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KomadoriZ71 - Aeternum (parte 1)



KomadoriZ71

AETERNUM
Parte 1 








"Clank Clank"


Tutto era perso.
Ho fallito. Il mondo, il mio mondo ideale, il mio bellissimo mondo ideale, perfetto, incorruttibile, popolato da esseri altrettanto perfetti e retti. Solo un'utopia? Sono stato uno sciocco. Avrei dovuto capirlo sin da subito, che un'utopia tale rimane. Nessuno è mai riuscito a realizzarne una, all'infuori di Dio. Ma chi è questo Dio? Perché ha creato un mondo perfetto e l'ha lasciato marcire da spregevoli esseri che neppure meritano di respirare lo stesso ossigeno delle altre creature? Dio è forse simile ad uno dei nostri umani, sadico, negligente, crudele e perverso? No… Non può essere. Dovrebbe essere l'esempio per tutti, il modello da seguire, un'idea platonica. Mi rifiuto di accettare una realtà simile. Cos'è il male radicato da millenni sulla Terra? Da dove proviene? Mera assenza di bene? Ho avuto l'ardire di immedesimarmi in lui, di prendere il suo posto, di provare a riportare l'umanità allo splendore dell'età d'oro.

"Perché? Perché non ce l'ho fatta? Rispondimi! Dammi una risposta, se ci sei!"
Vento. Solo una brezza secca e gelida soffia e fischia all'interno delle mie orecchie. Non è questa la risposta che cerco. O forse, non cerco una risposta vera e propria, ma una semplice conferma. Sì, la conferma del mio disastro. Quel vento, incessantemente, continua a flagellarmi il volto col suo alito congelato. Chiudo gli occhi, gonfi e arrossati, iniziano a bruciarmi.
"Mi hai illuso… No, non mi hai ingannato. Tu non esisti…"
Grido contro quella raffica che adesso mi attanaglia le membra. S'insinua nei miei timpani, nel mio petto, tra i capelli e non mi dà pace. Stringo i denti a avanzo, procedo verso quella che è stata la mia rovina, quel che ne rimane. Schiudo le palpebre, a stento, metto a fuoco. Non voglio sia questa l'ultima immagine che rimarrà impressa nelle mie pupille, una volta terminato il tutto. Mi volto, scendo giù da quel promontorio roccioso. I miei passi sono pesanti come il piombo, irremovibili, decisi, quasi fossi condotto da dei binari, rimbombano, giù per tutto il pendio. Nella valle la corrente è più tenue, sono libero da quel ronzio. Adesso posso ascoltare le voci nella mia testa. Terribili. Mi guardo attorno, c'è solo morte, assenza di vita, tutto è così angosciosamente silenzioso. Tronchi di platani e betulle paiono contorcersi, immobili, divorati dalla catastrofica esplosione, si appoggiano, gli uni sui rami degli altri, quasi in una disperata ricerca d'ausilio; i diafani petali delle candide rose anneriti, ricoperti dalla fuliggine, il prato avvolto da una coltre di cenere sterile e inerte. Non voglio finire così, qualcosa mi frena dal farlo.
Pyroar, il mio fedele compagno, ferito ed esausto, esce fuori dalla sua sfera.
"No.. torna dentro, hai bisogno di riposarti, amico mio".
Non sente ragioni. Ruggisce, mi ruggisce contro, allo stremo delle sue forze. Non capisce. Non abbiamo solo perso una lotta. Abbiamo perso tutto, questo mondo non fa più per me.
"Va' via, corri lontano."
Non si muove di un millimetro.
"Ti ho detto di andartene"
e la sua postura ancora regale e maestosa tipica della specie persiste nello stagliarsi al mio cospetto, nonostante il deperimento fisico. Tremano, le sue possenti zampe, traballa la sua mole incombente. Un flebile, impercettibile sorriso si intaglia nel mio volto, lacerato dalla sofferenza e dalle ferite.
"Grazie
sussurro. Sì, grazie mio fedele compagno, per avermi supportato, nel bene nel male, per aver eseguito ogni mio comando, anche contro la tua volontà, e per essere ancora qui, di fronte a me, mentre tutto si spegne. La mia mano destra trema, tutto il mio braccio, e anche il mio corpo, trema. La mia folta chioma arancione ondeggia al soffio della brezza, così come quella di Pyroar. Ruggisce, un'altra volta, un ruggito di desolazione e pietà.
"Mi dispiace"
sussurro, e la mia voce si spezza per dar spazio al pianto. Serro saldamente le dita e alzo quel maledetto braccio. Un pugno di brina mi attraversa tutte le viscere, risale, fin sopra la testa, e si scioglie, facendo sgorgare dalle mie palpebre mille lacrime cristalline. Ho aspettato fin troppo. Gli dò le spalle. 
 "Perdonami"
bisbiglio. 

"Perdonatemi".
Il Revolver mira dritto al mio torace. Il mio dito continua a scivolare sul grilletto, quasi si rifiutasse di premerlo. Lo accarezza. Tremo. Sento l'adrenalina aumentare. I miei respiri si fanno più intensi. Quando finirà questa agonia? Deglutisco. Serro gli occhi. Ho ben salda la presa. Premo il grilletto.
"Bang".

Un rumore sordo rompe l'aria, mettendo a tacere anche quel maledettissimo vento. Mi ritrovo, disteso per terra. Il mio cuore brucia. Il sangue sgorga, schiumoso e cremisi più che mai. Mi sento debole. Il mio respiro si attenua. Una cascata purpurea fuoriesce dal foro sulla giacca, si riversa per terra, tingendo di rosso il plumbeo suolo. Un ruggito, sento un altro ruggito. Pyroar, le sue zampe sulle mie spalle, prova a rianimarmi, mi lecca il volto, soffia, mi graffia..

"Addio".



La sua lingua ruvida sfiora dolcemente la mia guancia, e poi più nulla. Il mio cuore non mi fa più male, è fermo, immobile. Sono libero.
 


Non sono più in questo mondo.






By: ~Xavier [ Serie: Teleutè ; Lysander & Sycamore ~ Pokémon X/Y ]

Tutti conoscono Kalos e la storia che ruota intorno alle azioni del Team Flare, quel gruppo di criminali guidati dagli ideali di Lysander, un uomo che ha fatto la differenza e che si è distinto nella regione grazie alle sue invenzioni. Ma cosa sarebbe successo se quei ragazzi non avessero fermato il suo piano diabolico? Se non fosse sparito per sempre insieme alla sua macchina di distruzione? Un racconto introspettivo che narra il punto di vista di due uomini, molto diversi tra loro, ma collegati da un unico e drammatico destino.
Noi siamo Lily e Xavier del profilo di KomadoriZ71, un piccolo angolo di Efp in cui noi pubblichiamo tutti i nostri scritti riguardo al mondo dei Pokémon. Trattiamo anche dei fandom diversi, ma questa è un’altra storia. Consideriamo la scrittura come una passione che abbiamo in comune e il nostro punto di forza, siamo molto differenti eppure i nostri stili si uniscono alla perfezione. Partendo dalla scrittura classica e riflessiva di Xavier, fino ad arrivare a quella più sbrigativa e diretta di Lily. Non abbiamo nient’altro da dire per presentarci, preferiamo dare alle nostre storie la possibilità di fare capire chi siamo e come la pensiamo. Non possiamo fare altro se non augurarvi una buona e calorosa lettura!
Al prossimo capitolo










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