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100 Ridicolous Ways to Kill Silver: 26 - 50

100 MODI RIDICOLI PER UCCIDERE SILVER



26. MERAVIGLIE DEL COSMO
Crystal camminava mano nella mano con Silver. La strada che raggiungeva Azalina, in riva al mare, era silenziosa e romanticissima. Il fruscio delle fronde sospinte dal vento s'alternava con il lento danzare delle onde, rendendo quel momento totalmente magico.
La ragazza stringeva il fidanzato ai fianchi e sospirava, guardando lo sciame di Perseidi che attraversava il cielo.
“Non hai idea di quanto siano lontane, queste stelle” osservò Silver. “La coda di quelle meteore è fatta di ghiaccio e...”
“Quella sembra più grande delle altre. Sembra stia crescendo”.
“Sì, anche se è un effetto ottico”.
E invece non lo era. Era un meteorite.
Le macchie di Silver furono scrostate dal pontile due mesi dopo.

27. THE WALKING DEAD
“Oddio, Crystal è diventata uno zombie!” urlò Silver, entrando nel bagno, di prima mattina. Lei si sfilò la penna che le reggeva i capelli raggruppati dietro la testa e la ficcò nella gola del ragazzo.
“Sono solo struccata” rispose lei, mentre l’altro si afflosciava e cadeva fra i tanga sporchi, da lavare.

28. CARCERE DURO
Gold e Silver erano stati arrestati per atti osceni in luogo pubblico. Entrambi avevano indossato le tute arancioni ed erano stati gettati nella cella di detenzione 26K.
“Io prendo il letto sopra!” urlò quello dagli occhi d'oro, saltando agilmente e stendendosi sul materasso. Silver, invece, s'accomodò sul suo letto e guardò di fronte.
Condividevano la cella con altri due detenuti, entrambi grossi e con la pelle nera.
I bicipiti sembravano scoppiare all'interno delle loro tute.
“Chi cazzo siete, voi?!” aveva ringhiato uno di quelli.
“Io sono Gold” rispose prontamente quello dai capelli neri. “E lui è Silver, detto anche l'ammazzanegri, lo sventraculi del Congo, Ku Klux Silver, The Tupac Killer e Ruspa Padana”.

29. INFARTO
Silver era quasi al culmine del suo cinquantaseiesimo amplesso in meno di diciotto ore di maratona di video porno. Aveva casa libera tutto il fine settimana e aveva già scaricato le batterie di tutti i giocattoli che aveva preso in prestito dalla camera di Crystal. Anche tutte le perversioni sparse nella stanza di Gold, dirette alle sue donne, l’avevano stancato. Quindi aveva deciso di passare al manuale, nonostante la cosa lo stancasse di più.
Proprio mentre giungeva all’apice del piacere, il suo cuore non resse più e si fermò. Silver stramazzò al suolo, restando in posizione da sega, con il cuneo anale che ancora gli vibrava dietro.

30. LA PALESTRA DI AZALINA È UN LUOGO PERICOLOSO
“Guarda che bella, la mia Palestra” sorrideva sornione Raffaello. Il ragazzino camminava saltellando a destra e sinistra, stringendo tra le mani il retino acchiappafarfalle. Silver lo seguiva alla spalle, vedendo la natura rigogliosa che cresceva indisturbata in tutta quella grossa serra. Qui e lì volavano Butterfree e Venomoth, e Metapod e Kakuna pendevano dai rami degli alberi più alti.
“Puoi muoverti liberamente, qui” aveva detto l’androgino Capopalestra. “Ma stai attento! Se vedi una…”.
Raffaello non fece neppure in tempo a voltarsi che Silver già stringeva una pallina verde tra le mani.
“Cos’è?” domandò quello, fissando negli occhi Raffaello, ormai sconvolto.
Neppure un secondo dopo un Scyther enorme s’avventò su di lui e gli tranciò la testa di netto.
“Suo figlio” rispose lui, evitando che il piccolo uovo si schiantasse al suolo.

31. NIGHT CLUB
“Gold, non mi piace questo posto… avevi detto che ci sarebbe stato qualche maschio…”.
“Quelli escono dopo, quando gli etero sono occupati a farsi strusciare addosso le passere delle spogliarelliste nei privé. Nel frattempo, goditi Rasputia, con calma” rispose l’altro.
In quel momento, il palo dove l’enorme spogliarellista grassa stava facendo la lap - dance tenendosi solo con le cosce, si staccò dal sostegno del soffitto. Rasputia cadde direttamente col culo sopra il viso di Silver, spezzandogli il collo all’istante.
“Ti avevo detto con calma, dannazione”.

32. INTERVENTO
Silver entrò dentro casa. Trovò Gold e Crystal ai piedi del caminetto, dove avevano appeso lo striscione degli Interventi del gruppo.
“Fatemi indovinare… è per il mio eccessivo…”.
“Morire, non sei Kenny, non ritornerai in vita per sempre” l’interruppe Gold.
Silver la prese troppo sul personale, ultra sensibile com’era. Con l’orgoglio ferito, corse in camera sua, al piano di sopra.
Pochi istanti dopo, i due amici sentirono il tonfo del suo corpo che atterrava sull’asfalto.
“E siamo a…”.

33. POZZO SLOWPOKE                                                         
“Venghino, siòre e siòri, venghino! Avrete la possibilità unica di visitare il Pozzo Slowpoke per pochi spiccioli!”.
Silver spalancò gli occhi e guardò Gold e Crystal, prendendoli per mano e saltellando.
“Andiamoci! Andiamociandiamociandiamoci! Vi prego!”.
Crystal sorrise e guardò il moro, accanto a lui. “Come faccio a dirgli di no, con tutto quest’entusiasmo!”.
Gold fece spallucce e poi sbuffò.
“Non verrò mai in quel posto stretto e umido... Non riesco a credere d'aver detto una cosa del genere".
Crystal lo guardò di traverso e sospirò. "Avanti!".
"La Capopalestra di Azalina non è niente male, andrò a mostrarle il mio maipiùmoscio...".
"Raffaello è un maschio..." sbuffò la ragazza.
"Andiamociandiamociandiamociandiamoci!" continuava a urlare Silver, saltellando sul posto davanti a Crystal.
"Sì, ci andiamo! Arceus Sesquipedale! Gold, non fare stupidaggini!".
"Tranquilla, userò il preservativo" ribatté l'altro, sparendo oltre la folla.
Silver la tirò, lasciò che la ragazza pagasse venti bigliettoni e, assieme a lei, scese nel pozzo.
"Ci sono un sacco di Slowpoke" urlò quello.
E poi un grosso esemplare del Pokémon lo spinse per terra, cominciando a montarlo.
Pancia a terra, il pene del grosso animale gli spingeva contro il culo.
"Guarda, Crystal!" sorrideva giulivo Silver.
"Bravo!" sorrideva l'altra, scattando delle fotografie.
La guida prese a parlare. "Ecco! Guadate da questa parte! Gli esemplari maschi di Slowpoke utilizzano la forza per sottomettere le donne e..."
"Guarda, Crystal, sto facendo la donna!".
"Bravo, Silver! Ti sto facendo il video, che lo facciamo vedere a Gold quando torna!".
"E dopo averle sottomesse, cominciano a spingere con l'organo riproduttivo contro la vagina...".
"Hai sentito, Crystal! Ho la vagina!".
"La vagina migliore di tutto il mondo!" urlò l'altra, cominciando anche a dare fastidio al resto del gruppo.
"Infine, una volta avvenuta la penetrazione...".
BLUP.
"Oddio! Oddio, Crystal! La penetrazione!" esclamò Silver.
"Meraviglioso! Sorridi per la camera! Sei la mia zoccoletta!".
"Sì!".
"E quindi, dopo la penetrazione, il maschio di Slowpoke si arpiona alle riserve addominali adipose della femmina tramite l'affilatissimo artiglio che ha su ogni zampa e comincia la danza sessuale...".
Ma Silver non aveva sacche addominali adipose e le punte delle unghie dello Slowpoke stavano allegramente danzando tra i polmoni e lo stomaco del rosso.
"Crystal... Sto morendo..." fece quello, con voce debole e compressa, mentre il sangue fuoriusciva copioso.
"Sei bravissimo! Sei il morto migliore dell'intera Johto! Fosse per me moriresti altre… aspetta, fammi controllare… altre sessantasette volte!".

34. PORGI L’ALTRA GUANCIA
“Ehi Silver, ti presento il mio amico. Si chiama Gesù, è un po’ dai modi arcaici ma è simpaticissimo, inoltre picchia da paura” disse Gold, presentando all’altro il suo amico, dalle mani fasciate.
“Gold, non crederai mica che io creda che tu abbia fatto amicizia con il figlio di Dio?”.
“Certo che sì, è cintura nera di arti marziali, l’ho conosciuto a Tae Kwon Do”.
“Come no…” minimizzò Silver, gesticolando in malo modo con la mano.
Gesù non la prese bene e, con un solo calcio, decapitò Silver.
“Ecco a te ‘Il Colpo Di Cristo’. Io te l’avevo detto che era bravo a menarle”.

35. È UN BASSO
Silver entrò nella stanza di Crystal, mentre lei si esercitava a suonare col suo basso.
“Oh, bella sta chitarra!” fece il rosso.
Un velo di sangue coprì gli occhi della ragazza che, con una mossa fluida, si fece sfilare il manico fra le mani, impugnandone un’estremità. Si alzò e ruggendo di rabbia calò lo strumento musicale sulla testa dell’avventore.
“È UN BASSO!” urlò.
Calò di nuovo lo strumento sulla testa aperta come una zucca, infierendo sempre di più a ogni colpo “NON-VEDI-CHE-HA-QUATTRO-CORDE?”.
Si calmò, con il fiatone ancora lungo.
Gold fece capolino dalla porta. “Oh, bel basso, figo l’effetto sangue sulle corde”.

36. SFONDARE LA QUARTA PARETE
“Io sono Maschera di Ghiaccio e questo è il mio maniero” aveva detto il losco individuo, seduto su di un grosso trono congelato. Silver era soltanto un bambino appena rapito da casa sua, con soltanto una pantofola e una grossa macchia di merda sul retro dei pantaloni del pigiama.
“No… tu sei Alfredo” rispose ingenuamente quello dai capelli rossi.
L’adulto si bloccò.
“No, sono Maschera di Ghiaccio e abbiamo una missione molto lunga e…”.
“No. Tu sei Alfredo”.
“Ma che cosa stai dicendo, piccolo bambino incontinente?”.
“Ho letto il manga, Alfredo, levati la maschera”.
“M-manga?! Sham!” urlò l’ormai smascherato anziano, cercando con lo sguardo la bambina più grande. Quella avanzò lentamente dall’ombra, mostrandosi agli occhi del padrone. “Questo ragazzino di cosa sta blaterando?”.
Sham abbassò il capo, col volto nascosto dalla maschera e sospirò. “Sì, Maschera di Ghiaccio… Aveva questo con sé” rispose, consegnando nelle mani del misterioso uomo un libretto.
“Le Grandi Avventure? Che diamine sono?”.
“Sì, è uscito il sedici novembre”.
Alfredo lo aprì e vide se stesso disegnato in malo modo.
“Io non sono così basso! E sono più giovane!”.
Silver fece spallucce. “No. Non è vero”.
“E di che parlerebbe questo… manga?”.
“Di come io e i miei amici ti sconfiggiamo”.
“Cosa?!”.
“Sì. Sai, il piano di Celebi, tornare indietro nel tempo… Lapras. Beh, vedi, è davvero nobile ciò che vuoi fare ma non è il modo giusto”.
Maschera di Ghiaccio rimase impassibile.
“E quindi tu mi sconfiggeresti?”.
Silver annuì e Alfredo lo fece ammazzare.

37. CAZZIMMA
Silver riuscì per miracolo ad aggrapparsi alla sporgenza della rupe, sospeso sul baratro che si apriva sotto.
“Gold aiutami! Da solo non ce la faccio!”.
“No”.

38. KAREN NON È UNA BELLA PERSONA
Era notte fonda, nel maniero di Maschera di Ghiaccio, e come ogni notte Silver s’alzava di soppiatto per andare a esplorare un po’ in giro.
L’unica stanza che non aveva ancora visitato era quella di Karen, una della sue sorelle maggiori. Era antipatica e acida ma anche molto carina.
Dopo Sham, era una delle più grandi, lì.
Ed era anche molto forte coi Pokémon, cosa che l’aveva resa una roccia ai suoi occhi.
Quella notte sgattaiolò nella sua stanza, cercando di fare quanto meno rumore possibile.
E riuscì anche a non far cigolare i cardini della porta.
Dormiva, lei, silenziosa e angelica, quasi fluttuava sulle coperte, non notando il ragazzino che camminava con le palme dei piedi sul pavimento freddo.
S’avvicinò al suo diario e lo aprì, incuriosito.
“Giorno 1. Sono appena arrivata. Ho ucciso un ragazzino; Giorno 2. Ho conosciuto un ragazzo nuovo, si chiama Pino. L’ho ammazzato di botte. Giorno 3. Ho appena avuto la mia prima esperienza lesbo con Sham. Le ho grosse quasi quanto le sue”.
Mentre si chiedeva cosa significasse la parola lesbo, alzò gli occhi e vide un oggetto particolare; non l’aveva mai visto prima, e aveva la forma di un piccolo paracadute color lilla.
Lo avvicinò al naso; profumava.
Poi lo poggiò sulla testa, con le due protuberanze morbide a fare le veci d’un paio di corna arrotondate.
Fu un momento, Karen si voltò e tirò le bretelle del reggiseno, sollevandolo velocemente e appendendolo al gancio della finestra.
Silver divenne cianotico e perse conoscenza poco dopo, quando qualcuno uscì da sotto al letto e accese la luce.
“Ottimo. Anche stanotte faremo uno spuntino” disse.

39. DRACARYS
“Tormund?! TORMUUUUND?!” sbraitò Gold, davanti al televisore. Stava guardando Il Trono Di Spade quando la Barriera veniva distrutta dal drago degli Estranei.
La scomparsa del suo personaggio preferito lo colpì nel profondo. Si alzò in piedi e si avvicinò al televisore, per poi cadere in ginocchio. “Non può essere morto. Non ci credo” continuava a ripetere a se stesso.
D’improvviso, la scena cambiò, portando in primo piano Ilary Blasi che conduceva il Grande Fratello.
“Spostati, io e Crystal dobbiamo vedere se stasera viene eliminato Malgioglio”.
“Ma non se ne parla nemmeno! Quella massa di decerebrati aspetteranno la fine della puntata di GOT, per essere guardati da voi!” quello dagli occhi dorati si alzò, lanciando una pantofola verso il viso del rosso, che si abbassò evitandola.
“Tocca a noi. Sei stato davanti la tv tutto il giorno” s’intromise Crystal.
Gold non ci vide più e, ancora borbottando, andò in camera sua. Silver alzò il volume della televisione, per evitare di sentirlo e si sedette sulla sua poltroncina in ecopelle, perché quella vera gli irritava la cute troppo sensibile.
L’altro prese il suo cinturone e tornò di sotto. Chiamò dalla sua Pokéball Typhlosion e, indicando Silver, diede l’ordine.
“Dracarys”.

40. LUCI LASER
Gold si stava divertendo a puntare la sua nuova lucina laser ovunque sulle pareti della sua stanza. Silver sembrava un Meowth impazzito, tanto che cercava di arraffarla, finendo quasi sempre con la testa contro il muro. Ridendo, quello dagli occhi dorati spostò velocemente la luce sul muro, facendola scomparire fra le pieghe delle tende della finestra. Silver si lanciò contro di esse.
“Sei mia” urlò. Poi, con un frastuono di vetri infranti, cascò di sotto, sfracellandosi sull’asfalto.
“Gold, cos’è tutto sto rumore?” chiese Crystal, che stava preparando la cena.
“Ehm… Silver è caduto”.
“Di nuovo? Quante volte devo dirti di fare attenzione?!”.
“Scusa…”.
“Ora vallo a raccogliere e portalo dentro, sennò i gatti ci fanno di nuovo cacca sopra prima che lui resusciti. Sennò niente parmigiana di melanzane” minacciò.

41. FOTTUTI ROBOT GIAPPONESI
“PROTEAM!” urlò Diamond.
“OMEGA!” rispose Silver, saltando la spalliera del divano e atterrando direttamente sui sedili, accanto all’amico. Il loro programma preferito stava per cominciare.
“Hai qualcosa da mangiare?” domandò quello di Sinnoh.
“Sì, ora vado e…”
Purtroppo Proteam Omega era un anime sui robot, e come ogni anime sui robot che si rispettasse aveva sigle piene di colori e flash intermittenti.
Così Silver, epilettico com’era, perse coscienza e sbatté il cranio sul tavolino, spaccandosi la testa.
Diamond spalancò gli occhi e rimase, inorridito, a fissarlo fino a sera inoltrata.
Poi lo mangiò.

42. PAPÀ
“Mio figlio…” sorrideva Giovanni, allargando le braccia e aspettando che Silver gli si avvicinasse, per prendersi quell’abbraccio che voleva dargli da tanto tempo. “Finalmente ti ho ritrovato”.
“Tu… tu sei mio padre?”.
Gli occhi di Silver, freddi come il ghiaccio, si spalancarono, fissando la figura del più grande criminale che la regione di Kanto avesse mai avuto.
“Sì. Io, Giovanni, sono tuo padre”.
“Mi sono sempre chiesto come facessi di cognome”.
“Battista”.
“Quindi io mi chiamo Silver Battista?”.
“A meno che tua madre non abbia fatto la troia”.
“E perché fai il mafioso in Giappone? Cioè, tu sei italiano, no?”.
“Nato a Milazzo”.
“Che cazzo ci facciamo qui?”.
“Silver…” sbuffò il padre. “Lo vuoi quest’abbraccio, o no?”.
“No, mi fai schifo. Sei il capo di una massa di criminali”.
E così Giovanni prese al pistola e trasformò suo figlio in una colapasta.
“Non sei buono neppure per rivestire una canoa, adesso”.

43. INGENUITÀ
Silver, ancora un innocente bambino, camminava per le strade della città. Un furgone si fermò di fianco a lui e un uomo ne uscì da un portello laterale.
“Bel bambino, vuoi una caramella? Devi solo salire qui con me”.
“Certo!” fece lui.
E lo uccise.

44. SNEASEL VUOLE UN ABBRACCIO
“Oh, piccolo Aibo! Certo che ti abbraccio!” fece Gold.
“Ma certo, Smoochy! Anche tu vuoi che ti abbracci, vero?” ribatté Crystal.
Sneasel guardò Silver.
La sua testa rotolò per terra poco dopo, scatenando le ire di Crystal che aveva appena passato la cera sul parquet.

45. QUENTIN
“Silver, passami il tagliacarte” disse Crystal, intenta a ritagliare dei cartoncini per il compleanno di Gold, quella sera.
Quello raccolse l’utensile che, a causa delle mani sudate per l’eccitazione di dare il suo regalo a Gold, scivolò, provocandogli un taglietto sul dito. In pochi secondi dalla ferita fuoriuscirono litri di sangue, zampillando ovunque, dal tavolo con sopra i cartoncini e il cibo per la cena, fino al soffitto e alla finestra della cucina. Dopodiché, il ragazzo si accasciò a terra, ormai rinsecchito per la perdita di fluidi.
Crystal guardò sbigottita la scena. Osservò il suo lavoro andato in fumo e sbuffò. In quel momento Gold si palesò dalle scale. Insieme si fecero un selfie col cadavere di Silver, inserendo la frase “Non solo le femmine sanguinano” prima di pubblicarla sui social. Dopodiché andarono a mangiarsi una pizza.

46. DRACULA
Il vampiro più noto al mondo irruppe dalla finestra di Silver, silenzioso come un’ombra. Si avvicinò al capezzale del ragazzo facendo schioccare le fauci. I rossi gli erano sempre piaciuti, il loro sangue aveva quel qualcosa di piccante che lo rendeva ebbro e frivolo come una quindicenne in calore per Jason Momoa. Sbottonò la lunga camicia da notte di Silver, scoprendone il petto che si alzava e abbassava a ritmo regolare. La sua pelle candida sussultò quando il vampiro ci appoggiò sopra una mano, gelida e mortifera. Gli strizzo il capezzolo sinistro con due dita, mentre affondava le zanne nel collo, iniziando a succhiare il suo sangue. Il fatto era che, pure dopo diversi minuti, neanche una goccia era venuta fuori. Si mise a sedere sul letto, fissando il volto pallidissimo della sua preda.
“Fottuti anemici!” urlò, per poi affondargli un paletto di frassino nel cuore.
Dopodiché scomparve nelle tenebre della notte.

47. RESTO DI TRE
“Gold, non conosco i numeri romani. Devi fare tu questa divisione. La porta con sopra il risultato esatto, ci darà l’uscita, sennò chissà cosa troveremo. Sei pronto?”.
“Certamente” fece lui.
Lesse i numeri: era facile, centoventinove, diviso sei.
“Fa… ventuno, col resto di quattro. La porta è quella”.
E Silver vi si avvicinò. L’aprì, e all’istante venne trafitto da lance spuntate dal soffitto e dal terreno, lasciandolo sospeso a mezz’aria.
“Forse ho sbagliato qualcosa…” Gold fece spallucce e oltrepassò il corpo di Silver, uscendo all’aria aperta.

48.  NEL NOME DI GEORGE R.R. MARTIN
“Dico soltanto che Twilight ha una storia di gran lunga superiore a molti altri fantasy contemporanei. Soprattutto quel “Game Of Thrones”. Troppo violento, troppo rude…” rispose Silver al dibattito che si era aperto fra lui, Crystal e Gold.
Quest’ultimo si alzò senza dire una parola, scioccato dalla blasfemia dell’amico.
Andò in camera sua, indossò i pezzi dell’armatura che aveva sempre voluto indossare e raccolse la spada in acciaio.
Tornò al piano di sotto e balzò sul divano, di fronte alla poltroncina in ecopelle di Silver.
“Nel nome di George R.R. Martin!” urlò Gold, furioso.
Levò in alto la spada e con un unico, fluido movimento, decapitò il rosso.

49. TATTICHE FRA AMICI
Gold e Silver erano in ascensore, diretti all’hangar dove avrebbero dovuto rubare un mezzo per fuggire da quel posto. Le guardie li stavano aspettando all’uscita.
“Ci serve un piano” disse il rosso.
“Il ‘Chiamate Aiuto’. È perfetto”.
“Ancora con quella stupidaggine che hai visto in Thor: Ragnarok?! Io lo odio!”.
“Naah, sarà divertente” rispose Gold, dopodiché prese Silver in braccio, il quale fece finta di essere svenuto.
Le porte si aprirono al suono d’avviso dell’ascensore.
“Vi prego, chiamate aiuto, sta male!” implorò Gold, avvicinandosi alle guardie che rimasero stupite da ciò che videro.
Poi il ragazzo lanciò Silver verso di loro, cercando di sbilanciarli. Solo che non ci riuscì e i loro avversari iniziarono a picchiare a sangue il rosso.
Gold si allontanò silenziosamente. Entrò in un auto e si diresse verso l’uscita. Una volta fuori accese la radio e iniziò a It Ain’t no fun assieme a Nate Dogg.

50. BLUFF
Alla veneranda età di novantasei anni, senza alcun incidente di alcun tipo dopo aver concluso le sue avventure in giro con i suoi amici Gold e Crystal, un ormai vecchissimo Silver è steso in un letto d’ospedale.
Tutta la sua famiglia e quelle dei suoi migliori amici sono strette al suo capezzale mentre lui li saluta per l’ultima volta. Poi, fra le lacrime dei suoi cari, il suo corpo si spegne, permettendo all’animo di trovare la pace eterna.












Scherziamo.
Morì asfissiato entrando per sbaglio in bagno, mentre Gold faceva la cacca.
 

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