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Lev - CEP - 2 - Ludi Circenses pt. 2

Capitolo 2: Ludi circenses pt. 2
 
 
Sapphire si trovò di nuovo, alla stessa ora del giorno prima, infilata dentro quella tribuna-terrazza assieme agli altri pezzi grossi. La voce del presentatore tornò a propagarsi per tutto lo stadio sovrastando le ovazioni del pubblico. L’introduzione fu più breve di quella del giorno precedente, bisognava soltanto puntualizzare che quel giorno ai vincitori del girone precedente si sarebbero aggiunti i Capipalestra provenienti da tutte le regioni fuorché Holon, gli Assi dei Parchi Lotta di tutto il mondo e gli Allenatori con un numero di medaglie compreso tra nove e ventiquattro. La maggior parte dei Dexholder che non aveva ancora un impiego stabile, si era dilettato a sfidare le palestre in giro per il mondo: Sapphire ne aveva conquistato un numero spropositato; Gold e Blue sarebbero entrati al girone seguente dal momento che avevano superato la quota di ventiquattro, solamente Silver; che aveva sfidato Capipalestra a tempo perso, avrebbe lottato quel giorno. E ovviamente anche Green, in qualità di Capopalestra di Smeraldopoli.
Avendo già augurato buona fortuna ai due amici, Sapphire si mise a scrutare il tabellone appena proiettato sul muro. Si rese conto di conoscere quasi tutti quei nomi, settantadue di quelle persone lei le aveva già affrontate. Poi c’erano gli otto vincitori del giorno prima, i boss dei parchi lotta e infine una trentina di Allenatori per lo più ignoti alla gran parte ma che evidentemente negli anni si erano impegnati abbastanza da conquistare tutte quelle medaglie. Il numero era drasticamente più basso rispetto a quello degli sfidanti sconosciuti del primo turno poiché pochi erano quegli stoici che abbandonavano la propria regione per andare a lottare in palestra anche nelle altre, se lo facevi eri o un rampollo di una qualche famiglia importante o un Dexholder.
Gli incontri cominciarono.
Il pubblico era estasiato: il livello si era rialzato parecchio rispetto al giorno prima, le lotte erano spettacolari e devastanti e almeno questa volta i commentatori, ossia gli Allenatori di Rango S, avevano osservazioni interessanti da fare sulle tattiche o sulle trovate geniali di certi lottatori. Tra tutti si distinsero particolarmente Corrado, il Capopalestra più forte si Sinnoh, Sandra, la sorella di Lance e Adriano, che era stato Campione di Hoenn. Ovviamente anche Green fece il suo figurone. Crystal resistette per due turni prima di finire contro Alfredo e cedergli il turno. Lei accettò la sconfitta con una risata di rammarico, ma il pubblico le comunicò il suo sostegno con uno dei boati più forti che avesse mai emesso durante tutto l’evento. Aveva realizzato comunque un risultato migliore di tutti quelli che avevano passato il girone assieme a lei e che avevano perso alla prima lotta. E anche di tutti i trenta Allenatori entrati con in mano più di otto medaglie che morsero un duro boccone di realtà comprendendo che i Capipalestra non utilizzano tutto il loro potere nelle lotte contro gli sfidanti, poiché devono soltanto testare che le loro abilità abbiano raggiunto un certo livello. Rimase di loro solamente Silver che si giostrava in mezzo a quelle bestie fameliche con il suo marmoreo broncio di serietà.
Sapphire notò che Ruby era interessato ad uno in particolare dei suoi Capipalestra: Lino. Il ragazzo che era stato allievo di Norman aveva preso il suo posto come leader di Petalipoli non appena Ruby era riuscito a divenire Campione sconfiggendo Rocco. Era incredibile, sembrava che le qualità di Norman si fossero come impiantate in lui ma anche che quest’ultimo avesse quasi paura di utilizzarle. Fece finta di ignorare o rispondeva solo con un leggero cenno di assenso alle occhiate che Lino gli lanciava attraverso il vetro dopo ogni vittoria.
‒ Papà non è mai stato particolarmente estroverso, ma si capiva che avesse visto la grandezza in lui ‒ lo sentì dire a Red.
Notò anche che era la prima volta dopo tanto tempo che vedeva i due Campioni-Dexholder rivolgersi la parola. Le sembrava strano, ma non le dava più di tanto fastidio. Notò l’espressione di Red, troppo concentrata sulle lotte per dimostrare ben che minima attenzione a Ruby. E come poteva biasimarlo, ciò che avveniva sotto i loro nasi era uno dei più grandi spettacoli che mai si fosse visto. E sicuramente pure il pubblico lo aveva notato, già dall’inizio della giornata tra la folla spiccavano striscioni e bandiere di sostegno alla regione intera o ad un singolo Capopalestra.
In quel momento Sapphire lo notò: ogni combattente era vestito in maniera casual o caratteristica del personaggio che si era costruito, ma indossava una fascia attorno al braccio o al collo o a dove gli paresse più gradevole che raffigurava lo stemma della sua regione. Tutte uguali, solo utilizzate in maniera diversa, di sicuro consegnate dall’organizzazione. La ragazza si rese conto all’improvviso di sentire un forte legame nei confronti di Adriano, Alice e Lino, gli unici Capipalestra di Hoenn rimasti in gara. Era forse appartenenza?
Certo, viaggiava fuori Hoenn da parecchio, ma era la sua casa, la sua terra natia. Aveva esplorato la regione in lungo e in largo dai suoi dodici ai suoi sedici anni in compagnia di Ruby, prima degli eventi legati al meteorite che senza il loro intervento avrebbe distrutto il pianeta. Ne conosceva ogni piega e ogni anfratto. Ad Hoenn aveva pianto, ad Hoenn aveva gioito. Da Hoenn era cominciata la sua storia come Conqueror. Ad Hoenn aveva anche conosciuto i suoi migliori amici, in quella fantastica e pericolosissima giornata al Parco Lotta.
Hoenn era una regione meravigliosa, la perfetta unione di terra e mare, e Sapphire si sentiva parte costituente di essa. All’improvviso desiderò di avere una fascia come quella, pensò che forse le sarebbe stata consegnata prima di iniziare a lottare.
‒ Forza ‒ mormorò quasi spontaneamente, appiccicata al vetro e concentratissima sullo scontro che stava svolgendosi in quel momento: Camelia da Sciroccopoli contro Adriano da Ceneride. Entrambi i loro Pokémon erano un manifesto di grazia e bellezza, ma Adriano la surclassò spaventosamente nonostante lo svantaggio di tipi. La ragazza esultò e non poté non far vagare lo sguardo nella stanza desiderosa di incontrare la figura di Ruby in cerca di una sua reazione di qualche tipo. Lo trovò davanti all’obbiettivo della telecamera degli inviati della tv.
‒ Adriano è un Allenatore validissimo, e anche un maestro delle Gare Pokémon, ha tutto il mio sostegno di ex allievo in questo torneo anche perché spero di poterlo affrontare dopodomani nel mio girone… ‒ stava dicendo il ragazzo. Era più serio che mai, sembrava fiducioso nel suo vecchio maestro.
Sapphire ripensò del mantello che gravava sulle spalle del Campione di Hoenn. Quel mantello era appartenuto per lungo tempo a Rocco, per poi passare ad Adriano, tornare al suo vecchio possessore e alla fine migrare fino a Ruby. Rocco, ricordò, aveva rifiutato di essere declassato a Superquattro e si era ritirato in Allenamento alle Cascate Meteora come la volta precedente. Ma dopo quello non aveva mai riprovato ad accaparrarsi il trono una terza volta, era invece volato fino a Holon dove aveva preso un appartamento per fare richiesta di essere assunto come Capopalestra. E lo era diventato: Rocco Petri, Capopalestra di tipo Acciaio nella città di Altelia e proprietario della Devon Spa dopo la morte del padre. Nessuno di Capipalestra di Holon però aveva partecipato a quel torneo, così come i Superquattro e il Campione della regione.
Erano ormai arrivati al terzo turno, il penultimo, rimanevano sedici partecipanti tra i quali figuravano ovviamente Green e Silver.
“Per il primo incontro che decreterà uno dei vincitori del girone B…” tuonò ad un certo punto il presentatore. “Green, Capopalestra di Smeraldopoli contro Palmer, Boss Torre del Parco Lotta di Sinnoh e Johto!”
Il Dexholder uscì dal corridoio degli Allenatori stirando i muscoli, con gli occhi fissi sul terreno di combattimento e la fascia con il sigillo della regione di Kanto stretta al braccio appena sotto la spalla. Batté due colpi con la mano su di essa per poi alzarla con due dita su in simbolo di vittoria verso la tribuna che alzava più striscioni col nome della regione scritto sopra, un’ovazione interminabile si levò da quei quartieri. Il biondo Palmer gli comparve di fronte, gli sorrise e pure lui si mise al suo posto all’altro estremo del campo, con la doppia fascia di Sinnoh e Johto a mo’ di sciarpa.
Fu dato il permesso di iniziare, un Milotic venne fuori per la fazione di Baldo e un Porygon-Z per quella di Green.
Falcecannone! ‒ fu il primo ordine di Green.
Dragopulsar! ‒ quello di Palmer.
Fuochi d’artificio, le due mosse si scontrarono senza però raggiungere l’avversario. Ci fu un secondo rapido scambio di attacchi andato a vuoto tra i due finché Green non riuscì a precedere l’avversario con un attacco Tripletta.
Milotic non subì troppi danni, ma rimase paralizzato. Palmer non si lasciò intimidire, con uno sforzo immane impresso sulla sua Idropompa il Pokémon Tenerezza riuscì centrare il nemico.
Scarica! ‒ intervenne però Green.
E il primo Pokémon nemico sembrava dover cedere.
Surf! ‒ esclamò Palmer.
La risposta di Green fu rapida, con Conversione2 Porygon ne uscì quasi illeso trasformandosi in un tipo Erba.
Solarraggio! ‒ aggiunse prontamente il Capopalestra.
Vittoria assoluta. Milotic cadde al tappeto con dignità dopo aver resistito a ben tre potenti mosse avversarie. Palmer fece una smorfia e lo scambiò con Dragonite. Green imitò il cambiò, mandando in campo Charizard.
Tra i due rettili cominciò uno scontro ad alta quota composto per lo più da artigliate feroci e violente codate. Gli Allenatori si limitavano a dare alcune sporadiche indicazioni ogni tanto, ma nel frattempo nessuno dei due aveva ancora utilizzato una mossa speciale.
La zuffa proseguì per un po’ finché Green non colse un attimo particolare in cui Dragonite stava prendendo la carica contro il nemico con le ali nella loro massima apertura e ‒ Ondacalda! ‒ ordinò a Charizard.
Il forte vento torrido non inflisse danni ingenti all’avversario ma gli fece perdere l’equilibrio, cosa che permise al Capopalestra di sferrare un secondo colpo: Dragopulsar.
‒ Pietrataglio! ‒ Palmer era su tutte le furie.
Charizard fu colpito in pieno dalle aguzze rocce lanciate dal Pokémon Drago, ma non cedette.
Oltraggio! ‒ continuò quindi il Boss Torre.
Dragonite si scagliò contro l’avversario già tentennante raccogliendo ogni sua singola energia. Charizard rovinò sul terreno, ma non ebbe tempo di riprendere fiato, un secondo crudele affondo di Dragonite gli strappò un ruggito di dolore. Charizard era a terra, Dragonite stava tornando ad alta quota.
Muro Di Fumo! ‒ fu l’ordine di Green.
In un istante, una cortina di caligine nera e densissima coprì tutta l’area del combattimento. Dragonite, implacabile, tornò giù a gran velocità per l’ultimo affondo prima della confusione. Ma nessuno udì tonfi o ruggiti. In poco tempo, il fumo si diradò. La scena che tutto il pubblico si ritrovò a fissare in presa all’ansia strappò ad ognuno dei presenti un grido di esultanza data la sua epicità. Charizard era sparito, al suo posto era comparso uno Scizor dall’armatura scintillante che stringeva Dragonite per il collo con una delle sue chele micidiali. La mossa usata era Ghigliottina. Lo suggerivano gli occhi di Dragonite che avevano perso la loro tetra luce di furore e si erano invece svuotati di tutta l’energia. Dragonite era KO.
Il Boss Torre trasse un lungo sospiro e sembrava dover imprecare da un momento all’altro. Ma si calmò. Tutti i suoi commenti furono riassunti da un sorriso di sfida rivolto al suo avversario. Cresselia sostituì Dragonite negli avamposti del suo esercito. Green era più carico che mai. Venne in campo avvolta in nastri di energia luminosa più splendida che mai.
Forbice X!
‒ Psicotaglio!
Green era in vantaggio tecnico, con un Pokémon Coleottero-Acciaio, ma Cresselia era pur sempre un Pokémon leggendario. E con una certa predilezione per la difesa, anche.
Lo scontro si svolse lentamente, Scizor non riusciva ad evitare il grosso delle mosse avversarie, finendo a terra spesso, ma rispondendo con violenza incredibile attraverso gli ordini del suo Allenatore. Green era deciso a vincere, ma Palmer sembrava particolarmente sicuro del proprio asso nella manica.
Quando tutti e due erano evidentemente affaticati, uno scontro tra un Metaltestata e uno Psicoshock fece crollare il terzo Pokémon di Green. Non era stata una mossa particolarmente potente, ma solo la goccia che fece traboccare il vaso, la fatica si sentiva da entrambi i lati. Il Capopalestra di Smeraldopoli era deluso, avrebbe voluto concludere la partita senza ricorrere di nuovo a Porygon-Z. Lo mandò di nuovo in campo.
Raggiaurora! ‒ esclamò Palmer ricordando la conversione del Pokémon avversario al tipo Erba.
Segnoraggio!
Le due emanazioni di energia si sfiorarono, andando a segno entrambe. E mentre il pubblico tratteneva il fiato per sapere se uno dei due Pokémon avrebbe riaperto gli occhi per primo decretando il vincitore, Green ebbe l’intuizione.
Porygon-Z tornò nella sfera, esausto e al suo posto si mostrò Charizard, distrutto ma ancora cosciente. Dal lato opposto del campo, Cresselia non dava cenni di vita.
“Il vincitore è Green, Capopalestra di Smeraldopoli!”
Caos dalle tribune.
‒ Sì! ‒ si lasciarono sfuggire assieme Sapphire e Red.
Green, senza perdere il suo piglio di serietà, si rivolse verso le terrazze di partecipanti e guardò Furio, suo ex maestro, uscito al turno precedente. Fece un cenno col capo, quello rispose annuendo fiero. Palmer strinse la mano al suo avversario e accettò la sconfitta di buon grado, per i suoi standard almeno.
Gli scontri che si tennero subito dopo non furono meno emozionanti: Corrado da Arenipoli vinse Cyprian da Grecalopoli, Adriano da Ceneride sconfisse Blaine dall’Isola Cannella. Alfredo da Mogania batté la sua vicina Sandra da Ebanopoli. Cassandra da Idresia, Capitale di Sidera, abbatté Edel da Fractalopoli e infine Aristide da Boreduopoli mandò a casa Alice da Forestopoli. Fu uno spettacolo assistere allo scontro tra Baldo, Re Piramide di Hoenn, e Lt. Surge in cui il primo vinse in maniera esagerata grazie alla sua squadra composta dai tre Regi. Per l’ottavo e ultimo posto di vincitore, si sarebbero affrontati il Dexholder Silver e Lino, successore di Ruby e Norman.
Lo scontro fu intenso, ma quando rimasero soltanto il Cacturne del Capopalestra contro il Kingdra di Silver Ruby si strinse sempre più le braccia al petto come per sostenere con le sue forze la squadra di Lino. Sapphire non riusciva a comprenderlo, ogni volta avere a che fare con Ruby era per lei un’esperienza parallela alla realtà.
Quel ragazzo i cui modi eleganti e un po’ vanesi erano diventati il marchio di fabbrica del suo personaggio, in certi momenti sembrava fare a cambio come in una staffetta col Ruby serio e determinato di qualche anno prima. Qualche anno prima. Quando ancora lui non era sulla copertina di tutte le riviste, sulle varie pagine di gossip, sulle pubblicità delle acque di colonia.
Lino tentò in tutti i modi di sconfiggere il fulvo dagli occhi d’argento, ma la squadra di quest’ultimo ebbe la meglio. Kingdra ne uscì affaticato ma vincitore. Ruby si precipitò fuori dalla terrazza.
Sapphire, che lo fissava con sospetto dall’inizio dell’incontro quasi perdendosi l’intera lotta, lo seguì. Era la prima volta che Ruby abbandonava la terrazza dei pezzi grossi.
Si trovava su una rampa di scale a metà strada tra il terzo e il secondo piano quando udì sotto di lei la voce di Lino che, spezzata da singhiozzi asciutti, balbettava qualcosa.
‒ M-mi dispiace, io… non… s-scusa…
‒ Calma ‒ tuonò Ruby deciso.
Lino si zittì, sembrava aver smesso di respirare.
‒ È tutto ok, posso risolvere la questione, non devi preoccuparti, ok? Guardami.
‒ Ruby, ti prego, non permettere che…
‒ No. Andrà tutto bene.
Sapphire, sempre più confusa, udì i passi di Ruby che risalivano le scale. Allungò una mano alla sua destra e ringraziò qualsiasi divinità le venne in mente quando, premendo il bottone dell’ascensore, si rese conto che quest’ultimo fosse già al suo piano. Vi entrò e premette il tasto con l’uno sopra. Scomparve prima che Ruby potesse accorgersi di lei.
Quella sera in hotel si svolse in maniera del tutto differente da quella prima. La giornata era stata molto più movimentata di quella precedente, Crystal aveva subito una sconfitta gloriosa che era stata persino ricordata dai commentatori del post gara come uno degli scontri più emozionanti del girone, Green e Silver erano riusciti ad arrivare tra gli otto vincitori e a passare al girone successivo. C’era allegria nell’aria. Tutti si concessero un brindisi entusiasta anche se assonnato. Gold non mancò di elogiare la bravura di Silver nelle lotte per poi passare velocemente alla sua influenza sulle giovani fan perse di lui. Andarono a dormire tutti soddisfatti, con l’entusiasmo ancora nelle vene.
 
Una terza giornata di fila nella terrazza dei pezzi grossi per Sapphire. Quel giorno, oltre agli otto vincitori del giorno prima avrebbero combattuto i Superquattro di tutte le regioni, i conquistatori di almeno un Parco Lotta e gli Allenatori con un numero di medaglie compreso tra venticinque e quarantotto. Quindi, del suo gruppo di Dexholder, Green, Silver, Emerald, Gold e Blue. Scendendo a dare una pacca di incoraggiamento a tutti, la ragazza si rese conto che i vincitori salivano al piano successivo dopo aver passato il girone. Trovò la terrazza dei rango A molto più libera di quella del piano di sotto, seppe in seguito che essendo di trentasei il totale dei Superquattro e di otto il numero dei rango B promossi, con l’aggiunta degli Allenatori esterni che avevano conquistato quel posto grazie a medaglie o vittorie dei parchi, il numero arrivava appena a sessantaquattro. Quindi si sarebbero svolti tre turni prima di decretare gli otto selezionati che sarebbero andati avanti.
Ricominciò tutto esattamente come il giorno prima, ma più caotico, più rumoroso, più intenso. Tutti coloro che erano arrivati a quel punto godevano di una discreta fama. Persino gli Allenatori non dell’Associazione Pokémon che al turno precedente Sapphire aveva etichettato come sconosciuti, erano parecchio famosi invece stavolta. Forse di più quelli che avevano vinto ai Parchi Lotta. Si rese pure conto, la ragazza, che l’età media si era rialzata parecchio e c’erano molti veterani dai capelli lievemente sbiancati in mezzo a quei sessantaquattro allenatori rango A. Poi l’occhio le cadde su una ragazza: era giovanissima, aveva i capelli scuri e gli occhi dal colore scintillante. Il suo volto era curato e dai tratti nobili.
Quella, probabilmente sentendosi osservata, si voltò verso di lei. Il suo sguardò si riempì di luce più di quanto già non lo fosse già prima. Le venne incontro.
‒ Tu devi essere Sapphire Birch ‒ fece quella. La sua voce era calma e serafica, con un accento distinto.
‒ Ehm… sì ‒ rispose lei.
‒ Il mio nome è Platinum Berlitz ‒ si presentò. ‒ e sono una dei Dexholder di Sinnoh.
Sapphire non poté trattenere un’espressione di gioia geneticamente modificata. Era felice di sapere che ci fossero altri Dexholder ma aveva sempre creduto che il suo gruppo di amici detenesse fieramente quel titolo.
‒ Piacere, ecco ‒ ebbe l’illuminazione ‒ ho sentito parlare di te, hai conquistato il Parco Lotta di Sinnoh l’anno precedente.
Quella annuì.
‒ Sì, ti conosco, vieni, ti presento ai miei altri colleghi ‒ E la accompagnò da coloro che aveva appena salutato.
Il volto di Platinum si riempì di una sorta di controllato stupore quando questa incontrò tutti quei Dexholder insieme. A livello fisiognomico dimostrò di conoscerli tutti. Ma i cinque ebbero purtroppo poco tempo per parlare, il presentatore cominciò con la solita introduzione del girone della giornata, Sapphire dovette risalire in fretta e gli altri furono costretti a prepararsi.
‒ Buona fortuna, Platinum! ‒ esclamò la ragazza di Hoenn vedendola andare via.
Era una ragazza impressionante, con un portamento elegante ed era stata abbastanza brava da entrare nello stesso girone di gente come Emerald o Blue nonostante avesse solo tredici anni. Sapphire pensò più a lei che ai suoi amici tornando di sopra.
‒ Ho incontrato una Dexholder di Sinnoh, si chiama Platinum ‒ disse a Red trovandolo davanti alla vetrata.
‒ La conosco di fama ‒ annuì. ‒ Hai presente Palmer, quello contro cui Green ha rischiato quasi di perdere?
Sapphire annuì.
‒ Lei lo ha battuto alla Torre Lotta, dopo quarantanove lotte consecutive.
Sapphire ebbe un sussulto di stupore.
Fu mostrato il tabellone degli incontri, proprio per primo venne chiamato Emerald a scontrarsi con Mirton, dei Superquattro di Unima. Il biondo vinse quasi senza alcun problema. Passarono il primo turno pure Gold, che batté Malva da Kalos, Silver che ebbe la meglio su Frida da Hoenn, Blue e Green che sconfissero rispettivamente Cassandra e Karen. Anche Platinum riuscì a vincere contro Aristide e andò avanti. Al secondo turno, con rammarico di tutti i loro amici, dovettero affrontarsi Silver e Blue. Ogni singolo Dexholder di Kanto, Johto o Hoenn conosceva l’affetto che legava i due, ovviamente secondo tutti non ci sarebbe potuta essere eventualità peggiore. Tuttavia, si erano già tutti preparati ala possibile sfida contro un proprio amico, quindi sia Blue che Silver inghiottirono l’amaro boccone e scesero in campo. Lo scontro vide Feraligatr, Rhyperior e Honchkrow contro Clefable, Nidoqueen e Blastoise e sprigionò un’energia incredibile. Sotto gli occhi attoniti di tutti i loro compagni, Silver e Blue furono più che violenti e spietati.
Silver ne uscì vincitore per poco, con ancora il suo Honchkrow ancora in piedi. Blue, digerita immediatamente la sconfitta, si diresse verso l’amico al centro del campo e lo abbracciò.
‒ Sei stato bravo, Silver ‒ gli sussurrò all’orecchio.
Ovviamente le telecamere notarono il sottile movimento delle sue labbra e nelle ore seguenti i più disparati opinionisti della televisione provarono ad identificare le parole della ragazza che aveva concesso un simile gesto di tenerezza a colui che l’aveva sconfitto. Blue si riprese in parte scoppiando a ridere a crepapelle leggendo le varie teorie che circolavano sul web.
Negli incontri successivi si portarono al terzo turno con una vittoria pure Emerald, Gold, Green e Platinum. Erano rimasti solo in sedici. Quando un paio di scontri alzarono l’entusiasmo della gente ancora di più, per quanto possibile: Vulcano e Corrado, amici da sempre, si affrontarono e fu proprio il Capopalestra ad uscirne vincitore. Nardo non si trattenne dallo scherzare dicendo “potrebbero anche scambiarsi i ruoli” non rendendosi conto di essere stato più che equivoco, data percepibile differenza di stipendio tra i due. Quindi Luciano abbatté Bruno per vantaggio di tipo, come suggerì qualcuno. Tuttavia dopo poco Koga riuscì a vincere Catlina, sfatando tale voce. Green vinse il Superquattro di Sidera, Algol e Silver sconfisse quello di Kalos, Narciso. Gli altri vincitori del girone furono Drake, Superquattro di Hoenn, Baldo, Re Piramide che non intendeva arrendersi e infine Adriano, che sconfisse Platinum. Dopo che l’ultimo suo Pokémon cadde a terra, ella rimase per qualche istante ferma sul posto. Sembrava scossa internamente dal desiderio di piangere senza però mostrare alcun sentimento al di fuori. Adriano le corse incontro con volto serio. Le prese la mano e, inginocchiandosi la baciò dolcemente.
‒ È stato un onore, signorina, la vostra fama non mente ‒ le sussurrò.
Erano pochi a chiamarla così, a conoscerla per ciò che aveva fatto davvero e darle del voi. Platinum comprese subito che qualcuno aveva parlato ad Adriano delle sue avventure e rimase piacevolmente sorpresa. Se ne andò con un sorriso serafico stampato in volto. Ovviamente anche quella del baciamano fu una delle scene che fecero parlare di più i commentatori sia durante che dopo l’evento. Sapphire si rese conto che nei momenti vuoti, per quanti pochi fossero, venivano mandati sui maxi schermi i replay delle scene più avvincenti e commoventi del torneo. Se ne rese conto solo in quel momento perché l’abbraccio di Silver e Blue e il baciamano di Adriano e Platinum fu sparato con la frequenza di uno spot pubblicitario su una tv satellitare.
“Siamo qui per l’ultimo incontro di oggi che ci darà l’ottavo, l’ultimo vincitore del girone A…”
Sapphire si rese conto che mancava effettivamente ancora una lotta. Cercò lo sguardo di Red e, incrociandolo, comprese che pure lui se ne era completamente dimenticato. Gold contro Emerald. Era incredibile quanto fosse facile distrarsi dal tenere d’occhio il resto del tabellone in mezzo al tifo per i propri corregionali, il sostegno per gli amici, gli scossoni emotivi di certe scene particolarmente emozionanti e il caos generale dell’evento.

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