. Solarosa .
“Dove tutto comincia in piccolo”
“Dove tutto comincia in piccolo”
Solarosa non godeva di una popolazione numerosa, le poche case che la componevano erano circondate da un fitto paesaggio selvatico. Le uniche strutture di interesse erano il Centro Pokémon e il Pokémon Market, due edifici che permettevano agli allenatori in erba di equipaggiarsi prima di cominciare il loro viaggio insieme ai Pokémon. In pochi si fermavano a Solarosa, considerata dai molti come una via di passaggio piuttosto che un luogo in cui insediare le proprie radici.
Vera aveva fatto ritorno a Solarosa per un motivo ben preciso, cercava suo padre per mostrargli i progressi che aveva fatto con il Pokédex, non solo era diventata un asso delle Gare Pokémon, ma non aveva mai dimenticato il compito che l'aveva spronata a partire e a lasciarsi Albanova alle spalle. Suo padre, il Professore Birch, era un uomo in gamba e con una passione innata per il suo lavoro, aveva l'abitudine di studiare i Pokémon allo stato brado e ogni volta Vera doveva correre per chilometri prima di riuscire a individuarlo. Mentre passeggiava intorno all'aiuola posta in mezzo a Solarosa, le veniva in mente i ricordi inerenti al suo passato. Di quando era un'allenatrice alle prime armi che doveva cominciare il suo viaggio intorno alla regione di Hoenn.
Con la mente era tornata al lontano giorno che le aveva cambiato la vita per sempre.
Non se ne parlava di addentrarsi nel Percorso 102, uno scienziato si era piazzato nel mezzo e non permetteva a nessuno di oltrepassare gli immensi cespugli, aveva trovato delle impronte diverse dal solito, a detta sua appartenevano a una specie di Pokémon sconosciuta e lui si sentiva in dovere di analizzarle per portare alla luce una nuova scoperta scientifica. In pochi erano dello stesso parere, anche Vera che aveva assistito alla scena non era convinta della sentenza sputata da quell'uomo grassoccio e dai capelli unti appiccicati alla fronte. Grazie al cielo non doveva usufruire del passaggio, un duro allenamento l'aspettava nei pressi del Percorso 103, lo stesso che collegava la minuscola cittadina a uno spiazzo pieno di erba alta e ruscelli.
Vera era contenta di aiutare il padre, ma era diventata la padrona di quel minuscolo esserino e non poteva ignorare i suoi doveri da allenatrice. Il suo primo Pokémon si chiamava Torchic, era un dolcissimo pulcino di tipo Fuoco dal piumaggio arancione e giallo, non era molto forte dato il primo stadio evolutivo e aveva bisogno di mettersi a confronto con altri Pokémon per migliorarsi e prepararsi all'evoluzione. Eppure quel piccoletto sapeva il fatto suo, ce la metteva tutta per avere la meglio durante le lotte e rendere felice la sua giovane padroncina.
Solo con Brendon non era riuscito a vincere, lui e il suo Mudkip erano invincibili. Non solo Brendon era in netto vantaggio perché possedeva un Pokémon di tipo Acqua, ma dagli attacchi che sceglieva si capiva perfettamente che possedeva delle abilità come allenatore, aveva una tecnica ben precisa ed era complicato contrastarla. Si vedeva lontano un chilometro che era il figlio di un Capopalestra, era capace di seguire le orme di suo padre e all'epoca sia lei che Brendon ignoravano il destino che li aspettava oltre alla minuscola piazza di Solarosa. Quell'incontro si era dimostrato utile per rafforzare il loro legame d'amicizia, dopo la lotta si erano stretti la mano e avevano cominciato a correre in direzione del Laboratorio di Pokémon. Ridevano spensierati e con la mente erano già direzionati verso il loro viaggio, con il cuore che esplodeva dalla voglia di mettersi in gioco.
Eppure c'era qualcuno che quel giorno non aveva l'animo giusto per mettersi a sorridere, quando Brendon e Vera avevano messo piede a Solarosa avevano visto lo scienziato, seduto vicino all'aiuola e con un'espressione sconsolata sul volto. La camicia bianca era uscita dai pantaloni, i capelli erano in disordine e portava gli occhiali appannati.
Appena si erano avvicinati per chiedere cosa gli fosse successo, lui aveva risposto così:
━━ Ho appena finito di analizzare quelle che credevo fossero le impronte di un Pokémon raro. Ma è saltato fuori che erano le mie stesse impronte... ━━ .
I due si erano messi a ridacchiare sotto ai baffi e si erano messi a correre verso il Centro Pokémon, avevano la mente troppo occupata per prestare attenzione al povero individuo, ma almeno in quel modo avevano la possibilità di imboccare il sentiero che li avrebbe condotti a Petalipoli. La strada era breve, Petalipoli non era così lontana.
Solo allora Vera tornò alla realtà e scrollò le spalle, guardò dei bambini che saltavano allegri insieme ai loro Pokémon e non riuscì a non sorridere. Quei piccoli correvano come dei fulmini mentre si lasciavano alle loro spalle il cartello su cui era scritto il motto della città.
“ Solarosa ; Dove tutto comincia in piccolo ”
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