò lo sguardo e tornò al suo libro.
La ragazza di Hoenn invece si alzò in piedi e se ne andò senza guardarla né congedarsi. Passando per la hall dell’hotel si imbatté in una matassa di persone che portavano armate di cellulari, fotocamere, Poké Net e qualsiasi altra cosa permettesse loro di riprendere o immortalare la situazione. Comprese subito. Discreta e non distratta dalla voglia di fare video e foto, cominciò a fare lo slalom tra la gente fino a raggiungere un punto dal quale le fosse possibile osservare con facilità. Una limousine si era appena fermata davanti alla porta d’ingresso dell’hotel, la portiera si aprì, Red mise un piede fuori e ne uscì con un gran sorriso stampato in faccia, lo seguì Green e infine Blue. Erano riusciti a farsi piazzare in quell’hotel. Un’interminabile ovazione si levò dalla folla, i tre Dexholder si mossero attraverso un’isterica capanna di persone adoranti. Nessuno di loro si accorse di Sapphire, anche se le passarono accanto. Lei li vide sfilare davanti a sé uno alla volta. Red, con gli stessi vestiti che gli aveva visto indossare in tv quella mattina, portava i capelli nerissimi scompigliati come sempre, Green, con il suo ciuffo castano che sfidava la forza di gravità era sensibilmente più sobrio nell’abbigliamento, guardava davanti a sé con senza quasi sbattere le palpebre e muovendosi con le mani in tasca. Quei due baldi giovani erano amatissimi dalle folle, non solo per la loro fama di grandissimi Allenatori, quanto anche per l’immagine forte e atletica che davano. Infine, dietro i due la ragazza scorse lo sguardo di Blue che ogni tanto si lasciava andare a qualche occhiolino rivolto alla folla, non ricordò di averla mai vista più bella. Un velo di eyeliner e un tocco di mascara amplificavano la luce dei suoi occhi in maniera quasi innaturale, il suo corpo splendidamente scolpito in forme tondeggianti e morbide era avvolto in un vestitino leggero di color viola scuro che terminava in una breve gonna che raggiungeva le sue cosce toniche. I suoi fluenti capelli castani ondeggiavano senza mai scomporsi dalla loro piega, accecando qualche malcapitato con i loro riflessi chiarissimi. Blue non era Capopalestra né tantomeno Campione, ma con la scusa di farsi accompagnare in qualità di amica si era affilata ai due uomini per raggiungere Holon. La ragazza di Hoenn li vide scomparire in ascensore scortati da due inviati della Lega locale, mentre un terzo mostrava alla tipa della reception le tessere che confermavano che la loro organizzazione avrebbe saldato il conto della permanenza in hotel.
Ben presto la voce si diffuse, pure gli altri Dexholder, persino Gold ed Emerald che erano ancora bellamente appisolati durante l’arrivo delle star, vennero a sapere che i loro amici erano arrivati.
‒ Dici che dovremmo andare noi da loro? ‒ domandò Crystal sorseggiando un milk-shake al bar del pianterreno.
‒ Non penso… ‒ rispose Emerald.
‒ Ci sono i bodyguard davanti alle loro camere ‒ informò Silver.
Sapphire semplicemente non disse nulla e aprì il suo Poké Nav. Trovò un messaggio da parte di Blue: “Sali” diceva.
Abbandonò il bancone mormorando solo: ‒ Io provò a dare un’occhiata…
Giunse al tredicesimo piano, si ritrovò in un fresco corridoio arieggiato dalle pareti color blu mezzanotte e illuminato solo da alcune barre luminose poste all’angolo in basso dove le mura incontravano il pavimento. Percorse tutta quella galleria passando davanti a porte di suite estremamente distanziate tra loro finché non raggiunse un’uscita in vetro che dava su un balcone ampio tre volte la sua stanza. Uscì.
‒ Oh, ce ne hai messo di tempo… ‒ mormorò Blue che le comparse davanti all’improvviso. Si stava spazzolando i capelli e non aveva più il vestito di prima ma indossava un pareo che lasciava intravedere il bikini attraverso la trasparenza.
Sapphire la guardò, poi dovette lottare per non tornare con gli occhi puntati sul panorama che quella terrazza d’alta quota offriva.
‒ Blue, ti aspettavo da ieri! ‒ esclamò lasciandosi stringere in un abbraccio dalla sua amica.
‒ Hai visto che roba? Di sotto intendo? Qua a Holon sembrano pazzi.
‒ Assurdo, e io che pensavo di aver avuto il peggior impatto con la folla di tutta la storia…
Blue sorrise carezzandole la guancia con delicatezza. ‒ Immagino il motivo per cui ti stiano tanto appresso.
‒ Non esagerare, non so se ti sei resa conto dell’espressioni che fanno quando ti guardano.
Sapphire arrossì lievemente. ‒ Perché mi hai fatta venire qui?
‒ Avevo voglia di parlare con te in privato.
Sapphire sorrise. Aveva viaggiato per Alola, Unima e Sidera in compagnia di Blue, in tutto quel tempo aveva sviluppato con lei un rapporto particolare, la percepiva come una sorella maggiore, era come se ognuna di loro conoscesse tutto dell’altra.
‒ Capisco, Green e Red sono ancora in stanza? ‒ domandò lei.
‒ Green e Red ora scenderanno e staranno col resto del gruppo, noi li raggiungeremo in seguito ‒ spiegò quella appoggiandosi alla ringhiera.
‒ Sei stata con Red e Green per un po’ di giorni, che tipo di vita fanno quelli come loro in queste occasioni?
Blue rise. ‒ Red prende la cosa come un gioco… Green ormai ci ha fatto l’abitudine… è strano, sono tutti ricchi da far schifo quelli che gli ronzano attorno. Una foto qua con il ministro di non so cosa, una stretta di mano là all’assessore di non so che altro… accogliere le sfide degli Allenatori è l’unico momento di riposo per loro.
‒ Tutto un lavoro di immagine?
‒ Esatto, tutto un lavoro di immagine ‒ Blue la guardava con l’aria di chi aveva capito cosa ronzava per la testa al suo interlocutore. ‒ Non penserai ancora a lui, vero?
‒ No ‒ rispose Sapphire all’istante. ‒ Ma ogni tanto mi torna in testa, sai com’è…
Blue sospirò con fare di rimprovero. ‒ L’ultima volta quando vi siete parlati?
Sapphire sentì l’amarezza delle parole. ‒ Nove mesi fa, era il mio compleanno, mi ha regalato questa ‒ e mostrò il ciondolo con la pietra celeste attaccato al suo collo.
‒ E tu?
‒ L’ho scaricato in malo modo…
‒ Ma porti la collana che ti ha regalato. E hai anche una nuova bandana a quanto vedo ‒ aggiunse ben sapendo chi fosse il sarto creatore delle bandane di Sapphire.
Sapphire arrossì di nuovo.
‒ Stavo pensando… ‒ esordì Blue prendendo un altro tono. ‒ prima agivo come se dovessi in qualche modo dimostrare di essere all’altezza di Green, di Red o di qualsiasi altro maschio avessi contro… ho capito solo dopo che non c’era bisogno di dimostrare nulla a nessuno.
Sapphire rialzò lo sguardo e lo puntò negli occhi celesti di quella, poco più chiari dei suoi.
‒ Alla fine ci sei solo tu ‒ le diede un buffetto sul naso con la punta delle dita. ‒ Deve valere così tanto quel ragazzo per te...
‒ Doveva ‒ la corresse Sapphire.
‒ Perché? Mica è morto… ‒ le strizzò l’occhio.
Sapphire volle ribattere, ma fu preceduta dall’arrivo di tutto il resto del gruppo guidato da Green e Red che avevano condotto anche gli altri sulla terrazza panoramica del piano d’élite. Sapphire corse incontro a Green e Gold e li salutò dando un bacio sulla guancia a entrambi. Avevano uno strano sorriso, tutti e due, come se si stessero godendo ogni momento da persona normale assieme agli amici di sempre assaporandone il gusto quasi nostalgico. E forse era proprio così.
Dopo un minuto scarso di convenevoli e saluti, Gold propose di sedersi e bere qualcosa, ma Gold lo precedette.
‒ Non qui.
‒ Abbiamo pensato di farvi vedere l’unica cosa per cui valga la pena di avere il trattamento speciale riservato a Campioni e Capipalestra ‒ spiegò Green.
‒ Tutti in costume ‒ consigliò Red.
Tutti e nove indossarono indumenti adatti alla balneazione, si diressero fino al pianterreno, abbandonarono l’hotel e furono condotti dai due verso un sottile e abbandonato braccio di costa. Camminarono su una sabbia bianchissima, a est erano schermati da una scogliera e a ovest la spiaggia era vuota per qualche altro centinaio di metri. C’erano solo loro, un largo baldacchino sotto al quale era stata piazzata un lungo tavolo, nel punto più lontano dalla riva invece stavano delle cabine e delle docce.
A tutti loro si aprì un mondo. La tensione per il Campionato, lo stress per la pressione mediatica, la stanchezza per il viaggio sembrarono sparire. Tutto sembrò sparire in una nuotata, una partita a beach volley. Tutti tirarono fuori pure i loro Pokémon in modo da farli rilassare all’esterno delle loro claustrofobiche Poké Ball. E il pomeriggio scorse rapidamente, ben presto il cielo cominciò a farsi più rossiccio e il sole lentamente si avvicinò alla linea dell’orizzonte verso occidente.
‒ Avete degli asciugamani? ‒ chiese Sapphire uscendo fradicia dall’acqua.
Red gliene passò uno prendendolo da dentro la cabina. Era in microfibra, si impregnava parecchio ma asciugava a velocità impressionante. Sapphire se lo avvolse attorno dopo essersi fatta una doccia.
‒ Siete riusciti a farmi distrarre dal mio allenamento, comunque, è un’impresa difficile ‒ disse al Campione di Kanto intercettandolo.
Quello si voltò. ‒ Credimi, rendono molto di più dopo un pomeriggio di relax in spiaggia… ‒ scherzò quello.
‒ Hai trovato questa cosa delle interviste e delle foto tanto più sfibrante di una giornata da Campione?
‒ Di una giornata da Campione con le interviste e le foto? ‒ ironizzò lui.
Sapphire sorrise alla battuta.
‒ Per fortuna dovrebbe ridursi l’ammontare dei miei compiti dopo il mio distacco dalla regione di Johto.
‒ Ah, ci siete riusciti alla fine?
‒ Sì, i Superquattro rimangono gli stessi per entrambe le regioni, ma il ruolo di Campione e il compito di svolgere tutte le mansioni di amministrazione della Lega nella regione di Johto adesso spettano a Lance.
Nella voce di Red c’era una punta sottile di stanchezza. Sapphire non mancò di notarla.
‒ Siamo felici che tu possa essere il rappresentante di Kanto, stai iniziando a stancarti?
‒ No, non mi lamento del mio lavoro.
‒ Lavoro, lo chiami?
‒ Dipende… ‒ gli occhi di Red si posarono sul gruppo dei suoi amici che usciva dal mare ridendo, Green che prendeva Blue sulle spalle e Gold che trovava ogni istante buono per lanciare il pallone a Crystal. ‒ quando lo facevamo per il solo gusto di farlo era tutto diverso. Ma andare in giro a sfidare Capipalestra non ti paga le bollette… ‒ mormorò.
‒ Ti manca tutto questo?
‒ Mi manca, certo.
Sapphire cercò di seguire la linea del suo sguardo per capire se stesse guardando Yellow o no. Ovviamente la cosa non le riuscì.
‒ Ma penso di poter fare qualcosa d’ora in poi, non so… provare a vederci più spesso, cercare qualche giornata in cui siamo tutti liberi e inventarci robe tipo questa.
‒ Vorrei potervi portare in qualche luogo di Hoenn, una volta…
‒ Oh, sono sicuro che si potrebbe fare.
‒ Tu dici?
‒ Ovvio, serve solo un po’ di… organizzazione… ‒ concluse la frase con un tono malinconico. Red era sempre stato quello più felice alla vista di tutta la squadra dei primi Dexholder riunita. Era uno che faceva piani, proposte, sogni. Ma ultimamente il sistema andava contro di lui. Quante cene non realizzate, quanti compleanni a sorpresa mai festeggiati, quante vacanze insieme andate a monte. Per fortuna sembrava bastasse un pomeriggio per scordare tutti i piani fatti assieme mai portati a termine.
‒ Tirate fuori l’alcol che qua Silver comincia ad avere sete ‒ lo canzonava Gold.
‒ Sì, certo, ma prima ti accompagniamo a letto ‒ gli rispondeva il rosso.
All’imbrunire, quando le nuvole cominciavano a tingersi di un rosa tenue, numerosi camerieri vestiti di bianco cominciarono a scendere direttamente dall’hotel e a portare luminosi vassoi e secchi pieni di ghiaccio e bottiglie alla tavola. Come falene attratte dalla fiamma, tutti si precipitarono verso le vivande, alcuni ancora avvolti nell’asciugamano, altri con addosso un paio di pantaloncini o una canotta in più. Il più entusiasta era Emerald.
Si erano seduti tutti, i camerieri erano spariti ed era stato portato del cibo pure per i Pokémon quando Red, seduto a capotavola, si alzò in piedi e diresse verso il cielo la mano che stringeva il calice pieno di vino bianco. Gli occhi di tutti i presenti erano su di lui.
‒ A tutti noi ‒ enunciò. ‒ domani sarà una giornata come un’altra, andrà tutto bene, finché saremo tutti uniti.
Gold fece finta di avere un conato, Blue ridacchiò e Green alzò gli occhi al cielo.
‒ …e per quanto per alcuni possa sembrare smielato ‒ proseguì il Campione in tono di rimprovero. ‒ credo di parlare a nome di tutti dicendo che siete una delle cose migliori che mi sia mai capitata.
‒ Vi voglio bene, amici ‒ spuntò fuori Yellow alzando il bicchiere come Red.
Silver stupendo tutti fu il terzo ad unirsi al brindisi. Lo seguirono Emerald e Crystal.
‒ Chi ci ammazza, a noi? ‒ e pure Gold entrò in scena.
‒ Non siamo tanto male… ‒ lo imitò pure Green.
Blue aveva gli occhi lucidi, anche lei alzò il calice. Sapphire si accodò immediatamente.
‒ Vi auguro il meglio, e non per il torneo o altro… ‒ proseguì Red. ‒ …il meglio per sempre. Grazie di tutto.
Tutti bevvero. La cena cominciò ufficialmente, il cibo era, ovviamente, dieci volte migliore di quello mangiato a pranzo. I brindisi che Gold proponeva per qualsiasi cosa gli passasse per la mente davano alla serata quel tocco di trash che non guastava mai, Emerald cominciò a cacciare fuori canti tradizionali totalmente a caso man mano che il suo bicchiere si svuotava e poi si riempiva sempre più frequentemente, Blue era quella che sapeva raccontare storie migliori, soprattutto quando di mezzo c’erano personaggi incontrati per strada che avevano tentato con lei un approccio non propriamente parrocchiale. Il cibo cominciò a terminare, i vini e lo champagne erano alla seconda ripresa. Ormai il cielo si era scurito del tutto e l’unica cosa che illuminava la situazione erano le candele che Red aveva romanticamente acceso dopo il sopraggiungere dell’oscurità e le luci lontane della città di Vivalet che si preparava ad accogliere il più grande evento Pokémon degli ultimi dieci o venti anni.
Sulle ultime tutti cominciarono ad alzarsi dalla tavola, a Yellow venne la geniale idea di accendere un falò sulla spiaggia e con un po’ di impegno e olio di gomito riuscirono ad avere la loro fiamma tribale in poco tempo. Tutti vi si sedettero attorno sorseggiando le ultime scorte di acqua di fuoco che avevano e alternando con balli improvvisati e totalmente scoordinati. Qualcuno proponeva di dormire sulla sabbia sopra agli asciugamani, segno che il sonno e le due o tre ore dopo la mezzanotte cominciavano a premere sulle loro palpebre.
Sapphire aveva la testa che girava, c’era Crystal accanto a lei che dormiva avvolta in un telo da mare, Gold ed Emerald ridevano assieme ad un ben poco sobrio Silver mentre Blue e Green vagavano da una parte all’altra della spiaggia come lei. Sulla scogliera, poco lontano, stava Red con una Yellow distrutta che teneva la testa poggiata sulla sua spalla. Guardavano la luna.
Quando Blue scelse di tornare in camera per chiudere gli occhi decentemente e svegliò Crystal per suggerirle di permettersi lo stesso lusso, la ragazza di Hoenn rimase sola con Green che giocava con le braci di un fuoco ormai spento.
‒ Ti vede, eh ‒ esordì lei con il ragazzo dagli occhi color giada sedendoglisi accanto. ‒ …come la guardi ‒ con molta probabilità era lo champagne a parlare in buona fede per lei.
‒ Mh, cosa? ‒ le chiese quello. Neanche lui era troppo asciutto.
‒ Blue ‒ spiegò. ‒ non ti darà mai la soddisfazione di fare la prima mossa.
‒ Ma quale prima mossa? Ci conosciamo da duemila anni, non è storia, la nostra.
‒ Non mi sembra una motivazione valida ‒ fece Sapphire portando lo sguardò a Yellow e Red, che nel frattempo si erano avvolti l’una nelle braccia dell’altro, e facendo sì che Green la seguisse.
‒ Blue è affascinante e intelligente ma non ha regole, non ho tempo di stare dietro ad una come lei…
‒ Eppure lo fai.
La risposta di Green si fece attendere. Le loro voci erano melliflue e rilassate, ma la pausa fu troppo lunga perché ci potesse essere un’altra risposta da parte di Green.
‒ E lei te lo lascia pure fare… ‒ proseguì Sapphire.
‒ Bah, penso che meno ci mettiamo in mezzo, meno rischiamo di fare stronzate…
La ragazza dondolò su se stessa. ‒ Lo pensavo anche io, ma mi pare che tu abbia già passato quella fase, ora sei più morbido, no?
Green si imbronciò leggermente.
‒ Blue si è divertita e sa come divertirsi quando vuole. Ma ora cerca serietà, avete pure ventidue anni, non potete continuare a giocare ‒ la lasciva saggezza della brilla Sapphire metteva a disagio il Capopalestra di Smeraldopoli.
Green gettò qualcosa nel fuoco, forse un sasso, forse una conchiglia. ‒ Non so se mi va, magari è il caso che io mi trovi qualcun altro… ‒ il ragazzo si alzò e fece per andarsene.
Sapphire si incupì. ‒ Che ti trovi qualcun altro per convincerti ad ignorare Blue? ‒ Sentì Green fermarsi e percepì la sua titubanza nel rispondere.
‒ Forse sì ‒ e si allontanò.
Sapphire attese qualche minuto da sola, poi salutò gli altri e si diresse verso l’hotel. Si buttò sul suo letto felice, felice per la serata meravigliosa e per aver degli amici del genere. Era stanca, ma stanca dal divertimento. Si fece una doccia e, dopo essersi asciugata, chiuse gli occhi con indosso una maglia troppo grande per lei e gli slip. Strinse la bandana al suo petto.
Era felice, sì, ma nella sua scatola di cartone mancava qualcosa.

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