Big Bang
L’odore pungente delle ceneri che, ancora calde, riempiva il tunnel, contribuiva a tener in vita il perpetuo ciclo di immagini che si materializzava nella mente di Kyle.
L’ultima cosa che poté vedere, prima di dover fuggire attraverso il tunnel, fu la sagoma di un’enorme uomo intento a dirigersi, assieme a ombre confuse tra il fumo che continuava ad addensarsi all’interno del magazzino, verso di loro. Ricordò di aver attraversato il varco con i suoi piedi, e pochi attimi dopo divenne tutto nero. Calore avvolse il suo corpo.
- Dove… dove sono?
- Ah, finalmente ti sei svegliato. Mi hai fatto cagare sotto, Kyle.
Il ragazzo aprì gli occhi, ritrovandosi disteso su di Arcanine - Quando sono finito qui sopra? - affondò una mano nel folto manto del Pokémon, reso completamente nero dalla fuliggine.
- A quanto pare i Sacerdoti ci hanno anticipati, e facilitato il lavoro. Qualcuno doveva avere un Pokémon tipo Fuoco molto potente, in pochi istanti ha distrutto l’ingresso del tunnel, proprio mentre stavi per entrare, sigillandolo tramite fusione delle rocce. Sei salvo grazie a questo Arcanine, non so come, ma ti ha protetto col suo corpo. Per questo è tutto nero e sporco ora, sembra uno del nostro rifugio - gli uomini risero.
- Quindi, mi ha salvato lui?
- Sì, adesso stiamo tornando a casa, una volta arrivati sigilleremo per sempre questo tunnel. Crollerò tutto, ma saremo più sicuri e nasconderemo le nostre tracce.
- Capisco… quanti non ce l’hanno fatta? - Kyle si alzò, sistemandosi meglio in groppa ad Arcanine. Riolu dormiva sulla testa di quest’ultimo.
- Troppi, una ventina almeno fra adulti e ragazzini… fottuti fanatici, li ucciderò tutti. Tu come ti senti?
- Sto bene, grazie. Tu come te la passi?
- Puzzo di zolfo, sono più nero del solito, e ho perso la mia maledetta sigaretta speciale.
- Nulla di importante quindi… quanto manca? - Kyle allungò le mani, prese Riolu e se lo sistemò sul ventre, avvolgendone il corpo con le sue braccia.
- Poco, mettiti comodo e riposati, te lo sei meritato.
- Va bene, Sur, ma quando arriviamo voglio aiutare.
Mancava poco. Sur poteva vedere le luci di casa risplendere nella parte finale del tunnel, gli parve quasi di venir scaldato dai raggi luminosi che giungevano sulla sua pelle.
Una strana sensazione iniziò a farsi viva all’interno della sua mente: quel calore era fin troppo reale, per essere solo una fantasia dovuta alla felicità di tornare a casa dopo la battaglia affrontata poco prima.
- La cosa non mi piace - Sur iniziò a insospettirsi - Questo sembra… è odore di sangue! Ragazzi mollate tutto e correte al campo, siamo sotto attacco!
- Attacco? Come? - Kyle saltò all’istante, rischiando di cadere dalla groppa di Arcanine.
- Non lo so, cazzo, non lo so!
- E cosa stiamo aspettando? Andiamo, siamo tutti pronti - Trevor chiamò al suo fianco Golem.
- Ragazzi, non sappiamo quello che troveremo, quindi mi raccomando: entrate lì dentro, e spaccate il culo a chiunque. Non mi interessa quanti assalitori ci siano, né dove si trovino. Noi li troveremo, e li uccideremo tutti, nessuno fa del male alla famiglia senza venir punito! - Sur imbracciò il suo Barret.50, mise il colpo in canna, e lustrò il mirino telescopico con uno straccio che aveva avvolto al braccio.
Si girò verso di Kyle, e lo bloccò per le spalle - Tu vai da Daisy, proteggila, ok? Lascia a me e gli altri il lavoro sporco. Raccogli quante più donne e bambini possibili, prendi Daisy e andate al rifugio.
- E tu, vedi di non morire, altrimenti Daisy ti uccide.
Sur sorrise, ringraziando mentalmente Arceus di poter vedere il viso di Kyle, prima di dover rischiare la vita.
Fu il primo a mettere piede all’interno del rifugio. Non fece caso né ai cadaveri delle sentinelle, né di essersi fermato all’interno di una pozza di sangue. I muscoli del corpo si contrassero, mentre la nera portatrice di morte veniva imbracciata.
Sur inspirò, fondendo il proprio corpo col fucile.
Svuotò completamente la testa, portando il mirino telescopico all’altezza del suo occhio destro.
Trattenne il respiro.
- Non ancora… - l’indice venne corteggiato dal grilletto, bramandolo.
Un attimo dopo, cedette. Il colpo venne esploso, diretto con precisione chirurgica verso l’obbiettivo.
Meno tre.
Kyle avanzava velocemente, grazie alla potenza muscolare unita all’agilità di Arcanine.
Il canide lo condusse all’interno della città, diretti verso il cuore delle forze nemiche.
- Arcanine, dobbiamo arrivare dall’altra parte della grotta però ci fermeremo ad aiutare chiunque sia in difficoltà, ok? Riolu, tu coprici le spalle - Kyle estrasse la sua arma dal cinturone, mentre il suo amico fidato cercava la miglior posizione per restare in equilibrio sul dorso di Arcanine.
I tre passarono vicino la bottega del fabbro, completamente in fiamme, ormai prossimi al centro dello scontro.
- Andate tutti al rifugio, forza! Non c’è tempo da perdere, lasciate a Sur e i suoi uomini il compito di ripulire. Portate donne e bambini al sicuro - urlava ai sopravvissuti, Kyle, sfrecciando per le strade della città.
Voltarono l’angolo, trovandosi faccia a faccia con un gruppo di persone completamente vestite di bianco. Arcanine si bloccò sul posto, iniziando a ringhiare.
Il cuore di Kyle gli si bloccò nel petto, incastrato fra la sesta e la settima costola, quando uno di loro si voltò nella sua direzione. Il soldato della luce alzò il fucile, puntandolo verso il ragazzo.
Non ebbe il tempo di reagire, partì una raffica di colpi.
Kyle chiuse gli occhi per istanti che gli parvero infiniti. Sentì l’odore della polvere da sparo, un rombo assordante gli tempestava le orecchie mentre credeva d’esser morto. Non aveva il coraggio di vedere gli eventi successivi, il solo pensiero di dover trovare il suo corpo perforato dai proiettili lo avrebbe ucciso al momento, privandolo dell’ultimo respiro.
Tutto questo non accadde, stranamente. Non sentiva dolore né alcun altro cambiamento particolare.
- Kyle, dove diavolo sei stato! - venne preso per le spalle e disarcionato da Arcanine.
Il ragazzo cadde per terra, completamente impaurito.
Aprì gli occhi, il viso di Daisy gli si iniziò a comporsi lentamente dinnanzi.
- Mi hai fatta spaventare a morte! Ti rendi conto di cosa cavolo sta succedendo qui? - sottolineò l’ultima frase additando la mitragliatrice che stringeva nell’altra mano.
- Sì lo so, Sur mi ha detto di correre da te e portare gli altri nel rifugio.
- Almeno una cosa buona ogni tanto la fa quello stupido vecchio. L’avevo detto che dovevi restare a casa, ho sempre ragione.
- Ma adesso cosa vuoi fare?
- Ora tu porti le tue chiappe con me, al rifugio. Stammi vicina e aiuta tutti quelli che puoi, ok? Ah a proposito, carino il tuo nuovo cane, scordati che dorma dentro con noi però.
- È bello anche per me rivederti….
Lato opposto della caverna, vicino la breccia.
Sur sparò l’ennesimo colpo, coprendo l’avanzata dei suoi.
- Munizioni, figliolo! - urlò, liberando la sua arma dal caricatore ormai vuoto - E ricaricami subito questo caricatore, i figli di puttana sgusciano fuori come ragazzini quando tiri fuori una canna.
- Eccole, caricato!
Il ragazzo consegnò i proiettili a Sur, che riprese immediatamente a sparare.
- Vedi? Non serve per forza entrare nel conflitto per... - il veterano sparò un altro colpo, tirò l’otturatore per far fuoriuscire il bossolo vecchio e inserire il nuovo, e riprese la mira.
- Vincere o aiutare in battaglia, se non ci fossi tu….
Sparo, otturatore, mira.
- … avrei perso una decina di secondi per ricaricare il caricatore, quindi nemici in meno morti. E questo significa?
- Significa che i nostri sono di più nella merda - passò il nuovo caricatore a Sur, anticipandone la richiesta.
- Esatto, ragazzo, vedo che stai iniziando a imparare. Scusami un attimo.
Sparo, otturatore, cambio caricatore, mira.
- Sono troppi, Sur… non finiscono mai.
- Già, lo so, ci servirebbe un miracolo. Gli stronzi usano i Pokémon anche contro gli umani, dobbiamo inventarci qualcosa. Iniziamo a scendere da questo tetto, andiamo nella mischia. Pronto?
- Io e Tyranitar siamo pronti.
Raggiunsero in pochi attimi il vivo della battaglia, le strade erano deserte. I soli segni del passaggio di qualcuno erano dati dal sangue ancora fresco sparso sui vari muri, unito ai cadaveri di rifugiati e Sacerdoti.
La resistenza si trovava in serie difficoltà, ormai quasi accerchiata. Il nemico era troppo fin troppo numeroso per poter essere affrontato in quella situazione, in campo chiuso.
- Ragazzi ritirata! Abbiamo preso tempo sufficiente, è arrivato il momento di sparire, veloci! Tutti via! - Ordinò Sur.
Un tremendo rimbombo fece eco alle sue parole, il terreno tremò.
- Ancora altri rinforzi?! Ma quanti sono? - urlò qualcuno, fra i restanti.
Tum… Tom Tum… Tum!
- Sembra… un tamburo da guerra… ma non è dei Sacerdoti, guardate - Sur indicò il fronte opposto della battaglia.
Tutti erano come impietriti, immobili ad ascoltare. Non si udiva un solo sparo o respiro.
Arrivò di nuovo, stavolta più forte e vicino.
Tum, Tom Tum, TUM.
- Viene da quella parete. Voi tutti, scappate sta per arrivare qualcosa! Deve essere molto grosso quindi correte! - Sur diresse il suo sguardo verso la parete a Ovest, dove stazionava un gruppo di Sacerdoti.
- Che fai, salvi il nemico? - chiese il suo sottoposto.
- Certo, sennò poi io chi ammazzo?
Il battere ritmato si fece ancor più vicino, talmente tanto da far tremare la parete. Un paio di piccole stalattiti si infransero al suolo, ferendo un paio di Sacerdoti.
Tum… tom… Tum!
L’ultimo battere fu accompagnato da una violentissima esplosione: la parete si trasformò in uno zampillo di frammenti e rocce, grandi fino alle dimensioni di uno Snorlax. La slavina uccise sul colpo almeno una ventina di Sacerdoti, mandando chiunque nel panico.
Una spessa nube di polvere venne lacerata da un ruggito talmente potente da perforare l’animo di chi l’avesse udito, ricordando una bestia primordiale nel momento del suo risveglio dopo un sonno millenario.
Un Pokémon enorme fece il suo ingresso, calpestando e sgretolando sotto il suo possente peso i blocchi di pietra precedentemente scaraventati al suolo.
Reggeva in ogni mano un grosso osso, utilizzandoli a mo’ di clava per tamburellare sul ventre roccioso a ogni passo, come se stesse suonando una marcia di guerra.
Alla sola vista dei Sacerdoti, s’imbestialì: lanciò i due ossi in direzione delle truppe bianche, spezzando e smembrando arti come fossero burro.
Ruggì, possentemente.
Un uomo cavalcava la bestia, eretto in tutta la sua altezza sulla sua spalla destra.
Sparò diversi colpi col suo Revolver, ridendo di gran gusto.
I Sacerdoti iniziarono a scappare impauriti dal punto in cui avevano fatto irruzione, abbandonando le armi e fregandosene del nemico. In quel momento la sola cosa importante era salvarsi la pelle.
- Ryp guarda un po’ che hanno fatto… non gliela faremo mica passare liscia? - il Pokémon ruggì, acconsentendo.
Raccolse due enormi blocchi di pietra e li inserì nei palmi delle mani.
- Ottimo, quanto sei bello quando mi capisci! Stasera doppia porzione di bistecca per te. Vai ora, Devastomasso! - l’uomo puntò verso l’alto un pugno, imitando i giocatori di basket famosi dopo aver messo a segno un canestro da metà campo.
Il Pokémon ruggì nuovamente, facendo da accompagnatore alla tremenda esplosione generata dal successivo impatto delle rocce contro altre rocce.
- Il mio preferito, sandwich di Sacerdoti!
Pochi minuti dopo, le intere truppe nemiche erano state polverizzate o erano scappate in cerca di un rifugio. Il Pokémon corazzato stava dirigendosi verso il gruppo di ribelli.
- Sur, ma chi cavolo è quello che ci ha salvati? - chiese il suo caricatore umano.
- Quello, amico mio, è il figlio di puttana più bello che possa esistere.
Poco prima, distante dallo scontro centrale.
- Abra, preparati, stanno arrivando - fece Earl udendo i passi che svelti si avvicinavano alla sua tenda.
Tredici Sacerdoti, accompagnati da altrettanti Vigoroth, misero piede all’interno degli alloggi del vecchio saggio.
- Mani in alto! - urlò uno di quelli - Sua Eccellenza ha ordinato il suo arresto, ci segua o lo elimineremo immediatamente, compreso il suo inutile Pokémon.
- Ragazzi, calmi. Volete che questo vecchio vi segua? Va bene, va bene. Lasciatemi prendere solo il mio bastone - Earl si incamminò verso la libreria.
- Non ci provare, vecchio. Se ci tieni alla testa non muovere un solo passo.
- Testardo, eh? E va bene… volevo divertirmi anch’io ma… Alakazam, Psichico, uccidili.
- Ma è un Abra! Vecchio se credi di spaventarci, sei fuori strada.
- Oh mio caro, devi imparare a non vedere con gli occhi - Earl sorrise, mostrando uno strano bracciale con sopra incastonata una pietra giallognola con degli inserti marroni.
- E quello cos’è? Dammelo immediatamente o….
- O cosa, mia cara guardia? Sicura di poterti muovere?
Nel frattempo, Abra rivelò la sua vera forma: Alakazam.
- Come ha fatto? Ha mascherato il suo aspetto! - urlò uno dei Sacerdoti.
- Semplice, mio caro. Anni e anni di esperienza, il mio Alakazam sa praticamente tutto. E ora, morirete, ho già perso la canna delle cinque per voi, non voglio spingermi oltre.
- Non restate lì impalati, attaccate! Vigoroth, usa Nottesferza.
Earl lanciò uno sguardo ad Alakazam, sorrideva - Compare mio, è il momento!
Alakazam urlò, avvolgendosi in una potentissima luce bianca che accecò tutti i presenti.
Pochi attimi dopo ne fuoriuscì completamente trasformato: i lunghi baffi si erano uniti a formare una folta e vistosa barba, mentre le zampe posteriori si erano ritratte, nel mentre lui si elevava dal terreno levitando, grazie al potere della psiche. Scontrò i due cucchiai che reggeva nelle mani, fondendoli, dopodiché li ritrasse con forza, sdoppiandoli varie volte, fino ad arrivare a far volteggiare intorno al suo capo dieci cucchiai.
Il Pokémon schiuse gli occhi; una potentissima onda d’urto psichica investì i Sacerdoti e i loro Pokémon, scaraventandoli in un angolo.
- Voi, Pokémon, non avete colpe, fuggite ora e non vi farò nulla - commentò Earl.
I Vigoroth fuggirono impauriti, lasciando soli i Sacerdoti, bloccati dalla potenza mentale di Alakazam.
- E voi, sottospecie di essere umani. Siete fortunati, non uso i Pokémon per uccidere altri umani. Però voi avete dato la caccia, torturato e massacrato donne e bambini, non è vero? Quindi non potete essere degli umani. E questa è una fortuna, per me… - Earl si prese una pausa, camminando avanti e indietro per la tenda, come se cercasse qualcosa.
Nei volti dei Sacerdoti poteva scorrere il terrore crescere sempre di più, mano a mano che la mente di Alakazam si insinuava nelle loro.
- Ho deciso, vi risparmierò la vita. Non dovrete più soffrire dovendo ubbidire agli ordini di un pazzo, grazie a me sarete liberi.
- No, ti prego, abbi pietà! - uno dei Sacerdoti scoppiò in lacrime.
- Pietà?! - ruggì Earl - Pietà?! Dov’era la pietà quando avete decimato la mia gente? E quando ci avete resi schiavi? E quando ancora oggi, venite qui per uccidere i nostri bambini? Mio caro, già stai avendo tutta la mia, di pietà. Ringrazia Arceus che io non ti stia eviscerando con uno stuzzicadenti. Finiamola qui, Alakazam terminali.
Il Pokémon aprì gli occhi, scatenando un susseguirsi di orribili schiocchi di ossa rotte, accompagnati dal rumore soffocato degli organi dei Sacerdoti che collassavano su se stessi. Durò pochi istanti prima che anche l’ultimo dei nemici crollasse al suolo, con ogni singola ossa polverizzata e gli apparati interni ridotti a un brodo.
- Alakazam… c’è qualcun altro, attento - Earl si voltò, inorridendo all’istante.
- Tu… come hai potuto?
- Ciao, zietto. Quanto tempo, vero?
- Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te, è così che ci ripaghi? Uccidendoci?
- Non cominciare! Non vuoi morire con onore? Devi sempre rompere il cazzo fino alla fine - l’uomo si avvicinò a Earl, mostrando una Master Ball aperta, soddisfatto.
- Cosa ti hanno fatto, figliolo? Perché sei diventato così?
- E lo chiedi pure? Dovresti conoscermi, o sbaglio?
- Lurido bastardo… Alakazam, preparati.
- Non credo proprio. Zekrom, Incrotuono.
Un potentissimo bagliore azzurro apparve dalle spalle dell’individuo, lacerando la tenda all’istante.
Earl fissò la scena sbigottito, incapace di agire. Alakazam tentò con tutte le sue forze di opporsi all’attacco imminente ma non poté nulla contro la potenza del Pokémon leggendario.
L’intera caverna brillò per un istante, scossa da un violento terremoto.
Poi, il nulla.
- Hancock
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