Capitolo
1: Una
Scatola DI Cartone pt. 2
La
M/N
Providence attraccò al porto di Vivalet a mezzogiorno in punto.
Sapphire,
Gold, Emerald e Crystal scesero sulla terraferma, si immersero nel caos.
C’era
grandissimo movimento per le vie della città, la capitale di Holon non
aveva
mai ospitato tanti turisti in una sola volta. Era una calda località
costiera,
come del resto l’intera regione, e quel ventesimo giorno di giugno era
popolata
principalmente da personaggi con grandi cappelli, ciabatte e costumi da
bagno.
‒
Andiamo a farci un bagno anche noi? ‒ propose Emerald.
‒
Non sarebbe una cattiva idea… ‒ approvò Gold.
Anelando
la
fresca acqua che li attendeva, raggiunsero l’hotel in cui avrebbero
alloggiato. Era un palazzo celeste che si affacciava sul lungomare dal
quale
spuntavano grossi balconi di vetro.
Dopo
poco
si erano già sistemati nelle loro stanze, raggiungerle non era stata la
cosa più facile del mondo, in mezzo a quel brulicante formicaio pieno di
bambini che supplicano i genitori di scendere in spiaggia e signori in
vestaglia che si lamentano per il clima torrido. Sapphire buttò la sua
valigia
sulla moquette e la aprì per sistemare al meglio le sue cose, quindi
scappò in
balcone e si poggiò sulla ringhiera ad osservare il mare. Aveva voglia
di
rilassarsi e smettere di pensare a tutto il casino che avrebbe
affrontato nei
giorni a seguire, ma la cosa non gli riusciva particolarmente semplice.
Si
trovava al sesto piano e da lì la spiaggia sembrava talmente tanto
affollata da
farla sudare pure a distanza. Per fortuna a quell’altezza soffiava una
piacevole brezzolina fresca.
Da
quello
che sapeva, in giornata sarebbero arrivati in hotel pure i suoi amici di
Kanto assieme a Silver. Era felice di poterli rivedere tutti,
soprattutto per
un’occasione del genere. Decise di scrivere a Blue per chiederle a che
ora sarebbe
arrivata, accese il PokéNav. Il destino le andò incontro e le fece
trovare una
decina di suoi messaggi non letti. Le aveva scritto che sarebbe arrivata
verso
nel pomeriggio assieme a Green e agli altri Capipalestra della sua
regione,
mentre Silver e Yellow avrebbero già dovuto trovarsi lì nel momento in
cui loro
sarebbero arrivati loro della M/N Providence. La ragazza si rallegrò ed
uscì
fuori dalla sua camera per raggiungere il resto del gruppo. Dietro la
porta si
imbatté in Crystal che presumibilmente era venuta a chiamarla.
‒
Abbiamo trovato Silver e Yellow di sotto, scendi per pranzo?
Lei
annuì
contenta e si precipitò in ascensore. Si unì al tavolo dei cinque
Dexholder proprio di fronte a Silver e accanto a Yellow che la accolsero
sorridendo. Si era accaparrata al self service un bel vassoio pieno di
cibo
all’apparenza squisito e tra un carpaccio di salmone, una birretta
gelida e un
po’ di risate tra amici tutti si ingozzarono in maniera spropositata.
‒
Stasera dobbiamo organizzare qualcosa con gli altri, d’accordo? ‒
propose Gold.
‒ Giusto per scaricare la tensione per domani.
‒
Secondo me faresti meglio a riposare invece, e poi tu domani neanche
combatti…
‒ lo contestò Crystal
‒
È una questione di rito, Chris ‒ intervenne Emerald.
‒
Io non ci vedo nulla di male ‒ buttò lì la timida Yellow.
‒
Direi di aspettare gli altri, poi si vedrà ‒ fece Silver.
‒
Quando dice così significa che è d’accordo ma non vuole darlo a vedere ‒
rise
il suo rivale dagli occhi dorati.
‒
Io vorrei riscaldarmi un po’, ma non penso che una serata fuori potrebbe
farmi
tanto male… ‒ mormorò Sapphire.
‒
Più calda di così, gioia? ‒ la provocò Gold prima di incassare un
violento
calcio sulla tibia da parte di Crystal.
‒
Vediamo, dai ‒ si arrese la Catcher.
‒
Magari neanche riuscite ad uscire che vi precipitano addosso elicotteri
di
giornalisti…
Nel
post
pranzo, quasi tutti si godettero il torpore. Gold si appisolò su un
divanetto, Emerald lo imitò, Crystal e Yellow si stesero in costume
sulle
sdraio accanto alla piscina dell’hotel immerse nella lettura, Silver e
Sapphire
decisero di facilitare la digestione passeggiando un po’. Il caldo era
micidiale, il fulvo portava una maglietta senza maniche grigia e un
costume da
bagno a pantaloncino di tipo hawaiano, Sapphire era in shorts e canotta.
Lei
portava la bandana a mo’ di cerchietto e lui si era legato i capelli in
un
codino. Scelsero di muoversi con i piedi a mollo nell’acqua della riva
del mare
per evitare di sciogliersi lentamente come scamorze su una padella. I
bagnanti
erano quasi tutti sotto gli ombrelloni o a casa a quell’ora, regnava una
calma
innaturale.
‒
Quindi pensavo… perché non provarci? Insomma, io Capopalestra, non è
malaccio…
‒ stava spiegando lui.
Sapphire,
ascoltandolo,
lo studiava attentamente. Era snello, longilineo quasi come Ruby,
ma i capelli lunghi e gli occhi chiarissimi gli davano un qualcosa di
elfico.
‒
Quindi intendi fare proposta per il posto?
‒
Non so, è tutto al completo e ora come ora è difficile fondare una
palestra da
zero, ci vogliono parecchi soldi e le conoscenze giuste…
Aveva
viaggiato
assieme a lui e Crystal per la regione di Kalos. Le aveva già
raccontato in quell’occasione di tale idea. Secondo Sapphire,
inconsciamente
cercava di imitare suo padre nell’unica cosa ammirevole che avesse fatto
in
vita; Silver non era il tipo da avere l’ambizione della fama e se lo
fosse
stato certamente non avrebbe cercato di ottenerla diventando
Capopalestra.
‒
Domanda scema: hai già deciso il tipo?
‒
Non so, pensavo di fare come Green quando poi lui stesso mi ha fatto
notare che
ho una innata predilezione per il tipo Buio.
‒
Certo se la metti così allora c’è un posto libero come Capopalestra di
quel
tipo, hai conosciuto Luna, a Costa Mirach, Sidera?
Entrambi
sorrisero.
Il soggetto in questione era chiaro a tutti e due.
‒
Tu piuttosto, potresti aspirare ad una carriera da Campione con la forza
che ti
ritrovi…
Sapphire
non
rispose.
‒
Ci hai mai pensato?
‒
Non lo so, in realtà, non è che sia proprio il mio sogno.
Silenzio.
Si
erano fermati. Silver si incupì per un istante. ‒ Vuoi tornare indietro?
‒
le domandò.
Sapphire
mosse
appena la testa su e giù.
‒
Andiamo, dai.
La
ragazza
raggiunse le amiche sulla riva della piscina dell’hotel. Crystal si era
appisolata, Yellow le sorrise chiudendo il libro che stava leggendo non
appena
la vide. Sdraiata con i piedi a mollo le sembrava quasi una sirena, la
bionda
ragazza del Bosco Smeraldo. Piccola e delicata, curvilinea e luminosa.
Sapphire
le si sedette accanto.
‒
Tra poco dovrebbero arrivare Green, Blue e Red ‒ le disse.
‒
Lo so, spero che riusciranno a staccarsi le telecamere di dosso il
signor
Campione e mister Capopalestra… qua a Holon sembrano star del PokéWood.
‒
Ma anche voi che non siamo membri dell’Associazione Pokémon non è che ve
la
passiate tanto bene, ho visto.
‒
Blue ha fatto la cosa migliore ad accodarsi a loro, nessuno la
infastidisce se
si nasconde dietro a quei due personaggi…
‒
No, sono io quella che sta meglio, mi conoscono in tre e nessuno mi
infastidisce.
‒
Sai che non pensavo ti saresti iscritta…
‒
Beh, è andata come quella volta alla Cupola Lotta con Emerald, c’erano
tutti i
Dexholder, non siamo noi se non siamo al completo ‒ sorrise.
‒
Già, spero che riusciranno ad aggregarsi pure quelli là…
‒
Sì.
E
Sapphire percepì la punta di malinconia nella voce di Yellow. ‒ Con Red?
‒
domandò senza troppe cerimonie.
Yellow
sospirò.
‒ Niente di niente, non ci vediamo spesso ma quando ci vediamo lui
sembra felice.
‒
E tu?
‒
Io sono al settimo cielo, ma non so se può funzionare, in realtà. Ci
conosciamo
troppo bene.
‒
Non dovrebbe essere un incentivo?
‒
Scherzi? Sembra che mi guardi come si guarda una sorella minore.
‒
Ma tu fai qualcosa che gli faccia capire come ti senti, siete tanto
uniti…
magari coinvolgilo in qualcosa che lo faccia distrarre dai suoi impegni
di
Campione.
‒
Non so, ora che ho l’allevamento a Kanto ho provato io a distrarmi un
po’, ma
mi sono resa conto che neanche più quello mi dà relax…
Sapphire
si
illuminò. Le tornarono in mente le parole di Gold: “Ti piace lottare?”
‒
Prova a… ‒ e si interruppe, mancando anche lei di una reale soluzione al
problema.
‒
Cosa?
‒
Non lo so, in realtà.
‒
Anche tu così, eh?
Sapphire
non
annuì, ma non negò neanche.
‒
Dev’essere più difficile per te, io ogni volta che perdo di vista Red
per un
po’ di tempo penso quasi di essere stanca di aspettarlo, ma poi una
giornata
con lui sembra far tornare tutto come ai primi giorni… ‒ Yellow si rese
conto
che Sapphire aveva preso una preoccupante aria accigliata. Abbassò lo
sguardo e
tornò al suo libro.
La
ragazza
di Hoenn invece si alzò in piedi e se ne andò senza guardarla né
congedarsi. Passando per la hall dell’hotel si imbatté in una matassa di
persone che portavano armate di cellulari, fotocamere, Poké Net e
qualsiasi
altra cosa permettesse loro di riprendere o immortalare la situazione.
Comprese
subito. Discreta e non distratta dalla voglia di fare video e foto,
cominciò a
fare lo slalom tra la gente fino a raggiungere un punto dal quale le
fosse
possibile osservare con facilità. Una limousine si era appena fermata
davanti
alla porta d’ingresso dell’hotel, la portiera si aprì, Red mise un piede
fuori
e ne uscì con un gran sorriso stampato in faccia, lo seguì Green e
infine Blue.
Erano riusciti a farsi piazzare in quell’hotel. Un’interminabile
ovazione si
levò dalla folla, i tre Dexholder si mossero attraverso un’isterica
capanna di
persone adoranti. Nessuno di loro si accorse di Sapphire, anche se le
passarono
accanto. Lei li vide sfilare davanti a sé uno alla volta. Red, con gli
stessi
vestiti che gli aveva visto indossare in tv quella mattina, portava i
capelli
nerissimi scompigliati come sempre, Green, con il suo ciuffo castano che
sfidava la forza di gravità era sensibilmente più sobrio
nell’abbigliamento,
guardava davanti a sé con senza quasi sbattere le palpebre e muovendosi
con le
mani in tasca. Quei due baldi giovani erano amatissimi dalle folle, non
solo
per la loro fama di grandissimi Allenatori, quanto anche per l’immagine
forte e
atletica che davano. Infine, dietro i due la ragazza scorse lo sguardo
di Blue
che ogni tanto si lasciava andare a qualche occhiolino rivolto alla
folla, non
ricordò di averla mai vista più bella. Un velo di eyeliner e un tocco di
mascara amplificavano la luce dei suoi occhi in maniera quasi
innaturale, il
suo corpo splendidamente scolpito in forme tondeggianti e morbide era
avvolto
in un vestitino leggero di color viola scuro che terminava in una breve
gonna
che raggiungeva le sue cosce toniche. I suoi fluenti capelli castani
ondeggiavano senza mai scomporsi dalla loro piega, accecando qualche
malcapitato con i loro riflessi chiarissimi. Blue non era Capopalestra
né
tantomeno Campione, ma con la scusa di farsi accompagnare in qualità di
amica si
era affilata ai due uomini per raggiungere Holon. La ragazza di Hoenn li
vide
scomparire in ascensore scortati da due inviati della Lega locale,
mentre un
terzo mostrava alla tipa della reception le tessere che confermavano che
la
loro organizzazione avrebbe saldato il conto della permanenza in hotel.
Ben
presto
la voce si diffuse, pure gli altri Dexholder, persino Gold ed Emerald
che erano ancora bellamente appisolati durante l’arrivo delle star,
vennero a
sapere che i loro amici erano arrivati.
‒
Dici che dovremmo andare noi da loro? ‒ domandò Crystal sorseggiando un
milk-shake al bar del pianterreno.
‒
Non penso… ‒ rispose Emerald.
‒
Ci sono i bodyguard davanti alle loro camere ‒ informò Silver.
Sapphire
semplicemente
non disse nulla e aprì il suo Poké Nav. Trovò un messaggio da
parte di Blue: “Sali” diceva.
Abbandonò
il
bancone mormorando solo: ‒ Io provò a dare un’occhiata…
Giunse
al
tredicesimo piano, si ritrovò in un fresco corridoio arieggiato dalle
pareti
color blu mezzanotte e illuminato solo da alcune barre luminose poste
all’angolo in basso dove le mura incontravano il pavimento. Percorse
tutta
quella galleria passando davanti a porte di suite estremamente
distanziate tra
loro finché non raggiunse un’uscita in vetro che dava su un balcone
ampio tre
volte la sua stanza. Uscì.
‒
Oh, ce ne hai messo di tempo… ‒ mormorò Blue che le comparse davanti
all’improvviso. Si stava spazzolando i capelli e non aveva più il
vestito di
prima ma indossava un pareo che lasciava intravedere il bikini
attraverso la
trasparenza.
Sapphire
la
guardò, poi dovette lottare per non tornare con gli occhi puntati sul
panorama che quella terrazza d’alta quota offriva.
‒
Blue, ti aspettavo da ieri! ‒ esclamò lasciandosi stringere in un
abbraccio
dalla sua amica.
‒
Hai visto che roba? Di sotto intendo? Qua a Holon sembrano pazzi.
‒
Assurdo, e io che pensavo di aver avuto il peggior impatto con la folla
di
tutta la storia…
Blue
sorrise
carezzandole la guancia con delicatezza. ‒ Immagino il motivo per cui
ti stiano tanto appresso.
‒
Non esagerare, non so se ti sei resa conto dell’espressioni che fanno
quando ti
guardano.
Sapphire
arrossì
lievemente. ‒ Perché mi hai fatta venire qui?
‒
Avevo voglia di parlare con te in privato.
Sapphire
sorrise.
Aveva viaggiato per Alola, Unima e Sidera in compagnia di Blue, in
tutto quel tempo aveva sviluppato con lei un rapporto particolare, la
percepiva
come una sorella maggiore, era come se ognuna di loro conoscesse tutto
dell’altra.
‒
Capisco, Green e Red sono ancora in stanza? ‒ domandò lei.
‒
Green e Red ora scenderanno e staranno col resto del gruppo, noi li
raggiungeremo in seguito ‒ spiegò quella appoggiandosi alla ringhiera.
‒
Sei stata con Red e Green per un po’ di giorni, che tipo di vita fanno
quelli
come loro in queste occasioni?
Blue
rise.
‒ Red prende la cosa come un gioco… Green ormai ci ha fatto l’abitudine…
è strano, sono tutti ricchi da far schifo quelli che gli ronzano
attorno. Una
foto qua con il ministro di non so cosa, una stretta di mano là
all’assessore
di non so che altro… accogliere le sfide degli Allenatori è l’unico
momento di
riposo per loro.
‒
Tutto un lavoro di immagine?
‒
Esatto, tutto un lavoro di immagine ‒ Blue la guardava con l’aria di chi
aveva
capito cosa ronzava per la testa al suo interlocutore. ‒ Non penserai
ancora a
lui, vero?
‒
No ‒ rispose Sapphire all’istante. ‒ Ma ogni tanto mi torna in testa,
sai
com’è…
Blue
sospirò
con fare di rimprovero. ‒ L’ultima volta quando vi siete parlati?
Sapphire
sentì
l’amarezza delle parole. ‒ Nove mesi fa, era il mio compleanno, mi ha
regalato questa ‒ e mostrò il ciondolo con la pietra celeste attaccato
al suo
collo.
‒
E tu?
‒
L’ho scaricato in malo modo…
‒
Ma porti la collana che ti ha regalato. E hai anche una nuova bandana a
quanto
vedo ‒ aggiunse ben sapendo chi fosse il sarto creatore delle bandane di
Sapphire.
Sapphire
arrossì
di nuovo.
‒
Stavo pensando… ‒ esordì Blue prendendo un altro tono. ‒ prima agivo
come se
dovessi in qualche modo dimostrare di essere all’altezza di Green, di
Red o di
qualsiasi altro maschio avessi contro… ho capito solo dopo che non c’era
bisogno di dimostrare nulla a nessuno.
Sapphire
rialzò
lo sguardo e lo puntò negli occhi celesti di quella, poco più chiari dei
suoi.
‒
Alla fine ci sei solo tu ‒ le diede un buffetto sul naso con la punta
delle
dita. ‒ Deve valere così tanto quel ragazzo per te...
‒
Doveva ‒ la corresse Sapphire.
‒
Perché? Mica è morto… ‒ le strizzò l’occhio.
Sapphire
volle
ribattere, ma fu preceduta dall’arrivo di tutto il resto del gruppo
guidato da Green e Red che avevano condotto anche gli altri sulla
terrazza
panoramica del piano d’élite. Sapphire corse incontro a Green e Gold e
li
salutò dando un bacio sulla guancia a entrambi. Avevano uno strano
sorriso,
tutti e due, come se si stessero godendo ogni momento da persona normale
assieme
agli amici di sempre assaporandone il gusto quasi nostalgico. E forse
era
proprio così.
Dopo
un
minuto scarso di convenevoli e saluti, Gold propose di sedersi e bere
qualcosa, ma Gold lo precedette.
‒
Non qui.
‒
Abbiamo pensato di farvi vedere l’unica cosa per cui valga la pena di
avere il
trattamento speciale riservato a Campioni e Capipalestra ‒ spiegò Green.
‒
Tutti in costume ‒ consigliò Red.
Tutti
e
nove indossarono indumenti adatti alla balneazione, si diressero fino al
pianterreno, abbandonarono l’hotel e furono condotti dai due verso un
sottile e
abbandonato braccio di costa. Camminarono su una sabbia bianchissima, a
est
erano schermati da una scogliera e a ovest la spiaggia era vuota per
qualche
altro centinaio di metri. C’erano solo loro, un largo baldacchino sotto
al
quale era stata piazzata un lungo tavolo, nel punto più lontano dalla
riva
invece stavano delle cabine e delle docce.
A
tutti loro si aprì un mondo. La tensione per il Campionato, lo stress
per la
pressione mediatica, la stanchezza per il viaggio sembrarono sparire.
Tutto
sembrò sparire in una nuotata, una partita a beach volley. Tutti
tirarono fuori
pure i loro Pokémon in modo da farli rilassare all’esterno delle loro
claustrofobiche Poké Ball. E il pomeriggio scorse rapidamente, ben
presto il cielo
cominciò a farsi più rossiccio e il sole lentamente si avvicinò alla
linea
dell’orizzonte verso occidente.
‒
Avete degli asciugamani? ‒ chiese Sapphire uscendo fradicia dall’acqua.
Red
gliene
passò uno prendendolo da dentro la cabina. Era in microfibra, si
impregnava parecchio ma asciugava a velocità impressionante. Sapphire se
lo
avvolse attorno dopo essersi fatta una doccia.
‒
Siete riusciti a farmi distrarre dal mio allenamento, comunque, è
un’impresa
difficile ‒ disse al Campione di Kanto intercettandolo.
Quello
si
voltò. ‒ Credimi, rendono molto di più dopo un pomeriggio di relax in
spiaggia… ‒ scherzò quello.
‒
Hai trovato questa cosa delle interviste e delle foto tanto più
sfibrante di
una giornata da Campione?
‒
Di una giornata da Campione con le interviste e le foto? ‒ ironizzò lui.
Sapphire
sorrise
alla battuta.
‒
Per fortuna dovrebbe ridursi l’ammontare dei miei compiti dopo il mio
distacco
dalla regione di Johto.
‒
Ah, ci siete riusciti alla fine?
‒
Sì, i Superquattro rimangono gli stessi per entrambe le regioni, ma il
ruolo di
Campione e il compito di svolgere tutte le mansioni di amministrazione
della
Lega nella regione di Johto adesso spettano a Lance.
Nella
voce
di Red c’era una punta sottile di stanchezza. Sapphire non mancò di
notarla.
‒
Siamo felici che tu possa essere il rappresentante di Kanto, stai
iniziando a
stancarti?
‒
No, non mi lamento del mio lavoro.
‒
Lavoro, lo chiami?
‒
Dipende… ‒ gli occhi di Red si posarono sul gruppo dei suoi amici che
usciva
dal mare ridendo, Green che prendeva Blue sulle spalle e Gold che
trovava ogni
istante buono per lanciare il pallone a Crystal. ‒ quando lo facevamo
per il
solo gusto di farlo era tutto diverso. Ma andare in giro a sfidare
Capipalestra
non ti paga le bollette… ‒ mormorò.
‒
Ti manca tutto questo?
‒
Mi manca, certo.
Sapphire
cercò
di seguire la linea del suo sguardo per capire se stesse guardando
Yellow
o no. Ovviamente la cosa non le riuscì.
‒
Ma penso di poter fare qualcosa d’ora in poi, non so… provare a vederci
più
spesso, cercare qualche giornata in cui siamo tutti liberi e inventarci
robe
tipo questa.
‒
Vorrei potervi portare in qualche luogo di Hoenn, una volta…
‒
Oh, sono sicuro che si potrebbe fare.
‒
Tu dici?
‒
Ovvio, serve solo un po’ di… organizzazione… ‒ concluse la frase con un
tono
malinconico. Red era sempre stato quello più felice alla vista di tutta
la
squadra dei primi Dexholder riunita. Era uno che faceva piani, proposte,
sogni.
Ma ultimamente il sistema andava contro di lui. Quante cene non
realizzate,
quanti compleanni a sorpresa mai festeggiati, quante vacanze insieme
andate a
monte. Per fortuna sembrava bastasse un pomeriggio per scordare tutti i
piani
fatti assieme mai portati a termine.
‒
Tirate fuori l’alcol che qua Silver comincia ad avere sete ‒ lo
canzonava Gold.
‒
Sì, certo, ma prima ti accompagniamo a letto ‒ gli rispondeva il rosso.
All’imbrunire,
quando
le nuvole cominciavano a tingersi di un rosa tenue, numerosi camerieri
vestiti di bianco cominciarono a scendere direttamente dall’hotel e a
portare
luminosi vassoi e secchi pieni di ghiaccio e bottiglie alla tavola. Come
falene
attratte dalla fiamma, tutti si precipitarono verso le vivande, alcuni
ancora
avvolti nell’asciugamano, altri con addosso un paio di pantaloncini o
una
canotta in più. Il più entusiasta era Emerald.
Si
erano
seduti tutti, i camerieri erano spariti ed era stato portato del cibo
pure per i Pokémon quando Red, seduto a capotavola, si alzò in piedi e
diresse
verso il cielo la mano che stringeva il calice pieno di vino bianco. Gli
occhi
di tutti i presenti erano su di lui.
‒
A tutti noi ‒ enunciò. ‒ domani sarà una giornata come un’altra, andrà
tutto
bene, finché saremo tutti uniti.
Gold
fece
finta di avere un conato, Blue ridacchiò e Green alzò gli occhi al
cielo.
‒
…e per quanto per alcuni possa sembrare smielato ‒ proseguì il Campione
in tono
di rimprovero. ‒ credo di parlare a nome di tutti dicendo che siete una
delle
cose migliori che mi sia mai capitata.
‒
Vi voglio bene, amici ‒ spuntò fuori Yellow alzando il bicchiere come
Red.
Silver
stupendo
tutti fu il terzo ad unirsi al brindisi. Lo seguirono Emerald e
Crystal.
‒
Chi ci ammazza, a noi? ‒ e pure Gold entrò in scena.
‒
Non siamo tanto male… ‒ lo imitò pure Green.
Blue
aveva
gli occhi lucidi, anche lei alzò il calice. Sapphire si accodò
immediatamente.
‒
Vi auguro il meglio, e non per il torneo o altro… ‒ proseguì Red. ‒ …il
meglio
per sempre. Grazie di tutto.
Tutti
bevvero.
La cena cominciò ufficialmente, il cibo era, ovviamente, dieci volte
migliore di quello mangiato a pranzo. I brindisi che Gold proponeva per
qualsiasi cosa gli passasse per la mente davano alla serata quel tocco
di trash
che non guastava mai, Emerald cominciò a cacciare fuori canti
tradizionali
totalmente a caso man mano che il suo bicchiere si svuotava e poi si
riempiva
sempre più frequentemente, Blue era quella che sapeva raccontare storie
migliori, soprattutto quando di mezzo c’erano personaggi incontrati per
strada
che avevano tentato con lei un approccio non propriamente parrocchiale.
Il cibo
cominciò a terminare, i vini e lo champagne erano alla seconda ripresa.
Ormai
il cielo si era scurito del tutto e l’unica cosa che illuminava la
situazione
erano le candele che Red aveva romanticamente acceso dopo il
sopraggiungere
dell’oscurità e le luci lontane della città di Vivalet che si preparava
ad
accogliere il più grande evento Pokémon degli ultimi dieci o venti anni.
Sulle
ultime
tutti cominciarono ad alzarsi dalla tavola, a Yellow venne la geniale
idea di accendere un falò sulla spiaggia e con un po’ di impegno e olio
di
gomito riuscirono ad avere la loro fiamma tribale in poco tempo. Tutti
vi si
sedettero attorno sorseggiando le ultime scorte di acqua di fuoco che
avevano e
alternando con balli improvvisati e totalmente scoordinati. Qualcuno
proponeva
di dormire sulla sabbia sopra agli asciugamani, segno che il sonno e le
due o
tre ore dopo la mezzanotte cominciavano a premere sulle loro palpebre.
Sapphire
aveva
la testa che girava, c’era Crystal accanto a lei che dormiva avvolta in
un telo da mare, Gold ed Emerald ridevano assieme ad un ben poco sobrio
Silver
mentre Blue e Green vagavano da una parte all’altra della spiaggia come
lei.
Sulla scogliera, poco lontano, stava Red con una Yellow distrutta che
teneva la
testa poggiata sulla sua spalla. Guardavano la luna.
Quando
Blue
scelse di tornare in camera per chiudere gli occhi decentemente e
svegliò
Crystal per suggerirle di permettersi lo stesso lusso, la ragazza di
Hoenn
rimase sola con Green che giocava con le braci di un fuoco ormai spento.
‒
Ti vede, eh ‒ esordì lei con il ragazzo dagli occhi color giada
sedendoglisi
accanto. ‒ …come la guardi ‒ con molta probabilità era lo champagne a
parlare
in buona fede per lei.
‒
Mh, cosa? ‒ le chiese quello. Neanche lui era troppo asciutto.
‒
Blue ‒ spiegò. ‒ non ti darà mai la soddisfazione di fare la prima
mossa.
‒
Ma quale prima mossa? Ci conosciamo da duemila anni, non è storia, la
nostra.
‒
Non mi sembra una motivazione valida ‒ fece Sapphire portando lo sguardò
a
Yellow e Red, che nel frattempo si erano avvolti l’una nelle braccia
dell’altro, e facendo sì che Green la seguisse.
‒
Blue è affascinante e intelligente ma non ha regole, non ho tempo di
stare
dietro ad una come lei…
‒
Eppure lo fai.
La
risposta
di Green si fece attendere. Le loro voci erano melliflue e rilassate,
ma la pausa fu troppo lunga perché ci potesse essere un’altra risposta
da parte
di Green.
‒
E lei te lo lascia pure fare… ‒ proseguì Sapphire.
‒
Bah, penso che meno ci mettiamo in mezzo, meno rischiamo di fare
stronzate…
La
ragazza
dondolò su se stessa. ‒ Lo pensavo anche io, ma mi pare che tu abbia
già passato quella fase, ora sei più morbido, no?
Green
si
imbronciò leggermente.
‒
Blue si è divertita e sa come divertirsi quando vuole. Ma ora cerca
serietà,
avete pure ventidue anni, non potete continuare a giocare ‒ la lasciva
saggezza
della brilla Sapphire metteva a disagio il Capopalestra di Smeraldopoli.
Green
gettò
qualcosa nel fuoco, forse un sasso, forse una conchiglia. ‒ Non so se mi
va, magari è il caso che io mi trovi qualcun altro… ‒ il ragazzo si alzò
e fece
per andarsene.
Sapphire
si
incupì. ‒ Che ti trovi qualcun altro per convincerti ad ignorare Blue? ‒
Sentì Green fermarsi e percepì la sua titubanza nel rispondere.
‒
Forse sì ‒ e si allontanò.
Sapphire
attese
qualche minuto da sola, poi salutò gli altri e si diresse verso l’hotel.
Si buttò sul suo letto felice, felice per la serata meravigliosa e per
aver
degli amici del genere. Era stanca, ma stanca dal divertimento. Si fece
una
doccia e, dopo essersi asciugata, chiuse gli occhi con indosso una
maglia
troppo grande per lei e gli slip. Strinse la bandana al suo petto.
Era
felice,
sì, ma nella sua scatola di cartone mancava qualcosa.
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