144-145-146: Articuno, Zapdos & Moltres
Su più grandi ali ‘l pensier mio s’involi
e ne le penne spiri maggior brezza
3 di quella omai che, spirto mio, tu suoli:
or si parranno ‘l pregio e la grandezza
dei tre fratel piumati la cui destra
6 travolge gli elementi e li carezza.
Non v’è parola che non sia maldestra
nel pingerli, fuor ch’una: leggendari.
9 Ogne virtù de la terna maestra
mostrerà come i viventi ordinari
sovrastino e pur l’uomo, che talvolta
12 non vede e non crede, tanto son rari.
È spesso intrapresa e sempre irrisolta
la lor ricerca infatti e i lunghi viaggi
15 ch’in ciascun secolo un’ognor più folta
folla ha compiuto ha reso a noi gli assaggi,
le briciole ch’alimentan la fama
18 imbandita dagl’alati miraggi1.
Articuno ‘l primier dei tre si chiama;
mòstrasi a noi quale incarnato Gelo
21 su l’albe vette ove la vita è grama.
Come si libra in aer dal proprio stelo
la nuvola del dente di leone
24 al dolce tocco, similmente in cielo
il frullar di sì prodi ali è cagione
d’inverno, che di sùbito si ghiaccia
27 l’umidità ne le percorse zone
e fiocca, turbina, atterra, si slaccia
in mille e mille pollini di neve,
30 precipitando dov’era bonaccia2.
Adornato d’un mantello sì lieve,
pare Articuno stesso esser cristallo
33 celeste, che nel gel si tuffa e imbeve,
le maniche ampie scaglie di metallo
lucente, lunga e tremula la coda
36 una rotante gonna in vivo ballo.
Le sparse voci, tuttavia, ch’a proda
qui giunsero son scarse ed in conflitto,
39 mostrando l’una come non corroda
le forze in dura lotta, invece affitto
ricerchi con sua spessa stalagmite,
42 protetto in lei da l’esterior dispitto3;
l’altra, per contro, afferma che sgradite
a lui son tutte l’intrusioni4 e allora
45 ch’adocchia un viandante sotto l’immite
braccio ai venti del polo offre dimora
e la potenza sua fa manifesta,
48 la cieca, immensa, dirompente Bora.
V’è chi sostien che non d’alcuna cresta
glaciale abbia radice, ma dal grande
51 mare ocëano e, rarità! si vesta
d’un ciano di tonalità assai blande
quai bianca brina. In modo tal diffondono
54 il mito quei de le speziate lande5.
Zapdos, l’Elettrico, del trio ‘l secondo;
sembra apparir tra l’uno e l’altro abbaglio
57 nel cielo estivo di lampi fecondo.
Come sotto ai gravi attacchi del maglio
plàsmasi ‘l ferro in sempre miglior stato,
60 così egli gode d’essere bersaglio
de’ fulmini, ch’al becco ed al costato
paion cascata fresca e dissetante,
63 ma ancor lui stesso genera ‘l boato,
le quattro ali agitando, ch’a l’istante
di nembo in nembo rimbombando squassa
66 la terra, schianta ‘l mar, scote le piante
al rovesciar del temporale e ammassa
la sua virtù nel glorïoso Tuono
69 ch’ogne altra mortal scarica oltrepassa6.
Chi scòrselo fra ‘l baglior e ‘l frastuono
a guisa di folgor ne riproduce
72 le penne e bicolor lo ve’ da prono,
nero di notte e candido di luce
(pur s’altri lo fanno aureo di scintilla7)
75 mentre l’altezza a un uomo riconduce.
Secondo nuove straniere ei sobilla
pur l’isole ove chi qui non ritorna
78 si cangia in forma e tipo per tranquilla
vita condurre8 e lì pare aver corna,
ma sarà altra version de la superna
81 corona che l’augel saettante adorna9.
Moltres, ultimo membro de la terna;
alla fiamma dà ‘l nome suo ed ha nido
84 sui monti, ma sovente a sede alterna10.
Come già pria che dal levante lido
albeggi ‘l sol s’illustra ‘l firmamento
87 nel sentirlo e acclamarlo a chiaro grido,
parimenti ogne fior sboccia contento,
ogne seme festina11 a farsi gemma
90 s’avverte di Favonio12 ‘l lieto vento
sul quale egli si libra, aereo stemma
di primavera. È tal ch’apporta gioia
93 ai lontani occhi ed ai vicin dilemma,
ché irraggia da ciascuna feritoia
faville ardenti al ventolar de l’ali,
96 mimanti un mantice ch’il foco infoia,
ma tal tripudio altera in arsi strali
accesi de le braccia dal braciere,
99 quando ispirato da intenti brutali,
e sfrecciando d’ira di balestriere
divampa, esplode la sua Fuocobomba
102 marchiando ‘l suol di morte stelle13 nere.
Anco può sanar gl’arti pria ch’incomba
fatal dolor nel magma e quale allocco
105 è abituato a migrare o qual colomba,
tanto che ne ritien taluno ‘l tocco
taümaturgico14 e talaltro appàiane
108 il caldo avvento al soffio di Scirocco
meridional, convinto che compaia
da quella direzion15; sì lo confonde
111 lo vulgo a fole16 da cui si dispaia.
È noto tuttavia ch’oltre le sponde
de la Cannella17, fra i più conosciuti
114 liti ove ‘l mar adagia le sue onde
desta interesse in tal senso Shamouti,
di tradizioni isola e di leggende
117 dove i tre son maggio amati e temuti:
entro i confini propri essa comprende
tre piagge d’aspro clima e tempo incerto
120 senza palagi né capanne o tende.
Nullo esplorator d’esse essendo esperto,
tramàndasi che i meteo ognor diversi
123 tuttavia18 sul trigemino deserto
sian causa lor e che l’un l’altro avversi
le terre altrui per brama di dominio,
126 morso da un odio, una follia perversi,
finché verrà lui ch’il triplo abominio
trasformerà in mutua concordia e pace
129 vincendo l’elemental predominio.
Tra chi stima esser ciò fiaba mendace
e chi l’ha intesa allear fisicamente
132 le membra loro in un solo torace,
creando un serafino a tripla mente
che le magie de la natura impugna
135 come Eevee in grado di mutar repente19,
la gente di Shamouti ‘l vago oppugna
e ancor oggi l’antica profezia
138 ne’ riti sacri celebra e propugna:
“Non sia giammai turbata l’armonia
del fulmine, del ghiaccio e de la fiamma,
141 da altrui voluta ed ordinata in pria,
o de la sua grande nutrice e mamma20
veglierà ‘l mondo le sole ruine
144 al fin del trino, leggendario dramma.
Sorgerà allor da l’acque cristalline
l’argentato vegliardo a cantar tregua,
147 ma piaghe uman non han cure divine.
Eroe prescelto, fa’ che non dilèguasi
l’equilibrio primario, sincera
150 fede ti sproni e giustizia t’insegua.
Se tornerà la profanata sfera
ad ogne tempio, la forza di uno
domerà ‘l re ducendo in una schiera
154 e Moltres e Zapdos ed Articuno”.
1 – v. 18 “alati miraggi”: Altro nome con cui sono conosciuti;
2 – v. 30 “bonaccia”: Totale assenza di vento;
3 – vv. 39-42 “come non corroda… dispitto”: Nel 1° volume del manga Pokémon: La Grande Avventura, capitolo 25, Articuno si congela da sé dentro un grande blocco di ghiaccio per proteggersi dagli attacchi del Team Rocket;
4 – vv. 43-44 “sgradite… intrusioni”: Secondo il Pokédex di diversi giochi, Articuno “si dice appaia per atterrire chi si smarrisce sui ghiacciai”;
5 – vv. 49-54 “V’è chi sostien… speziate lande”: Articuno è ispirato al Roc, grande uccello della mitologia persiana. Compare nel racconto di Sinbad il Marinaio ne Le mille e una notte, dove è raffigurato di colore bianco (colore, tra l’altro, a cui tende il ciano di tonalità assai blande della versione cromatica di Articuno) e originario del mare Oceano. Le regioni indiane, da cui proviene il racconto, sono definite speziate poiché i mercanti europei vi acquistavano principalmente spezie da importare in Occidente;
6 – v. 69 “ch’ogne altra… oltrepassa”: Avendo Zapdos la statistica Speciali più alta tra tutti i Pokémon di tipo Elettro nei giochi di prima generazione, il suo attacco Tuono è la mossa Elettro più forte che si possa usare;
7 – vv. 73-74 “candido… scintilla”: Il colore giallo di Zapdos diventa arancione nella sua versione cromatica. Vedendo il Pokémon da molto lontano alla luce dei lampi le tinte devono sembrare molto più chiare del reale, risultando bianche e dorate;
8 – vv. 77-79 “l’isole ove chi… vita condurre”: La regione di Alola, dove i Pokémon provenienti da Kanto si adattano al nuovo ambiente mutando le proprie caratteristiche;
9 – vv. 79-81 “pare aver corna… adorna”: In molti miti dei nativi americani (nell’area geografica vicina alle Hawaii a cui è ispirata Alola) è presente l’Uccello del Tuono, a cui Zapdos si rifà. Questa creatura è descritta con un paio di corna. Zapdos, pur non avendole, ha le piume sul capo a punta come fossero una corona di fulmini;
10 – v. 84 “a sede alterna”: Nei giochi in cui compare Moltres si trova di volta in volta in un luogo diverso, contrariamente a Zapdos e Articuno;
11 – v. 89 “festina”: Si sbriga, dal latino “festinare”, affrettarsi;
12 – v. 90 “Favonio”: Nome latino di Zefiro, vento primaverile della cultura greca;
13 – v. 102 “stelle”: L’esplosione della mossa Fuocobomba è sempre mostrata come una stella a cinque punte;
14 – vv. 106-107 “ne ritien… taümaturgico”: Moltres potrebbe essere tratto dal Simurgh, uccello della mitologia persiana affine alla Fenice le cui penne hanno proprietà taumaturgiche;
15 – vv. 108-110 “Scirocco meridional… direzion”: Un’altra possibile ispirazione per Moltres potrebbe trattarsi del Suzaku, l’Uccello Vermiglio della religione taoista, associato al Sud e all’estate;
16 – v. 111 “fole”: Favole, fantasie;
17 – v. 113 “Cannella”: L’Isola Cannella è la terra più a sud della regione di Kanto, nel mondo dei Pokémon, escludendo l’arcipelago delle Isole Orange;
18 – v. 123 “tuttavia”: Continuamente, nel senso latino del termine;
19 – vv. 133-135 “un serafino… mutar repente”: Nel 1° volume del manga Pokémon: La Grande Avventura, capitolo 33, il Team Rocket grazie agli studi su Vee, l’Eevee di Rosso in grado di evolversi a piacimento, riesce con un macchinario a fondere i tre uccelli leggendari in un unico Pokémon mostruoso con sei ali e tre teste capace di usare attacchi di tre elementi nello stesso tempo;
20 – v. 142 “grande nutrice e mamma”: La natura.
Illustrazioni di Pearlsaurus
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