Quindicesima uscita di Pokémon Apocalindex. Stavolta l'intenzione non è tanto quella di diffondere notizie quanto di riflettere sulla consapevolezza ambientale di ciascuno di noi. Nell'ultimo anno si è parlato di crisi climatica e di ambientalismo come non se n'è mai fatto nei decenni precedenti, sebbene è dagli anni '70 che si è iniziato a prendere coscienza della Terra come casa comune da preservare e di cui prendersi cura. Le notizie sugli eventi naturali (e non) si diffondono e crescono di numero, non solo perché la situazione è oggettivamente peggiore di prima ma anche perché questo tema ha fatto più presa sulla mentalità generale. Nonostante questo, però, resta un ambito di discussione molto divisivo, che pone in contrapposizione non solo personaggi pubblici e organizzazioni tra di loro ma anche persone comuni, amici, parenti. Il problema è reale ed è confermato scientificamente: qual è l'ostacolo dunque? Cosa frena le persone dall'affrontarlo di conseguenza? Scarsa o fuorviante informazione? Mancanza di interesse? Abitudine? Pessimismo? Parliamone, anche qui con un commento, anche con i nostri cari.
"Chi nega i cambiamenti climatici rifiuta le conclusioni raggiunte dal 97 percento degli scienziati che si occupano di clima: il pianeta si sta riscaldando a causa delle attività umane. E noi, che invece dichiariamo di accettare la realtà dei mutamenti climatici provocati dall'uomo? Magari non pensiamo che gli scienziati raccontino bugie, ma siamo in grado di credere a quello che ci dicono? Credere dovrebbe immancabilmente far sorgere in noi l'urgente imperativo etico che ne consegue, smuovere la nostra coscienza collettiva e renderci pronti a compiere piccoli sacrifici nel presente per evitare sacrifici epocali in futuro.
Accettare la verità sul piano intellettuale non ha niente di virtuoso in sé e per sé. E non ci salverà. Da bambino mi dicevano spesso: «Sai che non si fa», quando facevo qualcosa che non avrei dovuto fare. E quel sapere faceva la differenza tra un errore e una colpa.
Se accettiamo la realtà fattuale (stiamo distruggendo il pianeta) ma non siamo in grado di crederci, non siamo migliori di chi nega l'esistenza dei cambiamenti climatici provocati dall'uomo. [...] E quando il futuro distinguerà tra queste due forme di negazione, quale apparirà un errore madornale e quale un crimine imperdonabile?"
[J. Safran Foer, Possiamo salvare il mondo, prima di cena, Guanda Editore, 2019]
Psyduck, Papero. Insanabil babbusco1
per grave cefalea che gl’inibisce
ogne pensier tremendo dolor brusco
mai non posa esso ‘l viso instupidìscegli
eternamente l’agitan qual muscolo
i pensamenti e prèmonlo ei sfinisce
e scoppia oh con qual impeto che scoppia!
Pur mai rimembra ‘l suo poter che stroppia.
1 – “babbusco”: Babbeo, idiota. Poiché la sua stupidità deriva dall’avere troppi pensieri contemporaneamente, la strofa imita un monologo interiore come a rappresentare il flusso di coscienza che lo confonde costantemente
"Chi nega i cambiamenti climatici rifiuta le conclusioni raggiunte dal 97 percento degli scienziati che si occupano di clima: il pianeta si sta riscaldando a causa delle attività umane. E noi, che invece dichiariamo di accettare la realtà dei mutamenti climatici provocati dall'uomo? Magari non pensiamo che gli scienziati raccontino bugie, ma siamo in grado di credere a quello che ci dicono? Credere dovrebbe immancabilmente far sorgere in noi l'urgente imperativo etico che ne consegue, smuovere la nostra coscienza collettiva e renderci pronti a compiere piccoli sacrifici nel presente per evitare sacrifici epocali in futuro.
Accettare la verità sul piano intellettuale non ha niente di virtuoso in sé e per sé. E non ci salverà. Da bambino mi dicevano spesso: «Sai che non si fa», quando facevo qualcosa che non avrei dovuto fare. E quel sapere faceva la differenza tra un errore e una colpa.
Se accettiamo la realtà fattuale (stiamo distruggendo il pianeta) ma non siamo in grado di crederci, non siamo migliori di chi nega l'esistenza dei cambiamenti climatici provocati dall'uomo. [...] E quando il futuro distinguerà tra queste due forme di negazione, quale apparirà un errore madornale e quale un crimine imperdonabile?"
[J. Safran Foer, Possiamo salvare il mondo, prima di cena, Guanda Editore, 2019]
Psyduck, Papero. Insanabil babbusco1
per grave cefalea che gl’inibisce
ogne pensier tremendo dolor brusco
mai non posa esso ‘l viso instupidìscegli
eternamente l’agitan qual muscolo
i pensamenti e prèmonlo ei sfinisce
e scoppia oh con qual impeto che scoppia!
Pur mai rimembra ‘l suo poter che stroppia.
1 – “babbusco”: Babbeo, idiota. Poiché la sua stupidità deriva dall’avere troppi pensieri contemporaneamente, la strofa imita un monologo interiore come a rappresentare il flusso di coscienza che lo confonde costantemente
Ciao Blaze, sono assolutamente affascinato non soltanto dai contenuti che proponi, ma soprattutto - da filologo e pokéfanatico della prima ora - della tua ars scribendi. Spero di poterti contattare in qualche modo, per avere la possibilità di interloquire con te. Grazie ancora per la tua dedizione encomiabile.
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