Capitolo
2: Ludi
circenses pt. 2
Sapphire
si
trovò di nuovo, alla stessa ora del giorno prima, infilata dentro quella
tribuna-terrazza assieme agli altri pezzi
grossi. La voce del presentatore tornò a propagarsi per tutto lo
stadio
sovrastando le ovazioni del pubblico. L’introduzione fu più breve di
quella del
giorno precedente, bisognava soltanto puntualizzare che quel giorno ai
vincitori del girone precedente si sarebbero aggiunti i Capipalestra
provenienti da tutte le regioni fuorché Holon, gli Assi dei Parchi Lotta
di
tutto il mondo e gli Allenatori con un numero di medaglie compreso tra
nove e
ventiquattro. La maggior parte dei Dexholder che non aveva ancora un
impiego
stabile, si era dilettato a sfidare le palestre in giro per il mondo:
Sapphire
ne aveva conquistato un numero spropositato; Gold e Blue sarebbero
entrati al
girone seguente dal momento che avevano superato la quota di
ventiquattro,
solamente Silver; che aveva sfidato Capipalestra a tempo perso, avrebbe
lottato
quel giorno. E ovviamente anche Green, in qualità di Capopalestra di
Smeraldopoli.
Avendo
già
augurato buona fortuna ai due amici, Sapphire si mise a scrutare il
tabellone appena proiettato sul muro. Si rese conto di conoscere quasi
tutti
quei nomi, settantadue di quelle persone lei le aveva già affrontate.
Poi
c’erano gli otto vincitori del giorno prima, i boss dei parchi lotta e
infine
una trentina di Allenatori per lo più ignoti alla gran parte ma che
evidentemente negli anni si erano impegnati abbastanza da conquistare
tutte
quelle medaglie. Il numero era drasticamente più basso rispetto a quello
degli
sfidanti sconosciuti del primo turno poiché pochi erano quegli stoici
che
abbandonavano la propria regione per andare a lottare in palestra anche
nelle
altre, se lo facevi eri o un rampollo di una qualche famiglia importante
o un
Dexholder.
Gli
incontri
cominciarono.
Il
pubblico
era estasiato: il livello si era rialzato parecchio rispetto al giorno
prima, le lotte erano spettacolari e devastanti e almeno questa volta i
commentatori, ossia gli Allenatori di Rango S, avevano osservazioni
interessanti da fare sulle tattiche o sulle trovate geniali di certi
lottatori.
Tra tutti si distinsero particolarmente Corrado, il Capopalestra più
forte si
Sinnoh, Sandra, la sorella di Lance e Adriano, che era stato Campione di
Hoenn.
Ovviamente anche Green fece il suo figurone. Crystal resistette per due
turni
prima di finire contro Alfredo e cedergli il turno. Lei accettò la
sconfitta
con una risata di rammarico, ma il pubblico le comunicò il suo sostegno
con uno
dei boati più forti che avesse mai emesso durante tutto l’evento. Aveva
realizzato comunque un risultato migliore di tutti quelli che avevano
passato
il girone assieme a lei e che avevano perso alla prima lotta. E anche di
tutti
i trenta Allenatori entrati con in mano più di otto medaglie che morsero
un
duro boccone di realtà comprendendo che i Capipalestra non utilizzano
tutto il
loro potere nelle lotte contro gli sfidanti, poiché devono soltanto
testare che
le loro abilità abbiano raggiunto un certo livello. Rimase di loro
solamente
Silver che si giostrava in mezzo a quelle bestie fameliche con il suo
marmoreo
broncio di serietà.
Sapphire
notò
che Ruby era interessato ad uno in particolare dei suoi Capipalestra:
Lino. Il ragazzo che era stato allievo di Norman aveva preso il suo
posto come
leader di Petalipoli non appena Ruby era riuscito a divenire Campione
sconfiggendo Rocco. Era incredibile, sembrava che le qualità di Norman
si
fossero come impiantate in lui ma anche che quest’ultimo avesse quasi
paura di
utilizzarle. Fece finta di ignorare o rispondeva solo con un leggero
cenno di
assenso alle occhiate che Lino gli lanciava attraverso il vetro dopo
ogni
vittoria.
‒
Papà non è mai stato particolarmente estroverso, ma si capiva che avesse
visto
la grandezza in lui ‒ lo sentì dire a Red.
Notò
anche
che era la prima volta dopo tanto tempo che vedeva i due
Campioni-Dexholder rivolgersi la parola. Le sembrava strano, ma non le
dava più
di tanto fastidio. Notò l’espressione di Red, troppo concentrata sulle
lotte
per dimostrare ben che minima attenzione a Ruby. E come poteva
biasimarlo, ciò
che avveniva sotto i loro nasi era uno dei più grandi spettacoli che mai
si
fosse visto. E sicuramente pure il pubblico lo aveva notato, già
dall’inizio
della giornata tra la folla spiccavano striscioni e bandiere di sostegno
alla
regione intera o ad un singolo Capopalestra.
In
quel
momento Sapphire lo notò: ogni combattente era vestito in maniera casual
o
caratteristica del personaggio che si era costruito, ma indossava una
fascia
attorno al braccio o al collo o a dove gli paresse più gradevole che
raffigurava lo stemma della sua regione. Tutte uguali, solo utilizzate
in
maniera diversa, di sicuro consegnate dall’organizzazione. La ragazza si
rese
conto all’improvviso di sentire un forte legame nei confronti di
Adriano, Alice
e Lino, gli unici Capipalestra di Hoenn rimasti in gara. Era forse
appartenenza?
Certo,
viaggiava
fuori Hoenn da parecchio, ma era la sua casa, la sua terra natia. Aveva
esplorato la regione in lungo e in largo dai suoi dodici ai suoi sedici
anni in
compagnia di Ruby, prima degli eventi legati al meteorite che senza il
loro
intervento avrebbe distrutto il pianeta. Ne conosceva ogni piega e ogni
anfratto. Ad Hoenn aveva pianto, ad Hoenn aveva gioito. Da Hoenn era
cominciata
la sua storia come Conqueror. Ad
Hoenn
aveva anche conosciuto i suoi migliori amici, in quella fantastica e
pericolosissima giornata al Parco Lotta.
Hoenn
era
una regione meravigliosa, la perfetta unione di terra e mare, e Sapphire
si
sentiva parte costituente di essa. All’improvviso desiderò di avere una
fascia
come quella, pensò che forse le sarebbe stata consegnata prima di
iniziare a
lottare.
‒
Forza ‒ mormorò quasi spontaneamente, appiccicata al vetro e
concentratissima
sullo scontro che stava svolgendosi in quel momento: Camelia da
Sciroccopoli
contro Adriano da Ceneride. Entrambi i loro Pokémon erano un manifesto
di
grazia e bellezza, ma Adriano la surclassò spaventosamente nonostante lo
svantaggio di tipi. La ragazza esultò e non poté non far vagare lo
sguardo
nella stanza desiderosa di incontrare la figura di Ruby in cerca di una
sua
reazione di qualche tipo. Lo trovò davanti all’obbiettivo della
telecamera
degli inviati della tv.
‒
Adriano è un Allenatore validissimo, e anche un maestro delle Gare
Pokémon, ha
tutto il mio sostegno di ex allievo in questo torneo anche perché spero
di
poterlo affrontare dopodomani nel mio girone… ‒ stava dicendo il
ragazzo. Era
più serio che mai, sembrava fiducioso nel suo vecchio maestro.
Sapphire
ripensò
del mantello che gravava sulle spalle del Campione di Hoenn. Quel
mantello era appartenuto per lungo tempo a Rocco, per poi passare ad
Adriano,
tornare al suo vecchio possessore e alla fine migrare fino a Ruby.
Rocco,
ricordò, aveva rifiutato di essere declassato a Superquattro e si era
ritirato
in Allenamento alle Cascate Meteora come la volta precedente. Ma dopo
quello
non aveva mai riprovato ad accaparrarsi il trono una terza volta, era
invece
volato fino a Holon dove aveva preso un appartamento per fare richiesta
di
essere assunto come Capopalestra. E lo era diventato: Rocco Petri,
Capopalestra
di tipo Acciaio nella città
di
Altelia e proprietario della Devon Spa dopo la morte del padre. Nessuno
di
Capipalestra di Holon però aveva partecipato a quel torneo, così come i
Superquattro e il Campione della regione.
Erano
ormai
arrivati al terzo turno, il penultimo, rimanevano sedici partecipanti
tra
i quali figuravano ovviamente Green e Silver.
“Per
il
primo incontro che decreterà uno dei vincitori del girone B…” tuonò ad
un
certo punto il presentatore. “Green, Capopalestra di Smeraldopoli contro
Palmer,
Boss Torre del Parco Lotta di Sinnoh e Johto!”
Il
Dexholder
uscì dal corridoio degli Allenatori stirando i muscoli, con gli occhi
fissi sul terreno di combattimento e la fascia con il sigillo della
regione di
Kanto stretta al braccio appena sotto la spalla. Batté due colpi con la
mano su
di essa per poi alzarla con due dita su in simbolo di vittoria verso la
tribuna
che alzava più striscioni col nome della regione scritto sopra,
un’ovazione
interminabile si levò da quei quartieri. Il biondo Palmer gli comparve
di
fronte, gli sorrise e pure lui si mise al suo posto all’altro estremo
del
campo, con la doppia fascia di Sinnoh e Johto a mo’ di sciarpa.
Fu
dato
il permesso di iniziare, un Milotic venne fuori per la fazione di Baldo
e
un Porygon-Z per quella di Green.
‒
Falcecannone! ‒ fu il primo
ordine di
Green.
‒
Dragopulsar! ‒ quello di
Palmer.
Fuochi
d’artificio,
le due mosse si scontrarono senza però raggiungere l’avversario.
Ci fu un secondo rapido scambio di attacchi andato a vuoto tra i due
finché
Green non riuscì a precedere l’avversario con un attacco Tripletta.
Milotic
non
subì troppi danni, ma rimase paralizzato. Palmer non si lasciò
intimidire,
con uno sforzo immane impresso sulla sua Idropompa
il Pokémon Tenerezza riuscì centrare il nemico.
‒
Scarica! ‒ intervenne però
Green.
E
il primo Pokémon nemico sembrava dover cedere.
‒
Surf! ‒ esclamò Palmer.
La
risposta
di Green fu rapida, con Conversione2
Porygon ne uscì quasi illeso trasformandosi in un tipo Erba.
‒
Solarraggio! ‒ aggiunse
prontamente
il Capopalestra.
Vittoria
assoluta.
Milotic cadde al tappeto con dignità dopo aver resistito a ben tre
potenti mosse avversarie. Palmer fece una smorfia e lo scambiò con
Dragonite.
Green imitò il cambiò, mandando in campo Charizard.
Tra
i
due rettili cominciò uno scontro ad alta quota composto per lo più da
artigliate feroci e violente codate. Gli Allenatori si limitavano a dare
alcune
sporadiche indicazioni ogni tanto, ma nel frattempo nessuno dei due
aveva
ancora utilizzato una mossa speciale.
La
zuffa
proseguì per un po’ finché Green non colse un attimo particolare in cui
Dragonite stava prendendo la carica contro il nemico con le ali nella
loro
massima apertura e ‒ Ondacalda! ‒
ordinò
a Charizard.
Il
forte
vento torrido non inflisse danni ingenti all’avversario ma gli fece
perdere l’equilibrio, cosa che permise al Capopalestra di sferrare un
secondo
colpo: Dragopulsar.
‒
Pietrataglio! ‒
Palmer era su tutte le furie.
Charizard
fu
colpito in pieno dalle aguzze rocce lanciate dal Pokémon Drago, ma non
cedette.
‒
Oltraggio! ‒ continuò quindi
il Boss
Torre.
Dragonite
si
scagliò contro l’avversario già tentennante raccogliendo ogni sua
singola
energia. Charizard rovinò sul terreno, ma non ebbe tempo di riprendere
fiato,
un secondo crudele affondo di Dragonite gli strappò un ruggito di
dolore.
Charizard era a terra, Dragonite stava tornando ad alta quota.
‒
Muro Di Fumo! ‒ fu l’ordine
di Green.
In
un
istante, una cortina di caligine nera e densissima coprì tutta l’area
del
combattimento. Dragonite, implacabile, tornò giù a gran velocità per
l’ultimo
affondo prima della confusione. Ma nessuno udì tonfi o ruggiti. In poco
tempo,
il fumo si diradò. La scena che tutto il pubblico si ritrovò a fissare
in presa
all’ansia strappò ad ognuno dei presenti un grido di esultanza data la
sua epicità.
Charizard era sparito, al suo posto era comparso uno Scizor
dall’armatura
scintillante che stringeva Dragonite per il collo con una delle sue
chele
micidiali. La mossa usata era Ghigliottina.
Lo suggerivano gli occhi di Dragonite che avevano perso la loro
tetra luce
di furore e si erano invece svuotati di tutta l’energia. Dragonite era
KO.
Il
Boss
Torre trasse un lungo sospiro e sembrava dover imprecare da un momento
all’altro. Ma si calmò. Tutti i suoi commenti furono riassunti da un
sorriso di
sfida rivolto al suo avversario. Cresselia sostituì Dragonite negli
avamposti
del suo esercito. Green era più carico che mai. Venne in campo avvolta
in
nastri di energia luminosa più splendida che mai.
‒
Forbice X!
‒ Psicotaglio!
Green
era
in vantaggio tecnico, con un Pokémon Coleottero-Acciaio, ma Cresselia
era
pur sempre un Pokémon leggendario. E con una certa predilezione per la
difesa,
anche.
Lo
scontro
si svolse lentamente, Scizor non riusciva ad evitare il grosso delle
mosse avversarie, finendo a terra spesso, ma rispondendo con violenza
incredibile attraverso gli ordini del suo Allenatore. Green era deciso a
vincere, ma Palmer sembrava particolarmente sicuro del proprio asso
nella
manica.
Quando
tutti
e due erano evidentemente affaticati, uno scontro tra un Metaltestata
e uno Psicoshock fece crollare il terzo Pokémon di Green. Non era stata
una mossa particolarmente potente, ma solo la goccia che fece traboccare
il
vaso, la fatica si sentiva da entrambi i lati. Il Capopalestra di
Smeraldopoli
era deluso, avrebbe voluto concludere la partita senza ricorrere di
nuovo a
Porygon-Z. Lo mandò di nuovo in campo.
‒
Raggiaurora! ‒ esclamò Palmer
ricordando la conversione del Pokémon avversario al tipo Erba.
‒
Segnoraggio!
Le
due
emanazioni di energia si sfiorarono, andando a segno entrambe. E mentre
il
pubblico tratteneva il fiato per sapere se uno dei due Pokémon avrebbe
riaperto
gli occhi per primo decretando il vincitore, Green ebbe l’intuizione.
Porygon-Z
tornò
nella sfera, esausto e al suo posto si mostrò Charizard, distrutto ma
ancora cosciente. Dal lato opposto del campo, Cresselia non dava cenni
di vita.
“Il
vincitore
è Green, Capopalestra di Smeraldopoli!”
Caos
dalle
tribune.
‒
Sì! ‒ si lasciarono sfuggire assieme Sapphire e Red.
Green,
senza
perdere il suo piglio di serietà, si rivolse verso le terrazze di
partecipanti e guardò Furio, suo ex maestro, uscito al turno precedente.
Fece
un cenno col capo, quello rispose annuendo fiero. Palmer strinse la mano
al suo
avversario e accettò la sconfitta di buon grado, per i suoi standard
almeno.
Gli
scontri
che si tennero subito dopo non furono meno emozionanti: Corrado da
Arenipoli vinse Cyprian da Grecalopoli, Adriano da Ceneride sconfisse
Blaine
dall’Isola Cannella. Alfredo da Mogania batté la sua vicina Sandra da
Ebanopoli. Cassandra da Idresia, Capitale di Sidera, abbatté Edel da
Fractalopoli e infine Aristide da Boreduopoli mandò a casa Alice da
Forestopoli. Fu uno spettacolo assistere allo scontro tra Baldo, Re
Piramide di
Hoenn, e Lt. Surge in cui il primo vinse in maniera esagerata grazie
alla sua
squadra composta dai tre Regi. Per l’ottavo e ultimo posto di vincitore,
si
sarebbero affrontati il Dexholder Silver e Lino, successore di Ruby e
Norman.
Lo
scontro
fu intenso, ma quando rimasero soltanto il Cacturne del Capopalestra
contro il Kingdra di Silver Ruby si strinse sempre più le braccia al
petto come
per sostenere con le sue forze la squadra di Lino. Sapphire non riusciva
a
comprenderlo, ogni volta avere a che fare con Ruby era per lei
un’esperienza
parallela alla realtà.
Quel
ragazzo
i cui modi eleganti e un po’ vanesi erano diventati il marchio di
fabbrica del suo personaggio, in certi momenti sembrava fare a cambio
come in
una staffetta col Ruby serio e determinato di qualche anno prima.
Qualche anno
prima. Quando ancora lui non era sulla copertina di tutte le riviste,
sulle
varie pagine di gossip, sulle pubblicità delle acque di colonia.
Lino
tentò
in tutti i modi di sconfiggere il fulvo dagli occhi d’argento, ma la
squadra di quest’ultimo ebbe la meglio. Kingdra ne uscì affaticato ma
vincitore. Ruby si precipitò fuori dalla terrazza.
Sapphire,
che
lo fissava con sospetto dall’inizio dell’incontro quasi perdendosi
l’intera
lotta, lo seguì. Era la prima volta che Ruby abbandonava la terrazza
dei pezzi grossi.
Si
trovava
su una rampa di scale a metà strada tra il terzo e il secondo piano
quando udì sotto di lei la voce di Lino che, spezzata da singhiozzi
asciutti,
balbettava qualcosa.
‒
M-mi dispiace, io… non… s-scusa…
‒
Calma ‒ tuonò Ruby deciso.
Lino
si
zittì, sembrava aver smesso di respirare.
‒
È tutto ok, posso risolvere la questione, non devi preoccuparti, ok?
Guardami.
‒
Ruby, ti prego, non permettere che…
‒
No. Andrà tutto bene.
Sapphire,
sempre
più confusa, udì i passi di Ruby che risalivano le scale. Allungò una
mano
alla sua destra e ringraziò qualsiasi divinità le venne in mente quando,
premendo il bottone dell’ascensore, si rese conto che quest’ultimo fosse
già al
suo piano. Vi entrò e premette il tasto con l’uno sopra. Scomparve prima
che
Ruby potesse accorgersi di lei.
Quella
sera
in hotel si svolse in maniera del tutto differente da quella prima. La
giornata era stata molto più movimentata di quella precedente, Crystal
aveva
subito una sconfitta gloriosa che era stata persino ricordata dai
commentatori
del post gara come uno degli scontri più emozionanti del girone, Green e
Silver
erano riusciti ad arrivare tra gli otto vincitori e a passare al girone
successivo. C’era allegria nell’aria. Tutti si concessero un brindisi
entusiasta anche se assonnato. Gold non mancò di elogiare la bravura di
Silver
nelle lotte per poi passare velocemente alla sua influenza sulle giovani
fan
perse di lui. Andarono a dormire tutti soddisfatti, con l’entusiasmo
ancora
nelle vene.
Una
terza
giornata di fila nella terrazza
dei
pezzi grossi per Sapphire. Quel giorno, oltre agli otto vincitori
del giorno
prima avrebbero combattuto i Superquattro di tutte le regioni, i
conquistatori
di almeno un Parco Lotta e gli Allenatori con un numero di medaglie
compreso
tra venticinque e quarantotto. Quindi, del suo gruppo di Dexholder,
Green,
Silver, Emerald, Gold e Blue. Scendendo a dare una pacca di
incoraggiamento a
tutti, la ragazza si rese conto che i vincitori salivano al piano
successivo
dopo aver passato il girone. Trovò la terrazza dei rango A molto più
libera di
quella del piano di sotto, seppe in seguito che essendo di trentasei il
totale
dei Superquattro e di otto il numero dei rango B promossi, con
l’aggiunta degli
Allenatori esterni che avevano conquistato quel posto grazie a medaglie
o
vittorie dei parchi, il numero arrivava appena a sessantaquattro. Quindi
si
sarebbero svolti tre turni prima di decretare gli otto selezionati che
sarebbero andati avanti.
Ricominciò
tutto
esattamente come il giorno prima, ma più caotico, più rumoroso, più
intenso. Tutti coloro che erano arrivati a quel punto godevano di una
discreta
fama. Persino gli Allenatori non dell’Associazione Pokémon che al turno
precedente Sapphire aveva etichettato come sconosciuti, erano parecchio
famosi
invece stavolta. Forse di più quelli che avevano vinto ai Parchi Lotta.
Si rese
pure conto, la ragazza, che l’età media si era rialzata parecchio e
c’erano
molti veterani dai capelli lievemente sbiancati in mezzo a quei
sessantaquattro
allenatori rango A. Poi l’occhio le cadde su una ragazza: era
giovanissima,
aveva i capelli scuri e gli occhi dal colore scintillante. Il suo volto
era
curato e dai tratti nobili.
Quella,
probabilmente
sentendosi osservata, si voltò verso di lei. Il suo sguardò si
riempì di luce più di quanto già non lo fosse già prima. Le venne
incontro.
‒
Tu devi essere Sapphire Birch ‒ fece quella. La sua voce era calma e
serafica,
con un accento distinto.
‒
Ehm… sì ‒ rispose lei.
‒
Il mio nome è Platinum Berlitz ‒ si presentò. ‒ e sono una dei Dexholder
di
Sinnoh.
Sapphire
non
poté trattenere un’espressione di gioia geneticamente modificata. Era
felice di sapere che ci fossero altri Dexholder ma aveva sempre creduto
che il
suo gruppo di amici detenesse fieramente quel titolo.
‒
Piacere, ecco ‒ ebbe l’illuminazione ‒ ho sentito parlare di te, hai
conquistato il Parco Lotta di Sinnoh l’anno precedente.
Quella
annuì.
‒
Sì, ti conosco, vieni, ti presento ai miei altri colleghi ‒ E la accompagnò da coloro che aveva appena salutato.
Il
volto
di Platinum si riempì di una sorta di controllato stupore quando questa
incontrò tutti quei Dexholder insieme. A livello fisiognomico dimostrò
di
conoscerli tutti. Ma i cinque ebbero purtroppo poco tempo per parlare,
il
presentatore cominciò con la solita introduzione del girone della
giornata,
Sapphire dovette risalire in fretta e gli altri furono costretti a
prepararsi.
‒
Buona fortuna, Platinum! ‒ esclamò la ragazza di Hoenn vedendola andare
via.
Era
una
ragazza impressionante, con un portamento elegante ed era stata
abbastanza
brava da entrare nello stesso girone di gente come Emerald o Blue
nonostante
avesse solo tredici anni. Sapphire pensò più a lei che ai suoi amici
tornando
di sopra.
‒
Ho incontrato una Dexholder di Sinnoh, si chiama Platinum ‒ disse a Red
trovandolo davanti alla vetrata.
‒
La conosco di fama ‒ annuì. ‒ Hai presente Palmer, quello contro cui
Green ha
rischiato quasi di perdere?
Sapphire
annuì.
‒
Lei lo ha battuto alla Torre Lotta, dopo quarantanove lotte consecutive.
Sapphire
ebbe
un sussulto di stupore.
Fu
mostrato
il tabellone degli incontri, proprio per primo venne chiamato Emerald
a scontrarsi con Mirton, dei Superquattro di Unima. Il biondo vinse
quasi senza
alcun problema. Passarono il primo turno pure Gold, che batté Malva da
Kalos,
Silver che ebbe la meglio su Frida da Hoenn, Blue e Green che
sconfissero
rispettivamente Cassandra e Karen. Anche Platinum riuscì a vincere
contro
Aristide e andò avanti. Al secondo turno, con rammarico di tutti i loro
amici,
dovettero affrontarsi Silver e Blue. Ogni singolo Dexholder di Kanto,
Johto o
Hoenn conosceva l’affetto che legava i due, ovviamente secondo tutti non
ci
sarebbe potuta essere eventualità peggiore. Tuttavia, si erano già tutti
preparati ala possibile sfida contro un proprio amico, quindi sia Blue
che
Silver inghiottirono l’amaro boccone e scesero in campo. Lo scontro vide
Feraligatr, Rhyperior e Honchkrow contro Clefable, Nidoqueen e Blastoise
e
sprigionò un’energia incredibile. Sotto gli occhi attoniti di tutti i
loro
compagni, Silver e Blue furono più che violenti e spietati.
Silver
ne
uscì vincitore per poco, con ancora il suo Honchkrow ancora in piedi.
Blue,
digerita immediatamente la sconfitta, si diresse verso l’amico al centro
del
campo e lo abbracciò.
‒
Sei stato bravo, Silver ‒ gli sussurrò all’orecchio.
Ovviamente
le
telecamere notarono il sottile movimento delle sue labbra e nelle ore
seguenti i più disparati opinionisti della televisione provarono ad
identificare le parole della ragazza che aveva concesso un simile gesto
di
tenerezza a colui che l’aveva sconfitto. Blue si riprese in parte
scoppiando a
ridere a crepapelle leggendo le varie teorie che circolavano sul web.
Negli
incontri
successivi si portarono al terzo turno con una vittoria pure Emerald,
Gold, Green e Platinum. Erano rimasti solo in sedici. Quando un paio di
scontri
alzarono l’entusiasmo della gente ancora di più, per quanto possibile:
Vulcano
e Corrado, amici da sempre, si affrontarono e fu proprio il Capopalestra
ad
uscirne vincitore. Nardo non si trattenne dallo scherzare dicendo “potrebbero
anche scambiarsi i ruoli” non
rendendosi conto di essere stato più che equivoco, data percepibile
differenza
di stipendio tra i due. Quindi Luciano abbatté Bruno per vantaggio di tipo, come suggerì qualcuno. Tuttavia dopo poco
Koga riuscì a vincere Catlina, sfatando tale voce. Green vinse il
Superquattro
di Sidera, Algol e Silver sconfisse quello di Kalos, Narciso. Gli altri
vincitori del girone furono Drake, Superquattro di Hoenn, Baldo, Re
Piramide
che non intendeva arrendersi e infine Adriano, che sconfisse Platinum.
Dopo che
l’ultimo suo Pokémon cadde a terra, ella rimase per qualche istante
ferma sul
posto. Sembrava scossa internamente dal desiderio di piangere senza però
mostrare alcun sentimento al di fuori. Adriano le corse incontro con
volto
serio. Le prese la mano e, inginocchiandosi la baciò dolcemente.
‒
È stato un onore, signorina, la
vostra
fama non mente ‒ le sussurrò.
Erano
pochi
a chiamarla così, a conoscerla per ciò che aveva fatto davvero e darle
del voi. Platinum comprese subito che qualcuno aveva parlato ad Adriano
delle
sue avventure e rimase piacevolmente sorpresa. Se ne andò con un sorriso
serafico stampato in volto. Ovviamente anche quella del baciamano fu una
delle
scene che fecero parlare di più i commentatori sia durante che dopo
l’evento.
Sapphire si rese conto che nei momenti vuoti, per quanti pochi fossero,
venivano mandati sui maxi schermi i replay delle scene più avvincenti e
commoventi del torneo. Se ne rese conto solo in quel momento perché
l’abbraccio
di Silver e Blue e il baciamano di Adriano e Platinum fu sparato con la
frequenza di uno spot pubblicitario su una tv satellitare.
“Siamo
qui
per l’ultimo incontro di oggi che ci darà l’ottavo, l’ultimo vincitore
del
girone A…”
Sapphire
si
rese conto che mancava effettivamente ancora una lotta. Cercò lo sguardo
di
Red e, incrociandolo, comprese che pure lui se ne era completamente
dimenticato. Gold contro Emerald. Era incredibile quanto fosse facile
distrarsi
dal tenere d’occhio il resto del tabellone in mezzo al tifo per i propri
corregionali, il sostegno per gli amici, gli scossoni emotivi di certe
scene
particolarmente emozionanti e il caos generale dell’evento.
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