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Frammenti - Shot 1 - Son of Mumford

Soulwriters Team presents:
Frammenti, Scintille Del Passato
 By Son of Mumford


Frammenti. Le nostre anime non sono altro che frammenti del grande Fuoco Primordiale. Nasciamo come scintille, viviamo come incendi, moriamo come cenere. La nostra vita è una breve fiamma destinata a spegnersi, lasciando distruzione dietro di sé.

Quella mattina proprio non riuscivo a dormire. La sveglia era impostata per le sette come sempre, ma io ero in piedi già dalle cinque e mezza. Camminavo. Camminavo avanti e indietro per la stanza.
Magby era sul letto, mezzo addormentato, mezzo sveglio. Mi stava fissando.
Cercava con tutte le sue forze di capire cosa stessi pensando, ma era tutto inutile, neanche io riuscivo a capire cosa volevo in quel momento.
La sola cosa a cui pensavo era che mi ero svegliato fin troppo prima della sveglia, che ero solo in casa, e che dovevo fare qualcosa per non impazzire.
- Ti va di cambiare un po’ aria Magby? - Gli chiesi. Quello quasi cadde dal letto, non si aspettava una mia domanda in quel momento.
In risposta Magby mi sorrise e si incamminò verso la porta della mia stanza, aspettandomi impaziente.
Andai fuori, con Magby al mio seguito, facendo due passi per Memoride. C’era davvero molta nebbia quel giorno, a stento si vedeva la strada e riuscivo a non prendere in pieno le case soltanto perché conoscevo ormai a memoria la conformazione del terreno e ogni singolo ostacolo: ogni casa, ogni aiuola, ogni muretto. Tutto. Ed era tutto così monotono e soffocante. Non me ne ero mai reso conto, ma ora la vista di quella città mi bloccava il respiro, dovevo rientrare a casa per riposare.
Entrai facendo meno rumore possibile. Il mio gemello, Astolfo, era ancora di sopra, sentivo il rumore della doccia. Probabilmente Eevee era con lui. Quindi ero solo.
In quel momento mi venne in mente quell’idea.
- Fa freddo qui dentro… - sussurrai.
Magby mi guardava in modo strano. Capiva che qualcosa non andava. Purtroppo io non l’avevo capito… almeno non ancora.
- Amico cosa ne dici? Ti va di giocare un poco? - A quell’idea, Magby dimenticò ogni preoccupazione e iniziò a farmi le feste. Bene, mi piaceva tantissimo vedere il mio Pokémon felice, era la sola cosa che contava per me, era il mio Pokémon, tipo Fuoco, lo adoravo.
Il Fuoco è ciò che tutto crea e distrugge, è sempre in movimento, inarrestabile, una vera forza della natura, è passione, amore, forza, vita, distruzione, potenza.
Eraclito aveva proprio ragione, tutto deriva dal Fuoco, tutto scorre, tutto nasce e muore, tutto è in continuo movimento. Il Fuoco è la risposta a tutto. E lo sarebbe stato anche quella mattina. Ne ero sicuro.
Quindi aprii la porta dello scantinato, scesi le scale e iniziai a spostare un cumulo di scatole vecchie. Un pensiero sempre più forte si andava creando nella mia testa. Era come se qualcuno mi dicesse cosa fare: - La caldaia, la caldaia - Continuava a ripetermi. E io la fissai. Non mi ero mai accorto di come fosse bello e complicato quel marchingegno. Non proprio per la forma o le strane decorazioni incise, ma per quello che custodiva al suo interno. Il Fuoco.
Ma dovevo smettere di pensarci, avevo promesso a Magby di giocare con lui.
- Cosa preferisci? Uno contro uno come quando eravamo piccoli - Proposi, ci sarebbe stato da divertirsi ne ero certo.
Magby non rispose. Mi caricò direttamente con un Megapugno.
- Hey non giocare sporco! Almeno dammi il via! - Urlai sorridendo e scartando di lato.
Presi la prima cosa che trovai e la usai come arma. Un piccone, uno di quelli vecchi, con le punte scheggiate. Insomma, se fosse stato usato in un film Horror, l’assassino si sarebbe divertito a colpire ripetutamente prima di ammazzare.
- Vediamo un po’ adesso cosa fai - Dissi caricando il colpo verso Magby, ovviamente stando attento a non farlo male. Ma mi preoccupavo per nulla. Un altro Megapugno, e il piccone malandato finì di rompersi, mi rimase soltanto l’impugnatura fra le mani.
- Oh... beh questo non era calcolato - Pensai e dissi ad alta voce. Magby rideva.
Magby usò Muro di Fumo, come se non fossi già in difficoltà e con una mazza mezza morta come arma.
Non si vedeva più nulla. Quel piccolo bastardetto diventava sempre più intelligente.
- Giochi sporco eh? - Dissi pensando a una soluzione.
Magby mi saltò addosso attaccandomi alle spalle. Lottammo un poco, ma alla fine vinsi io, e lui scappò nuovamente nel fumo. Poi l’idea.
- Ora schiariamo un po’ le idee ti va? - Dissi avvicinandomi al ventilatore. Lo accesi, liberando la vista e scovando Magby che stava caricando un altro Megapugno. Troppo tardi, era già partito. Mi prese in pieno stomaco facendomi bloccare il respiro.
Finimmo entrambi contro lo scaffale che si trovava proprio vicino la caldaia, facendomela ritornare alla vista.
Adesso era ancora più attraente di prima. Sembrava quasi una pornostar che cerca di sottometterti al suo volere mettendo a nudo le sue curve.
Mi chiamava. Mi stava ipnotizzando. La danza del fuoco nel suo ventre era qualcosa di indescrivibile. Il mio cuore si scioglieva in esso. Poi di nuovo quella voce. Ora era più sensuale, più attraente, sembrava quasi un sussurro.
- Nutrila, dalle il suo carburante, alimenta il Fuoco, alimenta la sua brama di potere, godi del suo calore. Ti serve. Ne hai bisogno - Mi diceva
Lottai contro l’impulso, era una cattiva idea lo sapevo, ma non potevo resistere. Il Fuoco è l’elemento madre, Eraclito aveva ragione.
Guardai Magby, lui capiva sempre come stavo, ed era il solo che amavo più della mia stessa vita. Veniva anche prima dei miei genitori e del mio gemello. Veniva prima di me stesso. Quindi il suo volere era legge per me.
- Piccolo mio vuoi giocare con la caldaia? -
Magby guardò la caldaia, e il fuoco al suo interno, ne era completamente attratto. Non poté fare altro che annuire.
- Ok, se lo vuoi, ora ci divertiamo… dovrebbe esserci del carbone e della benzina per il generatore d’emergenza… - Magby mi guardava affascinato. Ora anche io controllavo il suo stesso elemento.
Aperto il portellone della caldaia, ci buttai prima il carbone, e già il calore salì notevolmente, il termometro misurava duecento gradi all’interno del ventre di ferro. Poi fu la volta della benzina. Sapevo che sarebbe esplosa, quindi ne versai poca, come se gli stessi dando dei piccoli cicchetti da Sabato sera.
Il tempo passava, ma non me ne accorsi, ero troppo occupato.
Quando ebbi finito il termometro era salito a quota cinquecento, nella zona rossa. Mi dovevo fermare, ma ecco che tornò la voce.
- Non vorrai certo divertirti solo tu? Lascia divertire anche Magby - Mi sussurrò.
Bene pensai, ora tocca a lui.
- Magby, di certo non ti tolgo il divertimento, sputa quanto fuoco vuoi, non trattenerti -
A quelle parole Magby iniziò a giocherellare con la caldaia, sputava ora fumo, ora piccole fiammelle, ora aspirava le fiamme per poi ricacciarle più forti e incandescenti di prima. Il mio piccolo si stava proprio divertendo.
- Hey attento, stai esagerando. Aspetta adesso la spengo o ci facciamo male. Fai fare a me adesso, così sistemo le cose - Dissi.
Il locale si era riempito di fumo, non si vedeva nulla. Vedevo soltanto Magby.
Dal tetto mi arrivarono i rumori che fece mio fratello alzandosi. Si stava spostando dalla cucina. Stava scendendo.
- Fa presto, altrimenti lui ti impedirà di dar vita al Fuoco, come farai poi? - Mi disse ancora la voce, mentre sentivo mio fratello che mi chiamava, era proprio di fronte a me, ma non lo vedevo. Troppo fumo, troppo caldo, troppa frenesia, troppa adrenalina. C’ero solo io, il Fuoco e Magby. Dovevo portare a termine il gioco.
Poi il fumo si dissolse, e io vidi il mio gemello. Era con Eevee. Gli volevo bene, non gli doveva succedere nulla. Perché erano lì? Perché erano venuti?
- Cosa stai facendo? - Mi chiese lui.
- Vuole portarti via il Fuoco, liberalo prima che sia troppo tardi! - Mi urlò la voce.
Senza rendermene conto, stavo sghignazzando, e anche molto, mentre le fiamme divoravano tutto attorno a me.
Se non fosse stato per Magby che mi proteggeva assorbendo il calore e le fiamme troppo vicine, sarei stato arrostito vivo.
Poi, lo feci. Premetti quel pulsante, e convogliai tutto il fuoco in un solo tubo di scarico, il quale si fece sempre più gonfio e incandescente. Sentii il rumore delle chiavi dei miei. Pensai - Cosa cazzo ho fatto? -
La parte cattiva, che sapevo di avere dentro di me, aveva vinto stavolta, ed era esplosa tutta assieme. Troppo a lungo era rimasta dormiente, ora bramava fuoco, e io glielo avevo servito.
La caldaia iniziò a fischiare. Astolfo rimase un singolo istante immobile davanti a noi, lui con la paura negli occhi, io con la furia. Lui col suo completo, io in tuta. Lui avvolto dal fumo, io dalle fiamme. Lui con Eevee, io con Magby. Eravamo gemelli, ma con ben poco in comune.
Quell’attimo infinito si infranse. Tutto tornò al presente. Astolfo corse verso la finestra, si lanciò contro di essa, frantumandola. Lasciò il varco libero per Eevee, che si precipitò a capofitto dietro il suo padrone.
Faceva sempre più caldo, la caldaia stava per esplodere. Fu sensazionale.
Magby usò Protezione, salvandomi la vita.
Tutt’attorno le fiamme divampavano, alla mia vista era una cosa orgasmica: fuoco e fiamme danzavano ovunque attorno alla barriera creata da Magby, creavano disegni unici, mi sentivo come un bambino.
Poi tutto finì, le fiamme si dissiparono e vidi ciò che avevo creato.
La casa non c’era più, e anche gran parte del territorio circostante.
Mi trovavo nel centro di un cratere nero come la pece.
Vidi mio fratello, era per terra, appena fuori l’enorme voragine. Respirava, si stava rialzando, e con lui Eevee. Bene, erano vivi. Però non potevo più restare lì. Dovevo andarmene, correre, scappare.
Guardai Magby.
- Dobbiamo andarcene - Gli dissi.
Lui capì, e iniziò a correre al mio seguito. La voce si era spenta, era stata appagata e nutrita come voleva.
Ora eravamo solo io e Magby. Dovevamo cavarcela, dovevamo sopravvivere, dovevamo correre, o ci avrebbero arrestati o altro.
Non volevo lasciare mio fratello, ma Magby doveva sopravvivere.
Quindi ora la regola era una: corri.
Così iniziai a scappare con Magby, non lo avrei lasciato indifeso, e lui non avrebbe lasciato indifeso me.

- Ritornerò da te, te lo prometto Astolfo, ritornerò - Sussurrai.



Angolo dell’autore da uova strapazzate
 

Allora, vi ringrazio per aver letto la mia prima parte in questo grande progetto messo in atto con i Soulwriters Team. Siamo uno dei primi gruppi a scrivere qui su EFP, ma questo non è che l’inizio.
Oggi vi ho presentato il pazzo del gruppo, quello più pazzo. Ah è anche piromane, non dimentichiamocene. A differenza di Beatlemania-qualcosa io non ho partorito questo progetto, né sono stato messo incinta dai Soulwriters. Semplicemente è uscito dal mio corpo (non pensate male, non è uscito da lì dove non batte il sole)
Comunque qui c’è il calendario delle altre pubblicazioni.
Sicuramente avete visto la One Shot di Andy Black, fratello e compagno di mangiate galattiche, il 1 Agosto.
Poi è stato il turno di Barks, il piccolo Cloroformioman, il 7 Agosto.
Poi _beatlemania is back, la donna Cactus ingurgita Nutella, il 12 Agosto.
Poi io il 17 (ma dai, non ci credevo)
Poi sarà il turno di Levyan, ex Grip e tesorino del gruppo, il 22 Agosto.
Infine, ma non ultima , la silenziosa ma sempre presente AuraNera_ che pubblicherà il 27 Agosto.
Io vi consiglio di non perdere nemmeno una pubblicazione, sono davvero ottime (modesto il ragazzo eh?)
Alla prossima ragazzi! Ci vediamo sia sulle storie del gruppo che sulle mie!


Son, Vespo, Enza, L’uomo Pelo, altra roba che inventeranno.

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