In fondo avevo accantonato la mia vecchia me da tempo ormai, e con
essa anche gli amici e i parenti che ne conseguivano. Non ero più
nessuno. Zero.
Blu
Me
lo sarei dovuto immaginare.
In
quanti altri progetti è mai veramente coinvolto il Team?
Lasciamo
perdere la corruzione delle alte sfere, i traffici illegali e i rapimenti a
danno dei mocciosi troppo speranzosi, a questo proposito la Polizia o altre
associazioni considerate oneste non sono da meno.
No,
queste sono solo la facciata, la superficie, la maschera della grande idea che
Giovanni ha sempre veramente avuto in serbo.
Isola
Suprema, questo è il pomposo nome che una vecchia mappa sbiadita dagli anni ha
dato a una minuscola isola maleodorante sperduta nel nulla più assoluto,
circondata da chilometri e chilometri di un insondabile mare profondo e scuro
come il colore della notte. Una vera e propria macchia di torbida melma
castana-verdastra in mezzo al blu. Brulla e montuosa, pare quasi un miracolo
che sulla sua sommità sia riuscita a formarsi una rada palude stagnante che
s'infittisce sempre più finché un cuore di alberi imponenti, dall'aspetto
antico quasi quanto quello del mondo stesso (o del Manectric sdentato e miope
di mia nonna), non circonda e protegge l'unica ampia radura erbosa della zona,
dove i nostri scienziati presuppongono risieda Mew stesso, il Primo.
Dopo
il totale fallimento con Mewtwo, l'insufficiente controllo, l'esplosione, la
fuga, il Boss ha dovuto fare i conti con la realtà: le copie, per quanto ben
fatte, non sono mai come l'originale.
Non
ho la più pallida idea di come sia entrato in possesso di quella cartina, di
quante persone siano state corrotte, picchiate o perfino uccise.
Non
mi è dato saperlo e certamente sono l'ultima che ha intenzione di far domande.
Resto
insensibile perfino ai continui pettegolezzi che circolano alla Base, assurde e
improbabili ipotesi tra le quali ne è contemplata una anche al riguardo il
presunto il rapimento di un certo "Remo", il possessore originale
della mappa.
Fatto
sta che la determinazione e la perseveranza del Capo sono state premiate e ora
non resta che vedere se i pezzi del puzzle, da tempo iniziato a costruire, ci
sono tutti.
Mi
accuccio a terra, appoggiando una mano inguantata su una coscia sporca di fango
e affondando l'altra nel terreno (se proprio si vuole chiamare così) cedevole
sotto i nostri piedi.
L'aria
è mefitica, opprimente, ti entra nei polmoni e pare non volerne uscire più, ti
schiaccia sotto una terribile cappa di calore e ti annienta definitivamente
accompagnata ad un continuo schiamazzo generale; Swalot, Dustox, Marshtomp... i
loro richiami sono ovunque e rendono il "soggiorno" ancora più
spiacevole di quanto già non sia.
Distorco
il naso per l'ennesima volta: non sono ancora riuscita ad abituarmi al pesante
odore umido, unito alla pungente nota salata del mare vicino, che grava nei
dintorni.
Non
ho idea di quale dei due sentori mi dia più fastidio, probabilmente il secondo.
Odio
l'acqua, odio l'oceano.
Lo
odio da quando... da quando Aurum... beh, lo odio.
Ovviamente
non sono da sola, insieme a me ci sono ben altre quattro reclute, peccato che
due di loro non siano altro che acerbi ragazzini con a malapena qualche vano
peletto sulla faccia, anche se devo proprio dire che uno compensa alla grande
la mancanza di barba con i brufoli adolescenziali.
Meraviglioso.
Forse
se va bene riusciranno a dare qualche ordine sensato ai loro Pokémon, ma non
sono così ottimista.
E'
più probabile che inizino a tremare.
Non
mi ricordo nemmeno come si chiamano.
"La
cavalleria non può essere lontana." Sbotta improvvisamente l'unico vero
uomo del gruppo, Josh, un energumeno scuro, tutto muscoli e tatuaggi. Porta i
capelli costantemente rasati per far vedere il complicato disegno di un
Gyarados ruggente che dalla nuca gli scivola fino alla base della schiena, come
se ad avere le poderose squame azzurre non fosse il Pokémon, ma lui stesso.
Cavalieri
è il modo in cui noi reclute abbiamo iniziato a chiamare i nemici del Team, i
"buoni" tanto per intenderci.
"Sarà
divertente." Un tenue commento ridacchiato, dal tono quasi innocente e
ingenuo, quasi quanto il viso di chi ha parlato: bianco come quello di una
porcellana, solcato da tenui puntini rosa scuro, efelidi, naso alla francese,
labbra delicate e grandi occhi color orchidea, incorniciati da una riccioluta
capigliatura dorata.
Sheela.
Mi
sono sempre chiesta quanti anni abbia, a giudicare dal suo fisico minuto non
più di sedici eppure... c'è qualcosa in lei, nel suo sguardo, che la fa
apparire molto più grande.
Troppo,
a volte.
"No,
sarà un massacro invece."
"Sempre
positiva a quanto vedo Zero."
"Sono
solo realista."
"Ma
se sono in tre!"
"Appunto."
Eccetto
Josh, nessuno di noi aveva con sé più di un Pokemon e tra questi solamente io
non li prendevo in prestito alla base. I cavalieri, invece, mi aspettavo che
come minimo ne possedessero tre o quattro a testa. A nessuno era venuto in
mente di chiederne di più, d'altra parte ci si limita a fare quello che ci
viene detto. Era stato Milas in persona a spiegarci l'obiettivo della missione,
lui e quel suo odioso, falso sorrisetto saccente.
"Il
Boss ha fiducia in voi, lui tiene costantemente d'occhio tutte le sue reclute e
se non gli foste saltati all'occhio non vi avrebbe mai nominato per questa
importante missione."
Giovanni
deve aver considerato questa lusinghiera trovata molto divertente: nessuno di
noi aveva veramente fatto qualcosa per distinguersi dagli altri, se non in
negativo. Il carattere eccessivamente bellicoso di Josh, se in un primo tempo
era quasi riuscito a fargli ottenere qualcosa, è anche riuscito a rovinare
tutto da quando in un impeto d'ira l'ha portato ad aggredire il Generale Maxus,
Sheela invece, al contrario, è troppo ambigua.
Non
si sa mai cosa le passi per la testa veramente, può dire di "si" e
pensare tutto il contrario senza che a nessuno possa venire il minimo sospetto.
Di per sé saper mentire sarebbe abilità utilissima al Capo, peccato che lui si
sia presto reso conto che come la giovane può lavorare PER lui, non avrebbe
certamente problemi a farlo CONTRO. E' risaputo che la ragazza non si fa molti
scrupoli quando si parla di denaro.
E
poi è troppo intelligente, sia per essere una recluta che un Generale.
Giovanni
ha bisogno di persone fedeli e capaci intorno a lui, ma non che possano
superarlo in astuzia o finirebbe prima o poi per essere surclassato.
Con
gli altri due rimasti certamente non correrebbe questo rischio, ma per quanto
avevo avuto modo di notare il loro neo era proprio quello di non aver saputo
fare niente.
Così
probabilmente il Boss aveva deciso che non necessitava di due individui tanto
imbranati oltre che inesperti.
Almeno
adesso avrei finalmente dato risposta a una delle domande fondamentali che
circolano nei bassi ranghi del Team: Che fine fanno gli indesiderati e i
traditori?
Considerato
che stiamo parlando di un'organizzazione criminale, ritrovarsi a sentirsi non
accettati perfino qui diventa abbastanza deprimente.
"Magari
mi andrà meglio in prigione..." Borbotto tra me e me senza farmi sentire,
sono più che sicura che i mocciosi non verranno da soli: la Polizia li
raggiungerà poco dopo. E noi saremo lì, in attesa per farci arrestare, con i
Pokémon troppo deboli per difenderci e senza vie di fuga alternative.
Un
vero peccato che fossi l'unica a sapere come stavano le cose.
Mi
viene quasi da ridere quando improvvisamente mi rendo conto che ogni rumore è
cessato, perfino i miei colleghi hanno smesso di parlare e espressioni prima
rilassate hanno lasciato il posto a sorrisetti nervosi e sguardi tesi.
Tre
grosse ombre scure ci proteggono per un secondo dall'accecante luce del sole
pomeridiano.
Ci
sono solo due modi per raggiungere l'isola: via mare, uno stressante viaggio
lungo come minimo una decina di giorni, o via aerea. Evidentemente noi del Team
Rocket non siamo stati l'unici ad optare per quest'ultima soluzione, per quanto
invece di usufruire di alcune grosse creature alate ci fossimo stipati tutti
all'interno di un grosso elicottero laccato di nero.
Un
Charizard, un Aerodactyl... e un Salamance.
Una
ex-allenatrice come me non ha difficoltà a capire di che Pokemon si trattino.
Mi
sento otto paia di occhi puntati addosso, un interrogativo inespresso aleggia
in mezzo a noi.
"Ci
siamo." Dichiaro, alzandomi.
Pokéball
estratte goffamente, troppo velocemente, dalla cintura, sbuffi, affanni,
risatine isteriche e rilassate di quelli che ne hanno viste tante o poche.
Questi
sono gli unici suoni che si possono udire per diversi minuti, almeno fino a
quando le figure non fanno la loro comparsa poco lontano da noi, poi il
silenzio diventa assoluto e automaticamente uno sguardo di superficiale
superiorità, sicurezza si stampa sulle nostre facce.
Solo
quando sono talmente vicini che posso distinguere con chiarezza tutti i tratti
del loro volto mi decido a ingrandire la sfera di Golbat.
Sorellina,
sono pronta.
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